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Opera d'arte visitazione di Santi Giovanni (1440-1445/ 1494), a Fano

L'opera d'arte visitazione di Santi Giovanni (1440-1445/ 1494), - codice 11 00246799 di Santi Giovanni (1440-1445/ 1494), si trova nel comune di Fano nella provincia di Pesaro Urbino sita in chiesa, Chiesa di S. Maria Nuova, via Da Serravalle, interno
immagine - immagine non disponibile -
bene culturaledipinto
soggettovisitazione
tipo schedaOA_3.00
codice univoco11 00246799
localizzazioneItalia, Marche, PU, Fanovia Da Serravalle
contenitorechiesa, Chiesa di S. Maria Nuova, via Da Serravalle, interno
datazionesec. XV ; 1490 - 1490 [bibliografia]
autoreSanti Giovanni (1440-1445/ 1494),
materia tecnicatavola/ pittura a olio
misurealt. 219, largh. 177,
condizione giuridicaproprietà Stato, NR (recupero pregresso)
dati analiticiLa scena della Visitazione è ambientata all'eprto sullo sfondo di un paesaggio collinare. In posizione intermedia tra figure e natura, sulla sinistra è presente un'architettura di tipo clasico. Maria ed Elisabetta sono poste al centro della tavola, mentre ai lati, in piani più arretrati, alcuni personaggi tra cui sulla destra S. Giuseppe, assistono alla scena. I colori degli abiti sono densi e ricercati, gli accordi sono squillanti (rosso-viola, verde e indaco per le vesti di Elisabetta, blu notte e rosso per quelle di Maria, giallo il mantello di S. Giuseppe, rosso e verde per le vesti della donna a lui vicina, lilla e ocra quello della fanciulla in posizione più arretrata).Terso è il paesaggio.Personaggi: Maria Vergine; Santa Elisabetta. Figure maschili. Figure femminili. Paesaggi.
notizie storico-criticheCome il coro e le due tavole del Perugino, anche quest'opera del Santi venne trasferita dalla distrutta chiesa di S. Maria Nuova in S. Lazzaro nell'attuale sede nel XVI secolo, quando i frati ebbero approntato la nuova chiesa all'interno delle mura cittadine. Nel 1733 una guida antica registra il dipinto sopra l'organo dove pure Tomani Amiani (1853) riferisce che fu prima del trasferimento avvenuto per volontà di Pompeo di Montevecchio nell'attuale sede, in seguito alrinnovamento dell'antico organo effettuato circa nel 1853 e posto all'ingresso della chiesa. E' possibile che l'organo settecentesco fosse però nel presbiterio della chiesa dal momento che Tomani Amiani dice che la tavola era una volta infissa sopra l'organo tra il cornicione e la volta che serviva da coronamento all'altare dell'antica chiesa. Citato in tutte le guide sette-ottocentesce della città, il dipinto è stato oggetto di interesse ma non di specifico approfondimento nella letteratura degli ultimi vent'anni tesa a ricostruire e a valutare appropriatamente la personalità del suo autore sottraendola al disinteresse derivato dalla stroncatura del Venturi. Serra (1925) lo inserisce nel suo elenco di opere mobili presenti nelle Marche. Pellegrini (1926) fa derivare dalla mancanza di accordo della critica a proposito della valutazione dell'opera, la certezza di un minimo valore della stessa. talamonti (1941) definisce il dipinto notevole e pittoresco nel panorama, nella finezza dei personaggi; Selvelli (1943) cita appena il dipinto e così Battistelli (1973). nello stesso anno Mulazzani riferisce circa al 1490 l'opera del Santi, rilevando evidenti affinità tra la figura dell'ancella a sinistra di Elisabetta nel dipinto e la musa Clio del tempietto del Palazzo Ducale ed inoltre avvicinando l'opera alla contemporanea Annunciazione di Casa Santi. La datazione tra 1488 e 1490 viene ripresa anche in Battistelli (1974 1977, 1987) e Martelli (1984) che esaminando l'opera sottolinea la vicinanza tra questo paesaggio e quello del S. Rocco della Galleria Nazionale di Urbino e ancora l'analogia compositiva tra tale dipinto e l'Annunciazione sopracitata. Montevecchi (1986) riferisce più precisamente la Visitazione al 1488, anno particolarmente importante della vita del pittore che sicuramente incontrò il Perugino a Fano. Ancora attenzione all'opera dedica Battistini (1986) che la considera tra le prove migliori del pittore e di cui mette in evidenza gli apporti ferraresi sottolineando però il raggiunto equilibrio della composizione e la regolarità dei volti di marca urbinate. Come già chiarito da Mulazzani, il dipinto, che appartiene al periodo finale dell'attività del Santi, rivela l'orientamento in direzione peruginesca del pittore, proprio di tale fase della sua vita, allorchè le durezze nordiche e la complessità della sua cultura non esclusivamente urbinate (Zamnpetti 1989) si conciliano in un più equilibrato ed addolcito ma anche regolarizzato linguaggio pittorico. Il dipinto, che si presenta in discrete condizioni di conservazione, è stato restaurato nel penultimo decennio del XIX secolo (Talamonti) e nuovamente sottoposto a consolidamento e pulitura ad opera della Soprintendenza nel 1973.
altra localizzazioneluogo di provenienza: Marche, PU, Fano, San Lazzaro
bibliografiaSerra L.( 1924)pp. 32-33; Talamonti A.( 1961)pp. 140; 179; Battistelli F.( 1973)p. 98; Martelli F.( 1984)pp. 23-24; Zampetti P.( 1989)p. 99
definizionedipinto
regioneMarche
provinciaPesaro Urbino
comuneFano
indirizzovia Da Serravalle
ente schedatoreS70
ente competenteS70
autori della catalogazioneCompilatore scheda: De Blasi E.; Funzionario responsabile: Valazzi M. R.; Trascrizione per informatizzazione: ARTPAST/ Vanni L. (2006); Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Vanni L. (2006), Referente scientifico: NR (recupero pregresso);
anno creazione1990
anno modifica2006
latitudine43.841605
longitudine13.016404

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