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Opera d'arte Venere a Firenze

L'opera d'arte Venere - codice 09 00021602 si trova nel comune di Firenze, capoluogo dell'omonima provincia sita in monastero, vallombrosano, Monastero di S. Michele a S. Salvi, Chiesa e monastero di S. Michele a S. Salvi, via di S. Salvi, 43, Museo del Cenacolo di Andrea del Sarto, depositi, ex dormitorio
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bene culturaledipinto
soggettoVenere
tipo schedaOA_3.00
codice univoco09 00021602
localizzazioneItalia, Toscana, FI, Firenzevia di S. Salvi, 43
contenitoremonastero, vallombrosano, Monastero di S. Michele a S. Salvi, Chiesa e monastero di S. Michele a S. Salvi, via di S. Salvi, 43, Museo del Cenacolo di Andrea del Sarto, depositi, ex dormitorio
datazionesec. XVI seconda metà; 1550 - 1599 [analisi stilistica]
ambito culturaleambito fiorentino(analisi stilistica)
materia tecnicatavola/ pittura a olio
misurealt. 42, largh. 33,
condizione giuridicaproprietà Stato, Ministero per i Beni e le Attività Culturali
dati analiticiNR (recupero pregresso)Personaggi: Venere a mezzo busto.
notizie storico-criticheLa tavola figura nell'inventario del 1881 senza alcuna specificazione, mentre nell'inventario del 1890 viene riconosciuta come copia da una Venere allo specchio di Tiziano. Nella precedente schedatura ministeriale (S. Turrini, 1974-1975) si ritiene che il dipinto accolga "genericamente ricordi da opere di Tiziano e di Bronzino". In realtà si tratta di una copia parziale da una figura di Venere più volte raffigurata da Tiziano. L'unico dipinto considerato interamente autografo è la ' Toilet di Venere con due cupidi ' alla National Gallery of Art di Washington, Mellon Collection, datata intorno al 1552-1555 ed eseguita su tela. Alla morte di Tiziano (1576) il dipinto si trovava nella casa del pittore, la Casa Grande che venne acquistata, col suo contenuto, da Cristoforo Barbarigo nel 1581. Non è possibile definire se la copia parziale di San Salvi derivi dalla tela Barbarigo o da un'altro prototipo, ad esempio quello noto solo attraverso un disegno di Antoine van Dyck (1622 ca.), conservato al British Museum, che testimonia l'esistenza di un'altra composizione simile alla Barbarigo ma variata nei puttini. Questa seconda versione viene chiamata "tipo Crasso" per l'identificazione, non provata ma accettata dalla critica, con il dipinto ricordato dal Ridolfi (1648) nella collezione di Niccolò Crasso a Venezia. Sembra doversi escludere, comunque, che la tavoletta di San Salvi derivi da una delle due redazioni riferite alla bottega di Tiziano: ossia la 'Venere alla toilet con due cupidi' (versione Nemes), del Wallraf-Richartz Museum di Colonia (1555) ca. che presenta, infatti, una collana di perle che non compare nel nostro dipinto; e la 'Venere alla toilet con un cupido', di Stoccolma, Karl e Dagmar Bergsten (versione Regina Cristina e Orléans), sempre su tela e anch'essa del 1555 ca., che si differenzia per un drappo dietro la testa di Venere. Riguardo alla tavola di San Salvi, il supporto ligneo e la prevalenza dell'attenzione fanno pensare a una mano fiorentina di fine Cinquecento.
bibliografiaWethey H. E.( 1969-1975)V. III, pp. 200-201, n. 51
definizionedipinto
regioneToscana
provinciaFirenze
comuneFirenze
indirizzovia di S. Salvi, 43
rapportoRAPPORTO OPERA FINALE/ORIGINALE: Stadio opera: copia parziale, Autore opera finale/originale: Tiziano,
ente schedatoreS17
ente competenteS417
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Pagliarulo G.; Funzionario responsabile: Meloni S.; Trascrizione per informatizzazione: ARTPAST/ Pacciani L. (2006); Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Pacciani L. (2006), Referente scientifico: NR (recupero pregresso);
anno creazione1989
anno modifica2006
latitudine43.803968
longitudine11.275909

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