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Opera d'arte Madonna in trono con il Bambino e i Santi Giacomo Maggiore, Simone, Francesco d'Assisi e Bonaventura di Signorelli Luca (1445-1450/ 1523), a Milano

L'opera d'arte Madonna in trono con il Bambino e i Santi Giacomo Maggiore, Simone, Francesco d'Assisi e Bonaventura di Signorelli Luca (1445-1450/ 1523), - codice 03 00180336 di Signorelli Luca (1445-1450/ 1523), si trova nel comune di Milano, capoluogo dell'omonima provincia sita in palazzo, statale, Pinacoteca di Brera, Palazzo di Brera, via Brera, 28, Pinacoteca di Brera, sala XXI
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bene culturalepala d'altare, frammento
titoloMadonna in trono con il Bambino e i Santi Giacomo Maggiore, Simone, Francesco d'Assisi e Bonaventura
soggettoMadonna con Bambino in trono con San Giacomo Maggiore, San Simone, San Francesco d'Assisi e San Bonaventura
tipo schedaOA_3.00
codice univoco03 00180336
localizzazioneItalia, Lombardia, MI, Milanovia Brera, 28
contenitorepalazzo, statale, Pinacoteca di Brera, Palazzo di Brera, via Brera, 28, Pinacoteca di Brera, sala XXI
datazionesec. XVI ; 1507 - 1507 [data; documentazione]
autoreSignorelli Luca (1445-1450/ 1523),
materia tecnicatavola/ pittura a olio
misurealt. 227, largh. 185,
condizione giuridicaproprietà Stato, Pinacoteca di Brera
dati analiticidipintoPersonaggi: Madonna; Cristo Bambino; San Giacomo Maggiore; San Simone; San Francesco d'Assisi; san Bonaventura. Architetture fantastiche: trono.
notizie storico-criticheIl dipinto costituiva la parte centrale di un più ampio complesso pittorico commissionato da Giacomo di Simone Filippini per la Cappella di famiglia nella chiesa di San Francesco a Rocca Contrada (l'attuale Arcevia, Ancona).Il nome del committente, la data di esecuzione del dipinto e il nome del guardiano procuratore dei Frati Minori Bernardino Vignato sono ricordati nell'iscrizione sul gradino del trono, mentre il nome dell'artsita è posto sulla piccola cartella sulla cimasa del trono. Al nome del committente e alla chiesa destinataria dell'opera rimandano rispettivamente i santi Giacomo, Simone e Francesco. Con il rimodernamento settecentesco della chiesa, la cappella Filippini venne spostata e il dipinto dovette subire non poche manomissioni: solo la tavola centrale venne trasferita nella nuova cappella e adattata alla decorazione barocca in stucco dell'altare, mentre la cimasa, la predella e i pilastrini laterali, che accompagnavano in origine l'immagine principale, vennero rimossi e trattenuti dagli eredi della famiglia. E' probabile che risalga a questo momento anche un pesante intervento di ridipintura, che interessò il pannello centrale, dove una monumentale struttura ad arco, sorretta da pilastri, venne a sostituire sul fondo la bella struttura ornamentale costituita dal tendaggio, limitando e offuscando altresì la pittura del cielo nella parte superiore; venne inoltre occultato il coronamento del trono, decorato con un cherubino, e nascosto da un arbitrario ingrandimento della testa della Madonna e il cartellino recante il nome dell'artista. Il ricordo di questa vicenda rimane nella porzione superiore del quadro, dove si conserva tuttora la parte alta del rozzo arco settecentesco e dove non è stata trovata traccia di pittura originale sottostante: a quanto pare la fascia superiore della tavola non venne dipinta dal Signorelli, perchè destinata a rimanere coperta al di sotto della trabeazione della cornice che la divideva dalla lunetta sovrastante. Probabilmente la struttura ad arco, sovrapposta all'antica pittura, aveva il fine di coprire quella fascia alta del supporto che, una volta dispersa la cornice, rimaneva visibilmente nuda. Sulle condizioni del dipinto all scadere del XIX secolo cfr. la relazione del Bertini e il successivo restauro affidato a Luigi Cavenaghi (cfr. Restituzioni 2006, p. 236 - 237).La pala Filippini risale ad una fase piuttosto avanzata nel percorso stilistico del Signorelli, in cui diviene frequente l'intervento dei collaboratori nella realizzazione delle numerose opere richieste all'artista. Il dipinto di Brera è considerato da gran parte della critica interamente autografo, anche se non è mancato chi ha proposto di riconoscere in taluni brani pittorici l'intervento di un assistente.Il restauro del 2006 non ha rilevato sostanziali differenze di qualità nell'esecuzione pittorica delle diverse figure, mentre l'intera composizione appare come frutto del disegno rapido e sicuro del maestro. Anselmi (in "Ricerca di una tavola sconosciuta dipinta in Arcevia da Luca Signorelli" in " Nuova Rivista Misera" III,, 1889 p. 119 - 124) ricorda che nel XIX secolo gli eredi della famiglia Filippini vendettero al commerciante di antichità Domenico Corvisieri di Roma la cimasa e la predella del dipinto di Signorelli, proveniente dalla chiesa di San Francesco, identificati dalla critica nella lunetta raffigurante "l'Incoronazione della Vergine, Dio Padre e due angeli musicanti (ora, dopo vari passaggi di proprietà presso il Museo di San Diego in California). Più problematico appare il riconoscimento dei pannelli della predella, identificati da Salmi ( Luca Signorelli, Novara 1953, p. 33, 34) e da Kanter (The Late Works of Luca Signorelli and his followers, 1498 - 1559, tesi di dottorato, New York Iniversity, p. 170 - 176) con cinque tavolette illustranti "Storie della Passione di Cristo" (Altenburg, Lindenau Museum), eseguite dal Signorelli in collaborazione con Girolamo Genga. Tuttavia tale ipotesi non corrisponde con la notizia data dall'Anselmi, secondo il quale nella predella erano raffigurate Storie di Maria; la predella oggi ad Altenburg inoltre fu acquistata nel 1848 presso E. Braun, in tempi e con provenienza diversi rispetto a quanto riportato dallo stesso Anselmi. Quali pilastrini laterali del dipinto sono stati proposti (M. Salmi, Luca Signorelli, Novara 1953, p. 34; Kanter,The Late Works of Luca Signorelli and his followers, 1498 - 1559, tesi di dottorato, New York Iniversity, p. 173 - 174) quattro pannelli dello stesso museo Lindenau, acquistati a Roma nel 1853 presso lo stesso E. Braun, illustranti i Santi francescani Bernardino, Elisabetta d'Ungheria, Chiara (?), e Ludovico da Tolosa, eseguiti verosimilmente dal Genga. Non esistono tuttavia prove decisive che i pilastrini affiancassero la pala del Signorelli oggi a Brera.
altra localizzazioneluogo di provenienza: Marche, AN, Arcevia, Rocca Contrada; luogo di collocazione successiva: Lombardia, MI, Milano; luogo di collocazione successiva: Lombardia, MI, Milano, Figino
altre attribuzioniscuola bolognese (requisiz. napoleonica)
committenzaFilippini Giacomo di Simone (1508)
bibliografiaPinacoteca Brera( 1992)v. V, pp. 88-92, n. 32; Restituzioni 2006( 2006)p. 226, n. 41
definizionepala d'altare
regioneLombardia
provinciaMilano
comuneMilano
indirizzovia Brera, 28
ente schedatoreS27
ente competenteS27
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Vami A.; Funzionario responsabile: Maderna V.; Trascrizione per informatizzazione: Ranzi A. (1999); Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Cresseri M. (2006), Referente scientifico: NR (recupero pregresso);
anno creazione1998
anno modifica2006
latitudine45.468396
longitudine9.173009

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