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Opera d'arte Trinità e i SS. Nicolò, Basilio e Gregorio di Cignaroli Giambettino (1706/ 1770), a Parma

L'opera d'arte Trinità e i SS. Nicolò, Basilio e Gregorio di Cignaroli Giambettino (1706/ 1770), - codice 08 00001870 di Cignaroli Giambettino (1706/ 1770), si trova nel comune di Parma, capoluogo dell'omonima provincia
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bene culturaledipinto
soggettoTrinità e i SS. Nicolò, Basilio e Gregorio
tipo schedaOA_3.00
codice univoco08 00001870
localizzazioneItalia, Emilia Romagna, PR, Parma
datazionesec. XVIII ; 1765 - 1765 [documentazione]
autoreCignaroli Giambettino (1706/ 1770),
materia tecnicatela/ pittura a olio
misurealt. 308, largh. 230,
condizione giuridicaproprietà Ente pubblico non territoriale
dati analiticiSu di uno sfondo che mostra un'architettura classicheggiante campeggia l'Eterno con il Cristo alla sua sinistra seduto su una nube ed affiancato da un putto che reca la croce. La colomba è al centro. In basso, in adorazione, i santi nominati. In primo piano un piccolo angelo seduto su di un gradino aiuta un santo a sorreggere un grosso volume. Nella calda pastosità delle tinte campeggiano con particolare evidenza il blu della veste di Dio Padre, il morbido incarnato di Cristo e i preziosi paramenti dei Santi.NR (recupero pregresso)
notizie storico-criticheIl dipinto fu commissionato al Cignaroli il 30 gennaio del 1762 che si impegnò a terminare il lavoro entro 3 anni. L'opera, scoperta al pubblico il 4 gennaio 1765, fu inizialmente collocata sull'altare a sud dedicato a S. Basilide ed eretto nel corso del 1762 da Antonio Brianti e Domenico della Meschina successivamente alla chiusura della porta di accesso che si trovava su questo lato. Nel 1816 fu spostato nel coro per far posto alla pala del Franceschini, che prese posto nel sovradetto altare, e ivi rimase fino al momento in cui si decise di trasferirla sulla porta principale, dove la vide il Testi. Infine fu collocata nella posizione attuale nel nicchione di sinistra. Il Cignaroli (Salò 1706 - Verona 1770), allievo a Verona di Santo Prunati, entrò poi in contatto con il piú anziano Antonio Balestra e con il francese - residente a Verona - Louis Dorigny. Soggiornò a Venezia (1735-38), ove eseguí affreschi in palazzo Labia accanto a Tiepolo, e nel 1737 il Martirio di san Felice e di san Fortunato per il duomo di Chioggia, che gli diede la celebrità. Professore e poi direttore dell'accademia di Verona, fu chiamato nel 1766 a Torino per riorganizzarvi l'accademia della città. Scrisse una Lettera sul colorire che illustra chiaramente il suo orientamento in pittura. Della presente pala d'altare è stato rintracciato il disegno preparatorio, recante l'anno 1764, custodito all'Ambrosiana di Milano.
bibliografiaBevilacqua I.( 1771)pp. 33-78; Lanzi L.( 1792)v. II pp. 220-221; Donati P.( 1824)p. 171; Bertoluzzi G.( 1830)p. 173; Martini( 1876)pp. 289-298; Malaspina C.( 1845)p. 48; Biadego G.( 1890); Pelicelli N.( 1913)p. 17; Testi L.( 1907)p. 56; Morassi A.( 1943);
definizionedipinto
regioneEmilia Romagna
provinciaParma
comuneParma
ente schedatoreS36
ente competenteS36
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Speculati F.; Funzionario responsabile: Fornari Schianchi L.; Trascrizione per informatizzazione: ARTPAST/ Nemi S. (2006); Aggiornamento-revisione: Casoli C. (2005), Referente scientifico: NR (recupero pregresso); ARTPAST/ Nemi S. (200
anno creazione2002
anno modifica2005; 2006

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