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Opera d'arte Pala di Caupo di Luzzo Lorenzo detto Morto da Feltre (/ 1526), a Venezia

L'opera d'arte Pala di Caupo di Luzzo Lorenzo detto Morto da Feltre (/ 1526), - codice 05 00401852 di Luzzo Lorenzo detto Morto da Feltre (/ 1526), si trova nel comune di Venezia, capoluogo dell'omonima provincia sita in convento, Convento dei Canonici Lateranensi, ex Convento dei Canonici Lateranensi, Dorsoduro, 1050, Gallerie dell'Accademia, Quadreria
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bene culturaledipinto, opera isolata
titoloPala di Caupo
soggettoMadonna in trono con Bambino e Santi
tipo schedaOA_3.00
codice univoco05 00401852
localizzazioneItalia, Veneto, VE, VeneziaDorsoduro, 1050
contenitoreconvento, Convento dei Canonici Lateranensi, ex Convento dei Canonici Lateranensi, Dorsoduro, 1050, Gallerie dell'Accademia, Quadreria
datazionesec. XVI primo quarto; 1510 - 1514 [NR (recupero pregresso)]
autoreLuzzo Lorenzo detto Morto da Feltre (/ 1526),
materia tecnicatela/ pittura a olio
misurealt. 189.5, largh. 122,
condizione giuridicaproprietà Stato, Ministero per i Beni e le Attività Culturali
dati analiticiNR (recupero pregresso)Soggetti sacri: Madonna col Bambino tra i santi Vito e Modesto ed il Reden tore in Gloria.
notizie storico-criticheRestaurata nel 1954 da M. Pellicioli e nel 1988 da O. Nonfarmale, senza fo derarla in entrambi i casi, per non perdere i disegni a pennello e punta d 'argento sul retro della tela. Già nella parrocchiale di Caupo a Seren del Grappa. Rubata nel 1910, fu recuperata il 24 dicembre del 1912 e deposita ta alle Gallerie dell'Accademia. Venne quindi acquistata dallo Stato nel 1 926, sostituendola nel luogo di origine con una copia eseguita dal pittore Zaccaria Dal Bo (Moschini Marconi 1962). Concessa in deposito al museo di Feltre, venne definitivamente ritirata nel 1981, a causa del cattivo stat o di conservazione. L'identificazione di Lorenzo Luzzo con quel Morto da F eltre, abile nell'eseguire grottesche, ricordato dal Vasari, sostenuta a l ungo, è stata messa in dubbio per la scoperta di documenti (Claut 1981, 19 85) in cui il Luzzo non viene mai citato con quel soprannome. Né sembra, b enché la coincidenza sia curiosa (Baldassin Molli 1991), che la frettolosa biografia vasariana possa completarsi con la storia del Luzzo, documentat o dal 1511, quando appunto cessano le notizie dello storico aretino. In qu este problematiche vicende biografiche si inserisce la pala. Attribuita du bitativamente a Lorenzo Luzzo per primo dal Cavalcaselle nel manoscritto d el 1866, l'opera venne poi assegnata erroneamente a Pietro Luzzo, fratello di Lorenzo, con cui l'artista fu per molto tempo confuso fino al definiti vo riconoscimento a Lorenzo da parte di Lionello Venturi (1910). Lo schema compositivo è quello consueto piramidale, con al vertice il Cristo emerge nte tra le nubi. Una piramide minore è composta dalla Vergine col Bambino, seduta su di una roccia coi gradini sommariamente scolpiti, simbolo della Vergine stessa (Battisti 1980), come la "Madonna dell'arancio" di Cima da Conegliano, e dai due santi ai suoi lati. Per il san Vito in armatura l'a rtista si è forse ispirato a modelli classici, quali l'Apollo del Belveder e, nel modo in cui viene riprodotto in incisioni di Benedetto Montagna del primo decennio del secolo (Claut 1981). Il giorgionismo, riconosciuto dal la critica più antica, è evidente oltre che nel recto, nei disegni delle f igure femminili del verso. Tuttavia le stesse figure e gli altri motivi gr afici ricordano anche studi e dipinti di Raffaello del primo decennio del Cinquecento (Perissa Torrini 1994). La critica non è concorde nella datazi one. Per L. Venturi (1910) vicina alla pala di Berlino, purtroppo attualme nte velinata, del 1511. Per A. Venturi (1928) un po' anteriore, a causa de l suo palese giorgionismo che la avvicina ai lavori del Fondaco dei Tedesc hi, la data dei quali, 1508, costituisce un termine post quem per il dipin to che la Moschini Marconi data tra il 1508 e il 1511 circa. Ritenuta nell a recente mostra sull'artista "la più antica delle pale note" (Ericani 199 4), viene ulteriormente spostata dal Lucco (1995) verso la fine del second o decennio. E una collocazione entro questo periodo sembra, allo stato att uale degli studi, abbastanza attendibile, senza arrivare a più puntuali pr ecisazioni. L'indagine riflettografica (P. Spezzani 1994) ha rivelato la p resenza di schizzi non più visibili a occhio nudo, come nella zona superio re a destra vicino al bordo della centina, le gambe e il volto di un bambi no.
bibliografiaMoschini Marconi S.( 1962)pp. 133-134, n. 212; Battisti E.( 1980)pp. 227-ss; Claut S.( 1981)p. 52; Claut S.( 1985)pp. 251-252; Baldassin Molli G.( 1991)p. 138; Ericani G.( 1994)pp. 19-22; Perissa Torrini A.( 1994)pp. 233-237; Lucco M.( 1995)pp. 117-118; C
definizionedipinto
regioneVeneto
provinciaVenezia
comuneVenezia
indirizzoDorsoduro, 1050
ente schedatoreS472
ente competenteS472
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Nepi Scirè G.; Funzionario responsabile: Spadavecchia F.; Aggiornamento-revisione: Rizzo P. (2004), Referente scientifico: NR (recupero pregresso); ARTPAST/ Bergamo M. (2006), Referente scientifico: NR (recupero pregresso);
anno creazione1995
anno modifica2004; 2006
latitudine45.431402
longitudine12.328676

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