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Opera d'arte ritratto di Ambrogio Caccia di Argenti Giuseppe (1810/ 1876), a Novara

L'opera d'arte ritratto di Ambrogio Caccia di Argenti Giuseppe (1810/ 1876), - codice 01 00033523 di Argenti Giuseppe (1810/ 1876), si trova nel comune di Novara, capoluogo dell'omonima provincia
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bene culturalescultura, opera isolata
soggettoritratto di Ambrogio Caccia
tipo schedaOA_3.00
codice univoco01 00033523
localizzazioneItalia, Piemonte, NO, Novara
datazionesec. XIX seconda metà; 1850 (post) - 1899 (ante) [analisi stilistica]
autoreArgenti Giuseppe (1810/ 1876),
materia tecnicamarmo bianco di Carrara/ intaglio/ scultura
misurealt. 73, largh. 73,
condizione giuridicaproprietà Ente pubblico territoriale
dati analiticiCollocato sul lato est. Medaglione ottagonale in cui è inscritta la cornice circolare con l'iscrizione. Al centro è posto il personaggio, raffigurato di profilo e rivolto verso destra. La scultura è caratterizzata da un modellato secco e da minuziosi particolari somatici e dettagli dell'abbigliamento in cui sono riposti gli elementi essenziali della connotazion esociale.Soggetti profani. Personaggi: Ambrogio Caccia. Abbigliamento religioso.
notizie storico-criticheIl medaglione fa parte della serie dei ritratti di benefattori collocati al piano terra che in base alla delibera del 18 maggio 1848, sostituiscono quelli anteriori eseguiti ad olio su tela, più delicati e soggetti a danneggiamenti. Potrebbe essere attribuito allo scultore Giuseppe Argenti, in base ai confronti con i profili di novaresi illustri che decorano l'architrave dei portici dei Mercanti a Novara in Corso Rosselli e con la medaglia raffigurante Cristina Parvopassu ed il monumento funebre al sacerdote Filippo Albera in questo stesso ospedale o ancora con i busti di Giuseppe Galvagna, A. Feruta, il vescovo Melano e la contessa Solaro Clerici, tutte opere certe dello scultore citato. Si rileva lo stesso modellato incisivo e chiaroscuro, le linee prominenti del profilo ed altri caratteri generici che tornano nel volto del mendicante raffigurato nel monumento funebre indicato (si vedano i riccioli dei capelli e della barba e l'espressione serena e dignitosa). Il rilievo, già previsto nel progetto iniziale della decorazione riferibile allo stesso Argenti, indica non solo una ricca donazione (il vescovo legò con instrumento del 9 gennaio 1606 all'Ospedale un reddito di £. 6000: G. B. Morandi - S. Ferrara, L'Ospedale Maggiore della Carità di Novara. Memorie storiche, Novara 1907,p. 93), ma anche un atappa fondamentale nella storia dell'Ente. Fu proprio il vescovo Caccia - titolare della Curia di Castro - ad essere invitato a porre la prima pietra della chiesa dell'Ospedale, erett acanonicamente in parrocchia nel 1603 (la data indicata sul medaglione non si riferisce probabilmente alla morte, ma alla rogazione dell'atto). Il vescovo declinò però l'incarico e la cerimonnia venne svolta da un canonico preposto della Cattedrale. Il rilievo è collocato di certo prima del 1865, quando il cronista de "La Verità" indica la presenza di otto medaglioni, oltre ai busti, tra cui quella raffigurante quella del vescovo Caccia presso il cancello d'ingresso (escludendo quelle affidate al Rondoni nel 1882). La presenza di tutte queste opere affidate all'Argenti conferma il permanere a Novara dell'orientamento - tradotto negli schemi accademici della produzione bartoliniana (presente a Milano nel 1836) a cui l'Argenti si riferisce ed a cui la classe dirigente si sente legata - neoclassico anche oltre la metà del secolo.
bibliografiaLa Verità( 1865); Stella A.( 1893); Morandi G. B./ Ferrara S.( 1907)pp. 7-8, 93
definizionescultura
regionePiemonte
provinciaNovara
comuneNovara
ente schedatoreS67
ente competenteS67
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Mongiat E.; Funzionario responsabile: Venturoli P.; Trascrizione per informatizzazione: ARTPAST/ Marino L. (2006); Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Marino L. (2006), Referente scientifico: NR (recupero pregresso);
anno creazione1984
anno modifica2006

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