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Opera d'arte Santa Maria Maddalena penitente di Giordano Luca (1634/ 1705), a Cosenza

L'opera d'arte Santa Maria Maddalena penitente di Giordano Luca (1634/ 1705), - codice 18 00109780 di Giordano Luca (1634/ 1705), si trova nel comune di Cosenza, capoluogo dell'omonima provincia sita in palazzo, museo, Galleria Nazionale, Palazzo Arnone, Via G. B. Gravina, Galleria Nazionale, interno
immagine - immagine non disponibile -
bene culturaledipinto, opera isolata
soggettoSanta Maria Maddalena penitente
tipo schedaOA_3.00
codice univoco18 00109780
localizzazioneItalia, Calabria, CS, CosenzaVia G. B. Gravina
contenitorepalazzo, museo, Galleria Nazionale, Palazzo Arnone, Via G. B. Gravina, Galleria Nazionale, interno
datazionesec. XVII metà; 1640 (ca.) - 1660 (ca.) [bibliografia]
autoreGiordano Luca (1634/ 1705),
materia tecnicatela/ pittura a olio
misurecm., alt. 127, largh. 178.5,
condizione giuridicaproprietà Stato, Ministero per i Beni e le Attività Culturali
dati analiticiMaddalena con crocifisso, attributi iconografici e due teste di angeli. L'immagine di Maria Maddalena, qui rappresentata con i lunghi capelli sciolti in atto di adorare il crocifisso secondo i canoni iconografici della Leggenda Aurea di Jacopo da Varazze è spesso sovrapposta e confusa con quella di Maria Egiziaca.Personaggi: S. Maria Maddalena. Attributi: (S. Maria Maddalena) crocifisso; teschio; vaso per unguenti; collana; catene. Figure: due testine alate.
notizie storico-criticheL'attribuzione del dipinto a Luca Giordano si deve a John T. Spike, che si pronuncia sulla sua assegnazione quando ancora l'opera si trovava in una collezione privata fiorentina, e quindi precedentemente all'acquisizione da parte dello Stato italiano. Il Giordano realizza numerose versioni della santa, ma, secondo Rosanna Caputo, che nel 1999 cura la scheda per il catalogo della mostra tenutasi a Cosenza nello stesso anno, questa variante cosentina si distingue per la grande elequenza dell'immagine che ben si adatta al taglio scenico della tela fortemente allungata in orizzontale. Per questa caratteristica il dipinto richiama sia le altre tele di uguale soggetto che le sensuali "dee sdraiate" delle numerose rappresentazioni mitologiche dipinte dal pittore partenopeo. Molto evidente, secondo Oreste Ferrari (1992), un venetismo di marca tizianesca, testimoniato dalla luce dorata che pervade l'intera composizione e porta lo studioso a proporre una datazione compresa tra la fine del sesto e gli inizi edel settimo decennio del Seicento, anche sulla base di confronti con altre opere.
bibliografiaFerrari Oreste/ Scavizzi G.( 1992)v. II p. 259-265, 938; Filice R. A.( 1995)pp. 117-118; Ceraudo G.( 1999)pp. 73-75; Acquisizioni donazioni( 1999)pp. 124-125; Ceraudo G.( 2000)pp. 16-17; Caputo R.( 2001)pp. 20-21; Vodret R.( 2003)p. 84
definizionedipinto
regioneCalabria
provinciaCosenza
comuneCosenza
indirizzoVia G. B. Gravina
ente schedatoreS112
ente competenteS112
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Primicerio A.; Funzionario responsabile: Iannace R.; Trascrizione per informatizzazione: ARTPAST/ Tufaro R. (2007); Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Tufaro R. (2006), Referente scientifico: NR (recupero pregresso);
anno creazione2005
anno modifica2006
latitudine39.290705
longitudine16.261770

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