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Opera d'arte ritratto di Mattia I Corvino re d'Ungheria a Firenze

L'opera d'arte ritratto di Mattia I Corvino re d'Ungheria - codice 09 00290225 si trova nel comune di Firenze, capoluogo dell'omonima provincia sita in palazzo, Palazzo degli Uffizi, Complesso vasariano, piazzale degli Uffizi, Galleria degli Uffizi, corridoio di levante, ottava campata
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bene culturaledipinto
soggettoritratto di Mattia I Corvino re d'Ungheria
tipo schedaOA_3.00
codice univoco09 00290225
localizzazioneItalia, Toscana, FI, Firenzepiazzale degli Uffizi
contenitorepalazzo, Palazzo degli Uffizi, Complesso vasariano, piazzale degli Uffizi, Galleria degli Uffizi, corridoio di levante, ottava campata
datazionesecc. XVI/ XVII ; 1590 (ca.) - 1610 (ca.) [analisi stilistica]
ambito culturaleambito fiorentino(analisi stilistica)
materia tecnicatela/ pittura a olio
misurealt. 56, largh. 45,
condizione giuridicaproprietà Stato, Ministero per i Beni e le Attività Culturali
dati analiticiNR (recupero pregresso)Ritratti. Personaggi: Mattia I Corvino. Abbigliamento: contemporaneo.
notizie storico-criticheLa collezione iconografica degli Uffizi vanta oggi quattrocentonovantadue ritratti di uomini illustri. Arricchita fino al 1840, fu iniziata da Cosimo I de' Medici nel 1552. In quell'anno, infatti, il duca invio' a Como il pittore Cristofano dell'Altissimo con lo specifico incarico di copiare i ritratti raccolti in circa trenta anni da Paolo Giovio (1483-1552). Sistemata nella villa sul lago, la raccolta gioviana era per la maggior parte costituita da ritratti copiati da affreschi, monumenti funerari o medaglie ma un certo spazio era dedicato anche ai ritratti di personaggi contemporanei. Corredata da brevi biografie ed esemplata sul tradizionale schema del "De viris illustribus" del Petrarca, la collezione comasca era ritenuta, nel XVI secolo, la piu' importante raccolta del genere: grande infatti era l'interesse storico e documentario ad essa legato. La realizzazione su tavola di ritratti a mezzo busto rappresentava un'innovazione rispetto alle tradizionali raccolte di ritratti di uomini famosi, solitamente ad affresco o comunque legati all'ambiente per il quale, in numero stabilito, erano stati dipinti. La scelta della tecnica dell'olio su tavola permetteva invece di aumentarne il numero all'infinito e di variarne la collocazione. Anche Cosimo I, interessato al valore iconografico della raccolta, adotto' questo sistema. Stabilitosi a Como, tra il luglio del 1552 e l'agosto del 1553 Cristofano dell'Altissimo invio' a Firenze ventiquattro ritratti. Nel luglio del 1554 spedi' ventisei tavole e nell'ottobre del 1556 altre venticinque. Nel 1568, nella edizione giuntina delle Vite, il Vasari cita, presenti in quell'anno a Firenze, piu' di duecento ritratti che furono sistemati in Palazzo Vecchio nella sala detta della Guardaroba o del Mappamondo, allestita dallo stesso Vasari su idea del duca per raccogliere lo scibile umano riguardante le "cose del cielo e della terra giustissime e senza errori". Come testimoniano i regolari pagamenti a Cristofano dell'Altissimo la raccolta fu accresciuta da Ferdinando I che, con le raccolte d'arte di casa Medici, colloco' anche la collezione gioviana nella Galleria degli Uffizi. I ritratti furono sistemati in questa nuova sede fra il 1587, anno iniziale del governo di Ferdinando, e il 1591. In questo periodo Cristofano invio' da Como a Firenze numerosi altri ritratti. Nel 1597 l'intera raccolta fu riordinata secondo le dignita' e professioni dallo scrittore vicentino Filippo Pigafetta che segnalo' le lacune in modo che la serie potesse essere aggiornata. L'interesse iconografico della raccolta ha favorito la diffusione di nuove copie come quelle ordinate da Ferdinando del Tirolo nel 1595. Il ritratto in questione, eseguito su tela e ornato da una cornice nera con profilatura dorata, sembra essere una copia dell'originale, dipinto da Cristofano dell'Altissimo per Cosimo I e citato dal Vasari (1568). L'esecuzione su tela anziche' su tavola e l'incorniciatura diversa da quella degl altri ritratti citati dal Vasari della serie gioviana fanno infatti supporre che questo ritratto sia stato dipinto per sostituire l'originale, oggi non piu' rintracciabile, probabilmente fra la fine del '500 e l'inizio del '600. Il ritrattato, Mattia I Corvino 1440-1490), fu re d'Ungheria (1458) e di Boemia (1478) e combatte' vittoriosamente contro i Turchi. Cultore e protettore delle arti e delle lettere, creo' la Biblioteca Corviniana, oggi dispersa. Un ritratto col medesimo soggetto e' ricordato in Palazzo Pitti nel 1577 (cfr. Mosco M., 1980). Non e' pero' possibile stabilire se si tratta dello stesso dipinto visto da Vasari nel 1568 in Palazzo Vecchio di cui il dipinto in questione e' la copia.
bibliografiaGaye G.( 1840)v. II pp. 389-392, 401-402, 412-414; Gualandi M.( 1844-1856)v. I pp. 46, 371-374; Gotti A.( 1872)pp. 36-38; Vasari G.( 1878-1885)v. VII pp. 608-609; Literarische nachlass( 1923-1940)v. I p. 493; Venturi A.( 1901-1940)v. IX/VI pp. 402-411; Fr
definizionedipinto
regioneToscana
provinciaFirenze
comuneFirenze
indirizzopiazzale degli Uffizi
rapportoRAPPORTO OPERA FINALE/ORIGINALE: Stadio opera: copia, Autore opera finale/originale: Cristofano dell'Altissimo, Data opera finale/originale: ,
ente schedatoreL. 41/1986
ente competenteS417
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Corti C.; Funzionario responsabile: Damiani G.; Aggiornamento-revisione: Romagnoli G./ Rousseau B. (2002), Referente scientifico: NR (recupero pregresso); ARTPAST (2006), Referente scientifico: NR (recupero pregresso);
anno creazione1989
anno modifica2002; 2006
latitudine43.768826
longitudine11.255744

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