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Opera d'arte Scene mitologiche di Luini Bernardino (1485 ca./ 1532), a Milano

L'opera d'arte Scene mitologiche di Luini Bernardino (1485 ca./ 1532), - codice 03 00097777 - 0 di Luini Bernardino (1485 ca./ 1532), si trova nel comune di Milano, capoluogo dell'omonima provincia sita in palazzo, statale, Pinacoteca di Brera, Palazzo di Brera, via Brera, 28, Pinacoteca di Brera, sala I
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bene culturaledipinto, ciclo
soggettoScene mitologiche
tipo schedaOA_3.00
codice univoco03 00097777 - 0
localizzazioneItalia, Lombardia, MI, Milanovia Brera, 28
contenitorepalazzo, statale, Pinacoteca di Brera, Palazzo di Brera, via Brera, 28, Pinacoteca di Brera, sala I
datazionesec. XVI ; 1509 (ca.) - 1510 (ca.) [analisi stilistica; bibliografia]
autoreLuini Bernardino (1485 ca./ 1532),
materia tecnicaintonaco/ applicazione su tela/ pittura a fresco
condizione giuridicaproprietà Stato, Pinacoteca di Brera
dati analiticidipintoPersonaggi: Loti; Teseo; Acheloo; Priapo. Figure: Ninfa; Satiri.
notizie storico-criticheLuini lavorò per Gerolamo Rabia, che aveva ereditato la villa dal padre Luigi nel 1505, e che lo incaricò anche della decorazione del proprio palazzo milanese riedificato da Cristoforo Solari. Gerolamo Rabia, uomo assai ricco e particolarmente legato ai francesi che governarono Milano dal 1499 al 1521, fu anche uomo di lettere e intenditore di architettura. La scelta da parte del Rabia di commissionare i dipinti della sua villa al Luini fu dettata dalla sua fama di artista colto e di autore di un trattato dedicato alla pittura. Non è escluso che nella scelta dei temi degli affreschi della villa della Pelucca e di casa Rabia a Milano vi fosse una strettissima collaborazione fra Luini e il suo committente. Poche sono le notizie sull'aspetto originario della villa, il cui giardino era ornato di statue in terracotta e lapidi con iscrizioni, la maggior parte delle quali sono oggi conservate presso i Musei Civici del Castello Sforzesco. Tutti gli affreschi della villa furono strappati e trasportati su tavola da Stefano Barezzi fra il 1821 e il 1822, su incarico della Commissione permanente di Pittura dell'Accademia di Belle Arti di Brera, destinandoli ad arricchire le collezioni della Pinacoteca (su tale vicenda cfr. M.T. Binaghi Olivari, in Pinacoteca di Brera 1988, pp. 268-271).Lo spazio quasi preponderante che hanno le vedute naturali negli affreschi della Pelucca, dato anche il noto interesse per l'architettura di Gerolamo Rabia, derivano dalla lettura dei testi di Leon Battista Alberti, che evidenziava l'effetto benefico di questo genere di pitture nelle abitazioni private nonchè da una consapevole rivisitazione dei testi di Vitruvio e Plinio. La scelta dei temi mitologici, che decoravano alcune stanze della villa, trovano riscontro nell'ampia descrizione di soggetti adatti alla decorazione di palazzi, presente nel decimo libro del Trattato sull'Architettura del Filarete. Gli affreschi staccati dalla stanza denominata A nella pianta disegnata dal Beltrami ed illustrante il piano terra della villa (L. Beltrami, Luini 1512 - 1532. Materiale raccolto a cura di Luca Beltrami, Milano 1911p. 203) si ispirano secondo C. Quattrini ( 2004, p. 29) soprattutto al fortunato "Ovidio Methamorphoseos vulgare" di Giovanni Bonsignori, sia nella scelta degli episodi, che nella parziale ripresa di alcuni illustrazioni. Da questa stanza provengono sicuramente la scena della "Metamorfosi di Loti con Teseo e il fiume Acheloo" (identificata anche come la "Metamorfosi di Mirra o come "Apollo e Dafne e il fiume Peneo nella valle del Temple"), il sopracamino con "Famiglia di satiri che compie un sacrificio" e due frammenti probabilmente da identificare con "Priapo e Loti" e una "Ninfa". Il riconoscimento dell' "Ovidio Methamorphoseos Vulgare" del Buonsignori come fonte per le favole antiche della Pelucca, rafforzato dalla predilezione del Rabia per epigrafi, lapidi e labirinti nel giardino, e da un gusto ispirato alla lettura dell' "Hypnerotomachia Poliphili"; il clima politico incerto - e non favorevole a Gerolamo Rabia - della Restaurazione di Francesco Sforza II negli anni 1520 -1521; il confronto con opere di datazione certa del Luini, quali gli affreschi della Cappella Maggiore di Santa Maria dei Miracoli a Saronno (1525) o il Polittico di San Leone Magno (1523) a Legnano; i precisi riferimenti ad alcune principali opere del Bramantino, quali gli Arazzi Trivulzio, tessuti nel 1509, ma i cui cartoni erano già stati realizzati nel 1501; fanno anticipare a C. Quattrini (2005, p. 34) la datazione degli affreschi al 1510 circa, datazione invece posticipata al 1520 circa da M. T. Binaghi Olivari (in Pinacoteca di Brera, 1988, p. 274 e segg.).
altra localizzazioneluogo di provenienza: Lombardia, MI, Sesto San Giovanni
committenzaRabia Gerolamo (1520 ca.)
bibliografiaPinacoteca Brera( 1988)pp. 266 - 276; Quattrini C.( 2005)pp. 25 - 44
definizionedipinto
regioneLombardia
provinciaMilano
comuneMilano
indirizzovia Brera, 28
ente schedatoreS27
ente competenteS27
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Cresseri M.; Funzionario responsabile: Maderna V.; Trascrizione per informatizzazione: Cresseri M. (2006); Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Cresseri M. (2006), Referente scientifico: NR (recupero pregresso);
anno creazione2006
anno modifica2006
latitudine45.468396
longitudine9.173009

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