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Opera d'arte Ritratto della madre di Scipione (Gino Bonichi) (Macerata 1904- Arco, Trento, 1933), a Roma

L'opera d'arte Ritratto della madre di Scipione (Gino Bonichi) (Macerata 1904- Arco, Trento, 1933), - codice 12 00490404 di Scipione (Gino Bonichi) (Macerata 1904- Arco, Trento, 1933), si trova nel comune di Roma, capoluogo dell'omonima provincia sita in palazzo, espositivo, Galleria Nazionale d'Arte Moderna, viale Belle Arti 131
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bene culturaledipinto, opera isolata
titoloRitratto della madre
tipo schedaOA_2.00
codice univoco12 00490404
localizzazioneRM, Romaviale Belle Arti 131
contenitorepalazzo, espositivo, Galleria Nazionale d'Arte Moderna, viale Belle Arti 131
datazioneXX ; 1930 - 1930 [bibliografia; documentazione analisi stilistica]
autoreScipione (Gino Bonichi) (Macerata 1904- Arco, Trento, 1933),
materia tecnicaolio su compensato
misurealt. 50.5, largh. 43.5,
condizione giuridicaproprietà Stato, Galleria Nazionale d'Arte Moderna
notizie storico-criticheLa tavola ritrae la madre dell'artista, Emma Wülderk (di origine polacca). Fu eseguita nel 1930, come attesta l'iscrizione in basso a destra; Libero De Libero, amico di Scipione, afferma che fu dipinta in sole due ore (cfr. De Liberi, 1939, op. cit.). L'opera fu esposta per la prima volta alla Galleria di Roma (nei locali da poco inaugurati da P. M. Bardi in via Veneto 7) nel novembre dello stesso anno in cui fu eseguita, insieme ad altre opere dello stesso Scipione e dell'amico Mafai. Carlo Efesio Oppo, in un articolo ne "La Tribuna" immediatamente successivo alla chiusura della mostra (Oppo, 1930, op. cit.), parla in termini positivi del ritratto in questione, a scapito delle altre opere esposte: "ci vien di fatto oggi di pensare a Goya quando guardiamo il 'Ritratto della madre' dipinto così in bella ondata di semplicità e con tanta sincerità di forma. Ma c'è caso che a Scipione dispiacerà di aver dipinto quel bel ritratto, e incocci piuttosto in quelle pessime forme simbolistico-caricaturali degli 'Uomini che si voltano'".Il velato lirismo che traspare dal ritratto deriva dal fatto che esso fu ispirato dalla poesia dell'amico Ungaretti intitolata "La Madre", apparsa su "L'Italia Letteraria" nel settembre 1929, che Scipione, come ricorda De Libero, ripeteva spesso, in particolare la frase "Per il tuo forte amore/ mi sarà perdonata/ la mia voglia inguaribile/ d'illusorio peccare" (in G. Appella, Scipione 306 disegni, Edizioni della Cometa, Roma 1984, p. XXXVII, nota 65).L'opera, in effetti, si discosta dai toni tormentati della restante produzione scipioniana: De Angelis, nella monografia del 1985, lo definisce "un quadro 'fermo' come un canto gregoriano".Dell'opera, oltre ad alcuni disegni preparatori (ripr. In Appella, op. cit., nn. 169-172), esiste un'altra versione, nuovamente ad olio su tavola (Milano, collezione Jesi).
bibliografiaTrombadori F.( 1930); Oppo C. E.( 1930); Pavolini C.( 1933); Mezio A.( 1933); catalogo mostra( 1935)pp. 76, 78, n. 6; Anglès R.( 1935)p. 6, n. 111; Cecchi E.( 1935); Vitali L.( 1935)p. 23, 62, n. 90; Mezio A.( 1935)p. 24, n. 8; Ragghianti C. L.( 1937)p. 1
definizionedipinto
regioneLazio
provinciaRoma
comuneRoma
indirizzoviale Belle Arti 131
ente schedatoreS51
ente competenteS51
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Pancotto P. P.; Funzionario responsabile: Compilatore scheda: Carrera M.; Funzionario responsabile: Mantura B.Frezzotti S.
anno creazione1996; 2011
latitudine41.916344
longitudine12.482229

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