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Opera d'arte Sant'Andrea di Bigordi Domenico detto Domenico Ghirlandaio (1449/ 1494), a Firenze

L'opera d'arte Sant'Andrea di Bigordi Domenico detto Domenico Ghirlandaio (1449/ 1494), - codice 09 00645716 - 3.1 di Bigordi Domenico detto Domenico Ghirlandaio (1449/ 1494), si trova nel comune di Firenze, capoluogo dell'omonima provincia sita in convento, domenicano, Convento di S. Marco, Chiesa e convento di S. Marco, P.zza S. Marco, 3, Museo di S. Marco, Biblioteca
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bene culturaleminiatura, c. 3r
soggettoSant'Andrea
tipo schedaOA_3.00
codice univoco09 00645716 - 3.1
localizzazioneITALIA, Toscana, FI, FirenzeP.zza S. Marco, 3
contenitoreconvento, domenicano, Convento di S. Marco, Chiesa e convento di S. Marco, P.zza S. Marco, 3, Museo di S. Marco, Biblioteca
datazionesec. XV seconda metà; 1475 (ca) - 1475 (ca) [analisi stilistica; bibliografia]
autoreBigordi Domenico detto Domenico Ghirlandaio (1449/ 1494),
materia tecnicapergamena/ miniaturapergamena/ pittura a temperagesso/ doratura
misuremm, alt. 168, largh. 160,
condizione giuridicaproprietà Stato, MInistero per i Beni e le Attività Culturali
dati analiticiIniziale figurata grande con fregio marginale M (Michi autem nimis honorati sunt), rubr. a c. 2v, Introitus. Campo in foglia d'oro delimitato da una doppia bordura nera; corpo della lettera rosa tenue decorato con cirri bianchi e due palmette stilizzate, da una cornice perlata e da foglie lanceolate azzurre, rosa e verdi. Il fregio si estende su tutti e quattro i margini ed è formato da rametti e foglie lanceolate che si intersecano tra loro con bottoncini dorati contornati e uniti da fregetti a penna e inchiostro nero. Entro il fregio: fiorellini colorati, putti che reggono cornucopie o fiori, uccelli naturalistici, coppe, fasci di foglie di palma con pigne e di rametti fogliati, festoni e file di perle e coralli; nel margine superiore è una piccola cornice polilobata al cui interno è la testina di un serafino, al centro del margine esterno, entro un'altra cornice campita con azzurrite, è un pastorale dorato sormontato dalla tiara vescovile e sovrapposto alla lettera P in capitale dorata (Vallombrosa);al centro del margine inferiore sono due putti alati che reggono lo stemma dei Del Caccia. Sul fondo della lettera è la sola figura di sant'Andrea, con la veste verde e il mantello marrone, che regge una grande croce, suo attributo e strumento del martirio; città turrita sul fondo.Personaggi: Sant'Andrea. Abbigliamento. Attributi: (Sant'Andrea) croce; libro. Paesaggi. Montagne. Architetture. Animali. AraldicaSTEMMI, EMBLEMI, MARCHI: Classe di appartenenza: stemma, Qualificazione: familiare, Identificazione: famiglia Del Caccia, Posizione: entro il fregio al centro del margine inferiore, Descrizione : d'oro alla zampa di leone rossa, sormontato dalla mitria vescovile e circondato da un festone di alloro, e una collana di coralli con nappe azzurre., ; STEMMI, EMBLEMI, MARCHI: Classe di appartenenza: emblema, Qualificazione: religioso, Identificazione: monastero di Vallombrosa, Posizione: entro il fregio al centro del margine esterno, Descrizione : lettera P in capitale dorata con pastorale dorato sormontati dalla mitria vescovile d'argento,
notizie storico-criticheIl codice è identificabile con il Graduale proveniente dal monastero di Vallombrosa ma è citato dalle fonti come Antifonario sebbene contenga il Proprio dei Santi. Una prima citazione del codice è rintracciabile nel Rondoni (1876, pp. 49-51 n. 26) con l'attribuzione a Giuliano Amidei, ritenuta priva di fondamento dalla Levi D'Ancona. Nella descrizione del codice vengono identificati i due stemmi a c. 1r con quelli della famiglia fiorentina Del Caccia, al centro del margine inferiore, e con quello del monastero di Vallombrosa al centro del margine esterno. Il Rondoni riporta anche le iscrizioni graffite nell'oro e nel fregio dell'iniziale a c. 132r con la parola ripetuta più volte "Darmenio" interpretandole, erroneamente, come monogramma del miniatore don Giovanni degli Amidei, monaco camaldolese, ma che probabilmente furono aggiunte successivamente anche perché vanno a deteriorare la foglia d'oro e la superficie pittorica L'attribuzione fu contestata successivamente dal D'Ancona (1914, I, p. 70, II, pp. 531-532 n. 1052), che giudica l'esecuzione delle miniature buona ma debole e priva di rilievo, e dalla Levi D'Ancona (1962, p. 158). Una notevole rivalutazione dell'autore delle miniature spetta alla Garzelli (1985, I, p. 260) che propone il nome di Domenico Ghirlandaio e della sua bottega e una datazione intorno al 1475 per le affinità stilistiche, in particolare della Santa Caterina a c. 136r con i capelli riflessi sull'aureola, con la Madonna con i santi Sebastiano e Giuliano per la chiesa di Sant'Andrea a Brozzi; alla provenienza del codice da una grande bottega pittorica rimanderebbe anche la tecnica di esecuzione che fa uso dello spolvero almeno per il putto e parte del fregio a c. 1r. Al Ghirlandaio rimanderebbero anche altri elementi, come il particolare motivo del fregio con mazzi di campanule e pigne legati da nastri detto "grillanda" e usato dal pittore nella Natività di Maria a Santa Maria Novella e interpretabili nella miniatura quasi come una firma. Anche la Scudieri (La Miniatura, in La Chiesa e il Convento di San Marco a Firenze, Firenze 1990, V. II, p. 32) concorda con l'attribuzione a Domenico e alla sua bottega.
bibliografiaRondoni F.( 1876)pp. 49-51 n. 26; D'Ancona P.( 1914)V. I, p. 70, V. II, pp. 531-532 n. 1052; Chiarelli R.( 1968)p. 62; Levi D'Ancona M.( 1962)p. 158; Garzelli A. R.( 1985)V. I, p. 260
definizioneminiatura
regioneToscana
provinciaFirenze
comuneFirenze
indirizzoP.zza S. Marco, 3
ente schedatoreS156
ente competenteS156
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Giacomelli S.; Funzionario responsabile: Scudieri M.Sframeli M.
anno creazione2009
latitudine43.778115
longitudine11.258818

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