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Opera d'arte San Zanobi in trono tra San Lorenzo e Santo Stefano/ Madonna con Bambino e angeli di Bigordi Domenico detto Domenico Ghirlandaio (1449/ 1494), a Firenze

L'opera d'arte San Zanobi in trono tra San Lorenzo e Santo Stefano/ Madonna con Bambino e angeli di Bigordi Domenico detto Domenico Ghirlandaio (1449/ 1494), - codice 09 00281600 - 3 di Bigordi Domenico detto Domenico Ghirlandaio (1449/ 1494), si trova nel comune di Firenze, capoluogo dell'omonima provincia sita in palazzo, comunale, Palazzo Vecchio o della Signoria, NR (recupero pregresso), Museo di Palazzo Vecchio
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bene culturaledipinto, arco centrale
soggettoSan Zanobi in trono tra San Lorenzo e Santo Stefano/ Madonna con Bambino e angeli
tipo schedaOA_3.00
codice univoco09 00281600 - 3
localizzazioneItalia, Toscana, FI, FirenzeNR (recupero pregresso)
contenitorepalazzo, comunale, Palazzo Vecchio o della Signoria, NR (recupero pregresso), Museo di Palazzo Vecchio
datazionesec. XV ; 1482 - 1484 [documentazione]
autoreBigordi Domenico detto Domenico Ghirlandaio (1449/ 1494),
materia tecnicaintonaco/ pittura a fresco
misurealt. 570, largh. 830,
condizione giuridicaproprietà Ente pubblico territoriale, Comune di Firenze
dati analiticiLunetta centrale: paraste, pilastri, arco a tutto sesto, occhi, trabeazione.Personaggi: santo Stefano; san Zanobi; san Lorenzo; Madonna; Bambino Gesù. Figure: imperatori romani; angeli. Abbigliamento religioso: dalmatica; piviale. Abbigliamento: all'antica. Attributi: (Stefano) pietre; (Zanobi) mitria; pastorale; (Lorenzo) graticola. Interno. Paesaggi: cielo. Vedute: Firenze: Duomo; Battistero; campanile. Architetture: chiave di volta a mensole con statuetta; arco; loggiato; trono; pavimento. Allegorie-simboli: Marzocco; vessillo del popolo; vessillo della città. Decorazioni: candelabre; gigli.
notizie storico-criticheIl Ghirlandaio concepì la scena come se disponesse di un lunettone che finge un loggiato aperto sui due lati, verso la città e verso l'atmosfera: sullo sfondo infatti è ben individuabile una veduta di Firenze in cui sono riconoscibili alcuni edifici rappresentativi della città. Entro il loggiato un grande trono raccoglie le figure dei tre santi patroni della città mentre una lunetta sovrasta il tutto e finge, anche nella realizzazione a monocromo, l'effetto di una terracotta invetriata che rimanda alla produzione della bottega dei Della Robbia. La porta di accesso alla sala della Guardaroba, appoggiata sulla parte inferiore della figura di S. Lorenzo, nasconde il leone del quale è visibile soltanto il vessillo col giglio rosso, pendant dell'altro "Marzocco", recante invece l'insegna del Popolo posto a sinistra in basso, fuori del finto loggiato. In alto due occhi incorniciano ritratti di imperatori romani, desunti fedelmente da monete antiche. L'insieme delle figurazioni è dunque volto all'esaltazione della città di Firenze, su cui vegliano le vergini e i santi potroni e che è ricordata come la diretta discendente dell'antica Roma cui fanno riferimento le effigi degli imperatori e tutta l'architettura che scandisce le pareti dell'intera sala. Il tema delle virtù civili incarnate dai grandi uomini dell'antichità e della celebrazione cittadina accomuna la decorazione di tutta la stanza. L'attribuzione a Benedetto Ghirlandaio, fratello di Domenico e suo collaboratore in molti cantieri, avanzata per la prima volta dal Küppers, fu seguita dal De Francovich in un articolo monografico sul pittore. Il critico assegna a Domenico il cartone e il progetto dell'intero ciclo, ma ritiene l'esecuzione di questa scena 'opera chiara di Benedetto' per le tangenze con la "Natività" di Aigueperse e la "Salita al Calvario" del Louvre. Anche la Turchi Rodriguez nella tesi di laurea su Benedetto si attiene alla traccia critica del Francovich. La letteratura più recente su Palazzo Vecchio, escluso Lensi Orlandi, ha invece seguito l'interpretazione vasariana ed ha ritenuto l'intero ciclo parzialmente opera di Domenico e bottega avvalendosi del fatto che i documenti attestano il pagamento a Domenico. Era usanza, però, piuttosto comune registrare nei pagamenti il solo nome del capobottega e tralasciare gli esecutori materiali dell'opera quando questi lavoravano per un maestro affermato iscritto all'accademia di S. Luca.
altre attribuzioniDomenico del Ghirlandaio
bibliografiaKüppers P. E.( 1916)pp. 55-57; De Francovich G.( 1929-1930)v. VI, p. 730-734
definizionedipinto
regioneToscana
provinciaFirenze
comuneFirenze
indirizzoNR (recupero pregresso)
ente schedatoreL. 41/1986
ente competenteS128
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Corti C.; Funzionario responsabile: Damiani G.; Trascrizione per informatizzazione: Reggioli C./ Orfanello T. (1998); Aggiornamento-revisione: Reggioli C. (1998), Referente scientifico: NR (recupero pregresso); Orfanello T. (1999), Ref
anno creazione1987
anno modifica1998; 1999; 2006
latitudine43.779926
longitudine11.245030

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