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Opera d'arte Ritratto del doge Francesco Donà di Vecellio Tiziano (1488-1490/ 1576), a Milano

L'opera d'arte Ritratto del doge Francesco Donà di Vecellio Tiziano (1488-1490/ 1576), - codice 03 00183039 di Vecellio Tiziano (1488-1490/ 1576), si trova nel comune di Milano, capoluogo dell'omonima provincia sita in palazzo, statale, Pinacoteca di Brera, Palazzo di Brera, via Brera, 28, Pinacoteca di Brera
immagine - immagine non disponibile -
bene culturaledipinto, opera isolata
titoloRitratto del doge Francesco Donà
soggettoritratto del doge Francesco Donà
tipo schedaOA_3.00
codice univoco03 00183039
localizzazioneItalia, Lombardia, MI, Milanovia Brera, 28
contenitorepalazzo, statale, Pinacoteca di Brera, Palazzo di Brera, via Brera, 28, Pinacoteca di Brera
datazionesec. XVI ; 1545 (post) - 1584 (ante) [analisi stilistica; bibliografia]
autoreVecellio Tiziano (1488-1490/ 1576),
materia tecnicatela/ pittura a olio
misurealt. 110, largh. 98,
condizione giuridicaproprietà Stato, Pinacoteca di Brera
dati analiticiNR (recupero pregresso)NR (recupero pregresso)
notizie storico-criticheIl dipinto di Brera è copia da un ritratto di Tiziano ed è ritenuto da Mauro Lucco (in Noè, Pinacoteca di Brera, 1996) di mano di Lambert Sustris.Riferibile a quasto personaggio è pure una silografia, cm. 43,5 x 78,5, di mano ignota (cfr. Pallucchini, 1969, 338) che von Hadeln (1913) riconduceva al telero votivo del doge Andrea Gritti dipinto da Tiziano nel 1531 per Palazzo Ducale. Il dipinto, distrutto dall'incendio del 1577,era stato modificato dall'artista e la figura di Gritti fu sostituita da quella del successore. L'attribuzione a Tiziano da parte di Sipriot non era dunque casuale, almeno da un punto di vista strettamente iconografico. Donà fu eletto doge nel novembre 1545 e morì nel 1553. Il ritratto fu cominciato da Tiziano prima dell'elezione del Donà, allora senatore, e fu terminato nel 1547 (autorizzazione da parte del Consiglio dei Dieci al pagamento della tela è datata 27 maggio 1547; Lorenzi, Monumenti..., 1868, p. 259). La vicenda è ricordata da Aretino in una lettera del gennaio 1546 (P. Aretino, Lettere sull'arte, 1957-1960, II, pp. 131-132). L'artista, a Roma al momento dell'elezione, tornò il città solo nel giugno del 1546. Il pagamento dell'opera è dell'anno successivo. Il ritratto del dogè andò distrutta dirante l'incendio del 1577. Ridolfi (Le meraviglie..., 1648) afferma che un secondo ritratto del Donà si trovava nelle Procuratie; tuttavia Boschini lo attribuiva al Tintoretto (Le miniere..., 1664). La copia di Brera (la quarta nota del dipinto, cfr. Noè, 1996) è sicuramente antica e di buona qualità: l'iscrizione è "quantomeno seicentesca, se non addirittura del secolo precedente" (Noè, 1996). Secondo noè si tratta di "una replica (di bottega ?) dell'originale perduto".
altra localizzazioneluogo di collocazione successiva: Francia; luogo di deposito: Lombardia, MI, Milano; luogo di deposito: Lazio, RM, Roma
altre attribuzioniSustris Lambert (Lucco, in Noè, 1996)
bibliografiaPinacoteca Brera( 1996)v. VIII, p. 269, n. 228
definizionedipinto
regioneLombardia
provinciaMilano
comuneMilano
indirizzovia Brera, 28
rapportoRAPPORTO OPERA FINALE/ORIGINALE: Stadio opera: copia, Autore opera finale/originale: Vecellio Tiziano, Data opera finale/originale: , Collocazione opera finale/originale: VE/ Venezia/ Sala del Maggior Consilio (bruciato),
ente schedatoreS27
ente competenteS27
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Vami A.; Funzionario responsabile: Maderna V.; Trascrizione per informatizzazione: De Francesco A. (1999); Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Cresseri M. (2006), Referente scientifico: NR (recupero pregresso);
anno creazione1997
anno modifica2006
latitudine45.468396
longitudine9.173009

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