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Opera d'arte Morte di Cleopatra di Giordano Luca (1634/ 1705), a Cosenza

L'opera d'arte Morte di Cleopatra di Giordano Luca (1634/ 1705), - codice 18 00109778 di Giordano Luca (1634/ 1705), si trova nel comune di Cosenza, capoluogo dell'omonima provincia sita in palazzo, museo, Galleria Nazionale, Palazzo Arnone, Via G. B. Gravina, Galleria Nazionale, interno
immagine - immagine non disponibile -
bene culturaledipinto, opera isolata
titoloMorte di Cleopatra
soggettoCleopatra si fa pungere da aspidi
tipo schedaOA_3.00
codice univoco18 00109778
localizzazioneItalia, Calabria, CS, CosenzaVia G. B. Gravina
contenitorepalazzo, museo, Galleria Nazionale, Palazzo Arnone, Via G. B. Gravina, Galleria Nazionale, interno
datazionesecc. XVII/ XVIII fine/inizio; 1690 - 1710 [bibliografia]
autoreGiordano Luca (1634/ 1705),
materia tecnicatela/ pittura a olio
misurecm., alt. 151, largh. 203,
condizione giuridicaproprietà Stato, Ministero per i Beni e le Attività Culturali
dati analiticiTela raffigurante Cleopatra, due ancelle e due soldati romani.Personaggi: Cleopatra. Figure: due ancelle; due soldati romani.
notizie storico-criticheIl dipinto è realizzato, probabilmente, a pendant con la tela rappresentante la morte di Lucrezia. In effetti, la rappresentazione congiunta delle due donne, unite dal gesto suicida che stanno per compiere ma divise da valenze di segno contrario, rientrerebbe nell'ottica moraleggiante del barocco. Ad una lettura per contrasto, infatti, castità e fedeltà coniugale, virtù attrubuibili a Lucrezia, vengono valorizzate da seduzione e lussuria, vizi propri di Cleopatra. Per quanto riguarda la storia del dipinto, sappiamo da Bernardo De Dominici che Luca Giordano riceve, da Andrea d'Avalos, la commissione per l'esecuzione di alcuni "[...] bellissimi quadri di favole, o d'historie come di Lucrezia con Tarquinio, di Cleopatra moribonda con le ancelle [...]". Oreste Ferrari ha cercato un possibile rapporto fra le due tele in esame ed il passo del De Dominici. Tuttavia i dipinti sinora rintracciati dallo studioso come provenienti con certezza dalla collezione d'Avalos sembrano improntati ad un maggiore "venetismo tizianesco" mostrando una maggiore libertà d'impaginazione, una pennellata più sciolta, una gamma cromatica ricca e luminosa. Diversamente, i dipinti cosentini mostrano un impianto compositivo più classico. Daria Borghese, che nel 2003 compila la scheda per il catalogo della mostra cosentina curato da Rossella Vodret, ipotizza che il pittore sia ritornato sullo stesso soggetto realizzato per Andrea d'Avalos a distanza di qualche decennio.
bibliografiaCeccarelli A.( 1992)p. 11; Ferrari Oreste/ Scavizzi G.( 1992)v. I pp. 276 ss., 313-314; Moormann M. E./ Uittierhoeue W.( 1997)pp. 237 ss., pp. 455 ss.; Ceraudo G.( 1999)pp. 97-101; Ceraudo G.( 2000)pp. 18, 19; Caputo R.( 2001)pp. 22-27; Luca Giordano( 200
definizionedipinto
regioneCalabria
provinciaCosenza
comuneCosenza
indirizzoVia G. B. Gravina
ente schedatoreS112
ente competenteS112
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Primicerio A.; Funzionario responsabile: Iannace R.; Trascrizione per informatizzazione: ARTPAST/ Tufaro R. (2007); Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Tufaro R. (2006), Referente scientifico: NR (recupero pregresso);
anno creazione2005
anno modifica2006
latitudine39.290705
longitudine16.261770

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