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Opera d'arte Temperanza di Cima Giovanni Battista detto Cima da Conegliano (1456-1460/ 1517-1518), a Venezia

L'opera d'arte Temperanza di Cima Giovanni Battista detto Cima da Conegliano (1456-1460/ 1517-1518), - codice 05 00402300 di Cima Giovanni Battista detto Cima da Conegliano (1456-1460/ 1517-1518), si trova nel comune di Venezia, capoluogo dell'omonima provincia sita in convento, Convento dei Canonici Lateranensi, ex Convento dei Canonici Lateranensi, Dorsoduro, 1050, Gallerie dell'Accademia, Quadreria
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bene culturaledipinto, elemento d'insieme
soggettoTemperanza
tipo schedaOA_3.00
codice univoco05 00402300
localizzazioneItalia, Veneto, VE, VeneziaDorsoduro, 1050
contenitoreconvento, Convento dei Canonici Lateranensi, ex Convento dei Canonici Lateranensi, Dorsoduro, 1050, Gallerie dell'Accademia, Quadreria
datazionesec. XVI primo quarto; 1516 - 1516 [NR (recupero pregresso)]
autoreCima Giovanni Battista detto Cima da Conegliano (1456-1460/ 1517-1518),
materia tecnicatela/ pittura a olio
misurealt. 189, largh. 85,
condizione giuridicaproprietà Stato, Ministero per i Beni e le Attività Culturali
dati analiticiNR (recupero pregresso)Soggetti sacri: la Temperanza.
notizie storico-criticheAssieme ai nn. inv. 816 e 167.Si ha notizia di un restauro a cura del1'Edw ards nel 1784. L'insieme che doveva essere originariamente a forma di lune tta venne riassemblato, aggiungendovi zone di fondo, nel 1930. Nel 1959, d urante un ulteriore restauro di A. Lazzarin, fu nuovamente diviso in tre, eliminando le parti non originali. E' ricordato nella Camera dell'Armament o in Palazzo Ducale "sopra il tribunale" dal Boschini (1664) e dallo Zanet ti (1733, 1771), che lo definisce "una delle migliori opere" del Cima. Nel 1812, durante il trasferimento nel deposito demaniale della Commenda (Sta to Generale 1822, nn. 410 e 411), il trittico venne smembrato, e mentre le due figure laterali venivano consegnate all'Accademia di Venezia il 28 no vembre 1838, la tela centrale passava all'Accademia di Vienna il 14 agosto dello stesso anno e veniva restituita a Venezia solo nel 1919. Il comples so fu esposto dal 1955 al 1979 alla Galleria G. Franchetti alla Ca' d'Oro. Sul Vangelo aperto verso l'osservatore, tenuto da san Marco, si legge la consueta scritta: PAX/TIBI/MAR/CE [EV]AN/GELI/ STA/MEUS. Il Ludwig (1901) data giustamente l'opera al 1516, dal momento che i tre santi corrispondon o agli eponimi dei magistrati in carica in quell'anno. Infatti se in un uf ficio della Repubblica non erano necessari motivi speciali per giustificar e la presenza di san Marco (Humfrey 1983), sant'Andrea e san Luigi non son o figure altrettanto ovvie. L'entusiasmo delle fonti non è condiviso dalla critica più recente, concorde nel ritenere i dipinti opere della bottega, che traducono idee e disegni del maestro. Humfrey ha notato come la figur a di Sant'Andrea ripeta in controparte quella dell'omonimo santo nella pal a della Galleria nazionale di Parma; la "Temperanza" sia estremamente vici na alla "Santa Giustina" di Washington; la "Giustizia" mescoli elementi de lla "Sant'Elena" di Washington e della "Santa Caterina", parte centrale de l disperso polittico di Mestre, ora Wallace Collection, Londra. Problemati ca appare l'identificazione degli artisti che vi hanno collaborato, e che dovrebbero essere almeno due, dal momento che i santi al centro e le virtù laterali appaiono di mani diverse. A Vienna il San Marco veniva attribuit o ad Andrea Busati (Lützow 1889), certo per analogia con l'opera da lui fi rmata, già allora alle Gallerie veneziane (cat. n. 81), che ne è probabilm ente una derivazione. A Venezia, seguendo Crowe, Cavalcaselle (1871), le v irtù venivano assegnate a Girolamo da Udine. Il Berenson (1957) mantenne l 'attribuzione al Busati, seguito cautamente dall'Humfrey (1983) che ritien e possibile per le figure femminili l'intervento di Girolamo da Udine. In realtà anche 1'analisi riflettografica rivela la scarsa qualità del disegn o preparatorio, riconfermando 1'esecuzione di più collaboratori. Il tritti co trabocca letteralmente di simboli: nello sfondo il prato verdeggiante d ietro la "Giustizia", la città fortificata dietro la "Temperanza", così co me nella parte centrale il castello, la chiesa, il porto, le stesse montag ne alludono a Maria (Battisti 1980). In primo piano sui gradini del trono il pappagallo, la rondine, a sinistra di Sant'Andrea una pernice e un fagi ano sono, a vario titolo, attributi cristologici (Panofsky 1969).
bibliografiaMoschini Marconi S.( 1955)pp. 118-119, n. 119; Berenson B.( 1957)I, p. 51; Coletti L.( 1959)p. 95; Panofsky E.( 1969)pp. 28-30; Battisti E.( 1980)pp. 227-ss; Menegazzi L.( 1981)pp. 135-136; Humfrey P.( 1983)p. 154; Nepi Scire' G.( 1995)pp. 37-38
definizionedipinto
regioneVeneto
provinciaVenezia
comuneVenezia
indirizzoDorsoduro, 1050
ente schedatoreS472
ente competenteS472
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Nepi Scirè G.; Funzionario responsabile: Spadavecchia F.; Aggiornamento-revisione: Rizzo P. (2004), Referente scientifico: NR (recupero pregresso); ARTPAST/ Bergamo M. (2006), Referente scientifico: NR (recupero pregresso);
anno creazione1995
anno modifica2004; 2006
latitudine45.431402
longitudine12.328676

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