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Opera d'arte ritratto di Antonio Fabro di Serangeli Gioacchino (1768/ 1852), a Torino

L'opera d'arte ritratto di Antonio Fabro di Serangeli Gioacchino (1768/ 1852), - codice 01 00201119 di Serangeli Gioacchino (1768/ 1852), si trova nel comune di Torino, capoluogo dell'omonima provincia sita in reggia, museo, Palazzo Reale, Piazzetta Reale, Museo di Palazzo Reale, piano I, 21, Galleria del Daniele, parete ovest, specchiera n. 1, in alto
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bene culturaledipinto, opera isolata
soggettoritratto di Antonio Fabro
tipo schedaOA_3.00
codice univoco01 00201119
localizzazioneItalia, Piemonte, TO, TorinoPiazzetta Reale
contenitorereggia, museo, Palazzo Reale, Piazzetta Reale, Museo di Palazzo Reale, piano I, 21, Galleria del Daniele, parete ovest, specchiera n. 1, in alto
datazionesec. XIX secondo quarto; 1840 - 1841 [documentazione; bibliografia]
autoreSerangeli Gioacchino (1768/ 1852),
materia tecnicatela/ pittura a olio
misurealt. 84, largh. 75,
condizione giuridicaproprietà Stato, Ministero per i Beni e le Attività Culturali
dati analiticiDipinto con cornice di legno intagliato e dorato.Ritratti: Antonio Fabro.
notizie storico-criticheIl dipinto, eseguito da Gioacchino Serangeli probabilmente verso il 1840-41, raffigura Antonio Fabro, nato nel 1567, magistrato e scrittore di cose legali "autorevolissimo al di quà e al di là delle Alpi" [SBAS TO, Stato dei Quadri ultimamente collocati nella Galleria denominata del Daniel nel Real Palazzo Grande, fol. n. n. (ma n. 2)]. L'autore, il pittore Serangeli, era nato a Roma nel 1768 e morto a Torino nel 1852. Dopo aver partecipato ai Salons parigini dal 1793 al 1817, si era stabilito a Milano, esponendo a Brera grandi dipinti di soggetto mitologico nel 1816 e poi nel 1818-22 . Divenuto pittore di corte di Carlo Alberto, eseguì numerose opere a Palazzo Reale, sia per la serie dei Beati della Sala del Consiglio sia per i ritratti della Galleria del Daniel, dove oltre al dipinto raffigurante il cardinale Guala Bicchieri, eseguì quelli di Antonio Fabro, del sindaco Bellezia, di San Brunone e di Sant'Anselmo (Castelnuovo E./ Rosci M., Torino 1980, v. III, p. 1486 di Castelnuovo E.). Il dipinto appartiene ad una serie di cinquantaquattro ritratti rappresentanti insigni personaggi dello Stato Sabaudo, che Carlo Alberto alla fine degli anni trenta volle commissionare ad artisti a lui contemporanei, proponendosi di arredare con una serie iconografica di piemontesi illustri, appositamente eseguita, la Galleria del Daniele che riacquistava così la sua primitiva funzione di quadreria (Pinto S., Torino 1988, p. 26). Nella descrizione di questo ambiente fatta da Rovere nel 1858 le pareti appaiono "...rivestite di tavolati di legno a compartimenti, divisi da lezzene con isfondi a specchi, ricche cornici ed ornamenti intagliati e dorati, e sopra caduna di tali lezzene sono collocati tre quadri dipinti ad olio da artisti contemporanei.." (p. 138). Il programma decorativo era stato concepito ed allestito intorno al 1840, come testimonia la relazione intitolata "Galleria di S. M. 1840. Personaggi illustri nazionali per Soggetti di quadri, busti, ritratti", redatta dal Conte Cesare di Saluzzo di Meneseglio (1778-1853), che allora ricopriva la carica, affidatagli nel 1830 da Carlo Felice, di governatore dei figli di Carlo Alberto. Conservato presso la Soprintendenza dei Beni Artistici e Storici del Piemonte, il manoscritto illustra i criteri di selezione dei personaggi, in cui appaiono privilegiati illustri uomini di chiesa e i nobili tradizionalmente al servizio dei sovrani nell'amministrazione e nell'esercito. I pittori chiamati a realizzare questi dipinti come Giovanni Battista Biscarra, Michele Bertrandi, Pietro Ayres, Michele Cusa, Amedeo Augero, Francesco Marabotti, Camilla Gandolfi Guiscardi, insieme a Ferdinando Cavalleri e a Luigi Gandolfi, rappresentavano i maggiori ritrattisti attivi all'epoca in Piemonte (cfr. Casassa A., La corte, l'aristocrazia, la borghesia nei ritratti e nelle scene d'interno, in Dalmasso F./ Maggio Serra R., Francesco Gonin 1808-1889, catalogo della mostra, Torino 1991, p. 88). Alcuni di questi ritratti risultano già sistemati nella galleria nell'aprile del 1840, come dimostrano alcuni documenti rinvenuti nell'Archivio di Stato di Torino (Sezione Camerale, Fondo Real Casa) da Silvia Ghisotti, dai quali risulta che fin dal 1837 Gabriele Capello lavorava al restauro di cinquantaquattro cornici "predisponendone la numerazione nello scudetto" (cfr. scheda documenti n. 121238), numeri che, nello st esso anno, gli indoratori S. Bonzanigo, P. Fagiani e F. Martini s'impegnavano a dipingere in nero (cfr. scheda documenti n. 121253). Nel 1840 è nuovamente G. Capello ad eseguire "delle cartelle da mettere sotto 43 quadri della Galleria del Daniel, tra i quali il ritratto di Emanuele Filiberto posto nel mezzo" (cfr. scheda documenti n. 121563), su ventisette delle quali Felice Spilmann esegue iscrizioni (cfr. scheda documenti n. 121574). Altri ventisette ritratti vengono trasportati dai laboratori dei rispettivi autori alla Galleria del Daniel nel 1841per opera di Capello, che "li sostituisce ai vecchi quadri e sistema le rispettive cartelle con i nomi" (cfr. scheda documenti n. 121319).
bibliografiaRovere C.( 1858)p. 139; Castelnuovo E./ Rosci M.( 1980)v. I p. 414 di Mazzocca F.; v. III p. 1486; De Benedetti M.( 1913)p. 57
definizionedipinto
regionePiemonte
provinciaTorino
comuneTorino
indirizzoPiazzetta Reale
ente schedatoreS67
ente competenteS67
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Manchinu P.; Funzionario responsabile: Astrua P.; Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Damiano S. (2007), Referente scientifico: NR (recupero pregresso);
anno creazione2000
anno modifica2007
latitudine45.072658
longitudine7.686346

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