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Opera d'arte San Michele Arcangelo, San Domenico, San Francesco di Raibolini Giacomo Maria detto Giacomo Francia (1486 ca./ 1557), a Bologna

L'opera d'arte San Michele Arcangelo, San Domenico, San Francesco di Raibolini Giacomo Maria detto Giacomo Francia (1486 ca./ 1557), - codice 08 00051418 di Raibolini Giacomo Maria detto Giacomo Francia (1486 ca./ 1557), si trova nel comune di Bologna, capoluogo dell'omonima provincia sita in chiesa, basilica, Chiesa di S. Domenico, Convento di S. Domenico, p.zza S. Domenico, 13, settima cappella a sinistra (già cappella Pepoli)
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bene culturaledipinto
soggettoSan Michele Arcangelo, San Domenico, San Francesco
tipo schedaOA_3.00
codice univoco08 00051418
localizzazioneItalia, Emilia Romagna, BO, Bolognap.zza S. Domenico, 13
contenitorechiesa, basilica, Chiesa di S. Domenico, Convento di S. Domenico, p.zza S. Domenico, 13, settima cappella a sinistra (già cappella Pepoli)
datazionesec. XVI primo quarto; 1500 (ca.) - 1524 (ca.) [bibliografia]
autoreRaibolini Giacomo Maria detto Giacomo Francia (1486 ca./ 1557),
materia tecnicatavola/ pittura a olio
condizione giuridicaproprietà Stato, Ministero dell'Interno, Fondo Edifici di Culto (F.E.C.)
dati analiticiDipinto a olio su tavola.NR (recupero pregresso)
notizie storico-criticheLa tavola è ascrivibile al primo quarto del XVI secolo. Il modello di riferimento è ancora Raffaello, se non direttamente il celebre cartone con il san Michele arrivato a Ferrara presso la corte estense nel 1518, una delle sue numerose riproposizioni, assai diffuse in area emiliana. In particolare va ricordata quella che nel 1522 Innocenzo da Imola elaborò per la sagrestia della chiesa di San Michele in Bosco, dove la figura dell'Arcangelo baratta la "sprezzatura" raffaellesca con una levigata bellezza statuina priva di drammaticità. La stessa pulizia formale, sposata all'assenza d'azione e di pathos, viene adottata anche da Francia che amplifica il carattere arcaico della composizione inserendo la figura centrale di Dio Padre nella mandorla con i cherubini. Questa accentuazione neo-quattrocentesca, secondo Roio (1986) è da attribuirsi alla difficoltà, da parte della committenza, di superare i modi tipici della rappresentazione liturgica del XV secolo, di cui la bottega del Francia era considerata depositaria.
bibliografiaRoio N.( 1986)v. I p. 31; Fiori E.( 1983)pp. 317-326; Faietti M.( 1983)pp. 377-331
definizionedipinto
regioneEmilia Romagna
provinciaBologna
comuneBologna
indirizzop.zza S. Domenico, 13
ente schedatoreS08
ente competenteS08
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Orsi O.; Funzionario responsabile: D'Amico R.; Trascrizione per informatizzazione: Sabbatini S. (1997); Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Orsi O. (2006), Referente scientifico: NR (recupero pregresso);
anno creazione1996
anno modifica2006
latitudine44.489800
longitudine11.343435

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