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Opera d'arte San Siro in trono fra Santo Stefano, Sant'Invenzio, San Teodoro e San Lorenzo di Ambrogio da Fossano detto Bergognone (1451-1456/ 1525), a Certosa di Pavia

L'opera d'arte San Siro in trono fra Santo Stefano, Sant'Invenzio, San Teodoro e San Lorenzo di Ambrogio da Fossano detto Bergognone (1451-1456/ 1525), - codice 03 00702325 di Ambrogio da Fossano detto Bergognone (1451-1456/ 1525), si trova nel comune di Certosa di Pavia nella provincia di Pavia sita in chiesa, Chiesa della Certosa delle Grazie, Certosa di Pavia, viale Monumento, 4, quinta cappella a destra
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bene culturalepala d'altare, opera isolata
soggettoSan Siro in trono fra Santo Stefano, Sant'Invenzio, San Teodoro e San Lorenzo
tipo schedaOA_3.00
codice univoco03 00702325
localizzazioneITALIA, Lombardia, PV, Certosa di Paviaviale Monumento, 4
contenitorechiesa, Chiesa della Certosa delle Grazie, Certosa di Pavia, viale Monumento, 4, quinta cappella a destra
datazionesec. XV ; 1491 - 1491 [documentazione; bibliografia]
autoreAmbrogio da Fossano detto Bergognone (1451-1456/ 1525),
materia tecnicatavola/ pittura a olio
misurecm, alt. 280, largh. 168,
condizione giuridicaproprietà Stato, Demanio
dati analiticiNR (recupero pregresso)Personaggi: Santo Stefano; Sant'Invenzio; San Siro; San Teodoro; San Lorenzo.STEMMI, EMBLEMI, MARCHI: Classe di appartenenza: monogramma, Qualificazione: cristologico, Posizione: veste di San Lorenzo, Descrizione : IHS,
notizie storico-criticheLa pala ancora oggi posta sull'altare della quinta cappella a destra rappresenta una sacra conversazione: protagonista è San Siro, patrono di Pavia, a cui è dedicata la cappella. Al suo fianco compaiono due diaconi e due vescovi: da sinistra, Santo Stefano martire, riconoscibile per la presenza delle pietre con cui venne lapidato; i vescovi pavesi Invenzio e Teodoro, con una preziosa mitria sul capo al pari di San Siro; infine San Lorenzo che, come sempre accompagnato dalla graticola del martirio, legge da un libro e tiene in mano la palma del martirio. Sulla sua dalmatica compare il monogramma cristologico, dal quale si spandono raggi dorati. L'ambiente è illuminato dai raggi del sole ormai ai tramonto, espediente che permette al pittore di indugiare su particolari come il basamento del trono di San Siro, le ricche vesti dei personaggi e l'architettura, quasi interamente occupata dalle figure che sembrano dilatarsi nello spazio fino a invaderlo interamente.||"Il Fossano fece l'ancona di San Siro, santo Stefano, san Lorenzo, et doi vescovi scudi n. 140". Così le seicentesche "Memorie" della Certosa di Pavia attestano l'attribuzione al Bergognone della pala, realizzata nel 1491. La paternità bergognonesca, da sempre fondata sulle notizie documentarie, è stata messa in dubbio da alcuni studiosi (G. Romano, R. Battaglia), che tendono a separare questa pala dal gruppo di ancone realizzate dal Bergognone per la Certosa, ravvisandovi caratteri peculiari e diversi: in particolare, la prospettiva fortemente scorciata dal basso, il "gigantismo delle figure", l'espressività dei volti e la lucentezza delle vesti sarebbero inimmaginabili senza il modello offerto da Bramante e Bramantino negli affreschi di casa Visconti Panigarola e nell'Argo del Castello Sforzesco di Milano. L'autore dell'ancona andrebbe individuato allora non nel Bergognone in persona, bensì nel "maestro bramantesco" identificato da R. Battaglia (1988; 1998) con quel Pietro da Velate citato nei documenti della Certosa come autore delle tarsie del coro dei monaci. I più recenti studi hanno però ribadito la paternità bergognonesca, pur ravvisando nel dipinto quella peculiare enfasi espressiva e prospettica che aveva fatto dubitare della sua paternità. M. Pavesi (2009) ipotizza che tali picchi espressivi siano dovuti a un collaboratore (forse lo stesso fratello di Ambrogio, Bernardino Bergognone), che avrebbe affiancato il maestro nella realizzazione della pala. M. G. Albertini Ottolenghi (2010), dopo aver ridimensionato la figura del da Velate, propone di identificare il "maestro bramantesco" con il cognato del Bramantino, Cristoforo de Vulpis, e ipotizza che "le impennate di stile e prospettiche" presentate dalla pala, che rimarrebbe del Bergognone, sarebbero dovute proprio alla presenza del de Vulpis e forse dello stesso Bramantino in Certosa attorno al 1490.
definizionepala d'altare
regioneLombardia
provinciaPavia
comuneCertosa di Pavia
indirizzoviale Monumento, 4
altri codicisito
ente schedatoreS27
ente competenteS27
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Curti, Elisa; Funzionario responsabile: Lodi, Letizia
anno creazione2011
latitudine45.256213
longitudine9.146125

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