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Opera d'arte veduta con rovine classiche e figure di Giordano Luca (1634/ 1705), Luciani Ascanio (1621 ca./ 1706), a Cosenza

L'opera d'arte veduta con rovine classiche e figure di Giordano Luca (1634/ 1705), Luciani Ascanio (1621 ca./ 1706), - codice 18 00109782 di Giordano Luca (1634/ 1705), Luciani Ascanio (1621 ca./ 1706), si trova nel comune di Cosenza, capoluogo dell'omonima provincia sita in palazzo, museo, Galleria Nazionale, Palazzo Arnone, Via G. B. Gravina, Galleria Nazionale, interno
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bene culturaledipinto, opera isolata
soggettoveduta con rovine classiche e figure
tipo schedaOA_3.00
codice univoco18 00109782
localizzazioneItalia, Calabria, CS, CosenzaVia G. B. Gravina
contenitorepalazzo, museo, Galleria Nazionale, Palazzo Arnone, Via G. B. Gravina, Galleria Nazionale, interno
datazionesec. XVII ; 1684 - 1684 [bibliografia]
autoreGiordano Luca (1634/ 1705), Luciani Ascanio (1621 ca./ 1706),
materia tecnicatela/ pittura a olio
misurecm., alt. 253, largh. 353,
condizione giuridicaproprietà Stato, Ministero per i Beni e le Attività Culturali
dati analiticiRovine classiche e figure.Architetture: rovine classiche. Figure: astanti.
notizie storico-criticheL'opera è stata attribuita a Luca Giordano e ad Ascanio Luciani da Oreste Ferrari che, contestualmente, propone una datazione relativa agli anni novanta del Seicento. Egli indica in Luciani l'esecutore della veduta, evidenziando, per la parte spettante a Giordano, confronti stilistici con i "pastorali" realizzati dallo stesso. Nelle figure che animano la veduta è infatti evidente una grande freschezza narrativa. Esse si configurano come tipiche della maniera elaborata dal pittore nel nono decennio del secolo, impregnata di caratteristiche venete, bassanesche e tintorettiane. Anche il brano vedutistico dipinto da Luciani denuncia chiaramente la paternità di quest'ultimo maestro, particolarmente visibile nell' l'atmosfera brumosa, quasi precorritrice di esiti romantici. La critica, successivamente, è intervenuta a precisare la proposta cronologica, sulla base di notizie relative all'allestimento di una delle consuete "mostre" che si tenevano a Napoli nel Seicento in occasione di importanti festività civili e religiose. La datazione proposta è relativa al 1684, anno in cui il marchese del Carpio organizzò in occasione della solennità del Corpus Domini, l'esposizione di quattordici tele, affidate a diversi pittori esperti in diversi generi, con la direzione dello stesso maestro. Si è ritenuto quindi probabile identificare, in questo quadro di Cosenza, l'unica opera superstite del ciclo. Sebbene non sia sia trovato un riscontro documentario, tuttavia tale ipotesi appare alquanto verosimile e nemmeno contrasterebbe con le indicazioni stilistiche considerate.
bibliografiaCiviltà Seicento( 1984)pp. 158 ss.; Ceccarelli A.( 1992)p. 11; Ferrari Oreste/ Scavizzi G.( 1992)v. I p. 326 (A470); v. II pp. 718-719; Lattuada R.( 1997)p. 169; Ceraudo G.( 1999)pp. 107-109; Ceraudo G.( 2000)pp. 24-25; Leone G.( 2002)pp. 247-248; Vodret
definizionedipinto
regioneCalabria
provinciaCosenza
comuneCosenza
indirizzoVia G. B. Gravina
ente schedatoreS112
ente competenteS112
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Primicerio A.; Funzionario responsabile: Iannace R.; Trascrizione per informatizzazione: ARTPAST/ Tufaro R. (2007); Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Tufaro R. (2006), Referente scientifico: NR (recupero pregresso);
anno creazione2005
anno modifica2006
latitudine39.290705
longitudine16.261770

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