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Opera d'arte Tartari con cani alani di Cassana Giovanni Francesco (1611 ca./ 1690), a Langhirano

L'opera d'arte Tartari con cani alani di Cassana Giovanni Francesco (1611 ca./ 1690), - codice 08 00380145 di Cassana Giovanni Francesco (1611 ca./ 1690), si trova nel comune di Langhirano nella provincia di Parma sita in palazzo, comunale, Palazzo Comunale
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bene culturaledipinto, serie
soggettoTartari con cani alani
tipo schedaOA_3.00
codice univoco08 00380145
localizzazioneItalia, Emilia Romagna, PR, Langhirano
contenitorepalazzo, comunale, Palazzo Comunale
datazionesec. XVII ultimo quarto; 1675 - 1691 (ante) [bibliografia]
autoreCassana Giovanni Francesco (1611 ca./ 1690),
materia tecnicatela/ pittura a olio
misurealt. 216, largh. 144,
condizione giuridicaproprietà Ente pubblico territoriale
dati analiticiSerie di 6 tele di uguali dimensioni, raffiguranti ciascuna un Tartaro, in abbigliamento di volta in volta diverso, in atto di trattenere per il collare un alano che, nella sequela dei soggetti, ordinata da sinistra a destra, diventa sempre più irrequieto e feroce, così come del pari si fa sempre più minaccioso e gravido di nubi tempestose il cielo che fa da sfondo ai soggetti. Le tre figure sulla parete sinistra si stagliano contro uno sfondo paesaggistico brullo e montuoso; quelle sulla parete destra sono inquadrate entro arcate a pieno sesto in controluce, che si aprono su squarci di cielo luminosissimo, seppur caricato di dense nubi. L'interpretazione iconografica tradizionale identifica nelle tre figure a sinistra rispettivamente "Il dominio", "La caccia" e "La guardia"; nelle tre a destra "Il pericolo", le cui avvisaglie vanno facendosi sempre più incombenti man mano che si procede dal primo al terzo soggetto.Personaggi: Tartari. Animali: cani alani. Architetture. Paesaggi.
notizie storico-criticheAllo stato attuale delle ricerche non sono ancora state definitivamente chiarite provenienza ed epoca di acquisizione di queste sei enigmatiche tele. Riferite alla scuola del Parmigianino dal Gambara (1966, p. 198), furono successivamente assegnate a quella di Sebastiano Ricci da Pellegri (1972, pp.73-76). Entrambe le attribuzioni non hanno trovato consensi dalla critica successiva, e nel 1973 Godi, rendendo noti altri quattro dipinti, di soggetto analogo e di dimensioni pressocchè identiche, passati per la vendita antiquaria Funghini come opera del genovese Giovanni Francesco Cassana (Cfr. Catalogo della VI Biennale Mostra Mercato Internazionale dell'Antiquariato di Palazzo Strozzi, Firenze 1966, pp. 258-261), spostava convincentemente la paternità delle tele di Langhirano verso questo artista (Cfr. Godi 1973, pp. 17-18). Ancora Pellegri, nel 1976, riconoscendo quest'ultima attribuzione, dava notizia dell'esistenza di una nuova serie di opere di identico soggetto, provenienti dalla Collezione del Principe Ferdinando di Toscana ed attualmente conservate nei depositi delle Gallerie di Firenze (Pellegri 1976, pp. 125-127). La serie, che risulta acquistata nel 1691 (presumibilmente all'epoca della morte del pittore, giacchè le date corrispondono, e per il tramite del figlio dell'artista, Niccolò, anch'egli pittore ed in quel tempo al servizio del Granduca), venne collocata "nel villino a mezza costa del viale del Poggio Imperiale dove eravi ancora nel 1706". Nella stessa occasione Pellegri avanzava anche l'ipotesi che la serie di tele conservate a Langhirano potesse essere stata realizzata non da Giovanni Francesco, ma dal figlio Niccolò, senza tuttavia darne altra motivazione se non che quest'ultimo, "ben più dotato artisticamente,...ritenuta la serie di quadri sommamente attuale e decorativa, attese a riprodurla poi più volte, sia da solo che con l'aiuto di scolari". Del pari, sulla scorta di un articolo di Carla Corradi sui rapporti fra Parma e l'Ungheria, Pellegri pareva propenso a riconoscere nei personaggi ritratti l'appartenenza non alla nazione turca (o tartara) ma a quella magiara (Pellegri 1976, pp. 125-127). Nel 1986, infine, Cirillo-Godi ribadivano senza incertezze la paternità di Giovanni Francesco Cassana, proponendo convincenti assonanze con le opere conosciute dell'artista, come le "Due storie bibliche" in Santa Giustina a Padova, in cui ravvisavano la stessa sintassi chiaroscurale e lo stesso vigoroso espressionismo delle tele di Langhirano (1986, p. 257).
bibliografiaGambara L.( 1966)p. 198; Pellegri M.( 1972)pp. 73-76; Godi G.( 1973)pp. 17-18; Dall'Olio E.( 1975)v. I, p. 134; Pellegri M.( 1976)pp. 125-127; Cirillo G./ Godi G.( 1986)v. II, p. 257; Trame storia( 2005)p. 20
definizionedipinto
regioneEmilia Romagna
provinciaParma
comuneLanghirano
ente schedatoreS36
ente competenteS36
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Mavilla A.; Funzionario responsabile: Loda A.; Trascrizione per informatizzazione: ARTPAST/ Pegazzano M. (2006); Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Pegazzano M. (2006), Referente scientifico: NR (recupero pregresso);
anno creazione2002
anno modifica2006
latitudine44.614430
longitudine10.233184

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