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Opera d'arte Santa Caterina d'Alessandria e il miracolo della ruota di Giovan Battista di Biagio Sanguigni (1393/ 1451), a Firenze

L'opera d'arte Santa Caterina d'Alessandria e il miracolo della ruota di Giovan Battista di Biagio Sanguigni (1393/ 1451), - codice 09 00646180 - 3.5 di Giovan Battista di Biagio Sanguigni (1393/ 1451), si trova nel comune di Firenze, capoluogo dell'omonima provincia sita in convento, domenicano, Convento di S. Marco, Chiesa e convento di S. Marco, P.zza S. Marco, 3, Museo di S. Marco, Biblioteca
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bene culturaleminiatura, c. 51v
soggettoSanta Caterina d'Alessandria e il miracolo della ruota
tipo schedaOA_3.00
codice univoco09 00646180 - 3.5
localizzazioneITALIA, Toscana, FI, FirenzeP.zza S. Marco, 3
contenitoreconvento, domenicano, Convento di S. Marco, Chiesa e convento di S. Marco, P.zza S. Marco, 3, Museo di S. Marco, Biblioteca
datazionesec. XV secondo quarto; 1425 (post) - 1449 (ante) [analisi stilistica]
autoreGiovan Battista di Biagio Sanguigni (1393/ 1451),
materia tecnicapergamena/ miniaturapergamena/ pittura a temperagesso/ doratura
misuremm, alt. 410, largh. 260,
condizione giuridicaproprietà Stato, MInistero per i Beni e le Attività Culturali
dati analiticiIniziale fogliata grande con storia e fregio su due margini P(assionem gloriose virginis Katherine), rubr. Ad laudes et per horas. Antiphona. La scena presenta il miracolo avvenuto durante il martirio di santa Caterina: sulla sinistra sono i due imperatori che assistono alla scena della tortura della santa salvata dalla spada di un angelo che le impedì la morte per la ruota dentata la quale, spezzandosi, ferì i soldati circostanti.Abbigliamento: pellande; mantelli; corazze. Armi: elmi; spada. Oggetti: corone. Figure: angelo. Figure femminili: imperatrice. Figure maschili: imperatore; soldati. Strumenti del martirio: ruota. Elementi architettonici: trono.
notizie storico-criticheL'Antifonario 10073, come testimoniato da un'iscrizione, forse del XVII secolo, apposta a c. 1r, proviene dal monastero di Santa Caterina a San Gaggio e contiene le antifone per le feste del monastero stesso e quelle per le feste di sant'Agostino, santa Caterina d'Alessandria e santa Monica Il codice è stato reso noto dal Toesca (Manoscritti miniati della Biblioteca del Principe Corsini a Firenze, 'Rassegna d'Arte', XVII, 1917, 1-2, pp. 126-128) che vi riconobbe la maniera di un seguace dell'Angelico, distinto da Zanobi e lo identificò con uno degli antifonari per i quali Battista di Biagio Sanguigni eseguì miniature pagate dal monastero di San Gaggio nel 1432 (Firenze, Archivio di Stato, Conv. 234; 77, c. 13v). Lo stile appare comunque discontinuo e lascierebbe presupporre la presenza di un altro miniatore che la Levi D'Ancona (1962) ha identificato con Zanobi Strozzi, assegnandogli l'iniziale a c. 38r con il Matrimonio mistico di santa Caterina e due santi. Kanter (1994) ha invece individuato come miniatira disomogenea quella a c. 32v con la Sepoltura e decollazione di santa Caterina che ha in un primo momento assegnato a Zanobi per poi riportarla al Sanguigni ma in un momento successivo alla realizzazione delle altre iniziali. Per la Scudieri (2003, p. 97) nelle miniature si osservano elementi stilistici comuni e ricollegabili a quelli presenti anche nell'Innario 10074 e quindi riconducibili al Sanguigni, sebbene riserbi qualche dubbio sull'iniziale con il Matrimonio mistico. Caratteristiche del Sanguigni sono il modo di costruire le figure dilatandone le forme senza riuscire a conferire loro una reale consistenza plastica e volumetrica, attraverso ampi e piatti panneggi; tipico del miniatore è anche l'uso intensivo delle lumeggiature nei volti con i lineamenti profilati a inchiostro, i grandi occhi chiari e la bocca ben modellata. La peculiarità di questo manoscritto è nelle miniature rimaste per la maggior parte incomplete ma che per questo motivo sono un documento importantissimo per la conoscenza della tecnica della miniatura anche perché mostrano un livello di finitura decrescente grazie al quale è possibile individuare le diverse fasi necessarie alla realizzazione di una iniziale. Tra queste, la pagina più interessante è sicuramente la c. 51v dove è ancora possibile individuare le iniziali dei colori suggeriti dal miniatore per la campitura del corpo della lettera e del fregio. Il motivo per il quale il codice rimase incompiuto potrebbe trovarsi nelle modalità di pagamento del monastero che, protrattesi per lungo tempo, come testimoniato da una nota di credito non ancora estinta dal monastero nel 1435, spinsero il miniatore a lasciare il lavoro incompiuto.
committenzaMonache del monastero di Santa Caterina a San Gaggio
bibliografiaLevi d'Ancona M.( 1970)pp. 2-16; Levi D'Ancona M.( 1962)pp. 54-55, 58, 261-262, 285-287; Fra Giovanni( 2007)pp. 112-116; Messale Beato( 2005)pp. 155-194; Omaggio Beato( 2001)p. 33; Miniatura '400( 2003)pp. 94-104; Mostra opere( 1955)pp. 106-107 n. 83
definizioneminiatura
regioneToscana
provinciaFirenze
comuneFirenze
indirizzoP.zza S. Marco, 3
ente schedatoreS156
ente competenteS156
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Giacomelli S.; Funzionario responsabile: Scudieri M.Sframeli M.
anno creazione2009
latitudine43.778115
longitudine11.258818

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