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Opera d'arte ritratto del vescovo Ludovico Beccadelli di Vecellio Tiziano (1490 ca./ 1576), a Firenze

L'opera d'arte ritratto del vescovo Ludovico Beccadelli di Vecellio Tiziano (1490 ca./ 1576), - codice 09 00131828 di Vecellio Tiziano (1490 ca./ 1576), si trova nel comune di Firenze, capoluogo dell'omonima provincia sita in palazzo, Palazzo degli Uffizi, Complesso vasariano, piazzale degli Uffizi, Galleria degli Uffizi, sala 83 Tiziano
immagine - immagine non disponibile -
bene culturaledipinto
soggettoritratto del vescovo Ludovico Beccadelli
tipo schedaOA_3.00
codice univoco09 00131828
localizzazioneItalia, Toscana, FI, Firenzepiazzale degli Uffizi
contenitorepalazzo, Palazzo degli Uffizi, Complesso vasariano, piazzale degli Uffizi, Galleria degli Uffizi, sala 83 Tiziano
datazionesec. XVI ; 1552 - 1552 [data]
autoreVecellio Tiziano (1490 ca./ 1576),
materia tecnicatela/ pittura a olio
misurecm, alt. 117.5, largh. 97,
condizione giuridicaproprietà Stato, Ministero per i Beni e le Attività Culturali
dati analiticiNR (recupero pregresso)Ritratti: Ludovico Beccadelli. Abbigliamento religioso: veste; mantellina;berretto a tricorno. Interno. Oggetti: seggiola bocchiata; pergamena.
notizie storico-criticheIl dipinto raffigura il prelato bolognese Ludovico, Beccadelli che, come si rileva dalla carta che tiene in grembo, fu vescovo di Ravello e Nunzio Apostolico nel Veneto. Letterato, umanista, amico intimo di Giovanni della Casa e legato all'ambiente di Pietro Bembo, fu segretario del cardinale Gasparo Contarini, e con questa carica partecipò per alcuni mesi del 1545 al Concilio di Trento, nel 1549 fu nominato vescovo di Ravello, nel 1555 acquisì il titolo di arcivescovo di Ragusa; in seguito nuovamente impegnato nei lavori del concilio di Trento che si era riaperto nel 1561, trovatosi in situazione di contrasto con le direttive romane, se ne allontanò accettando nel 1563 l'offerta di Cosimo I de' Medici che lo volle come educatore del figlio Ferdinando destinato alla porpora cardinalizia. Nominato dallo stesso Cosimo preposto di Prato, ricoprì tale carica fino alla morte, avvenuta il 27 ottobre 1572. La notevole qualità del dipinto fu subito elogiata in un sonetto di Pietro Aretino dell'ottobre del 1552. Nonostante la notorietà del personaggio, il probabile acquisto presso la stessa famiglia Beccadelli nel 1633 ed il nome "Ludovico" che appare nel documento, l'identità del personaggio del dipinto non compare che nel 1783 in una guida a stampa della Galleria degli Uffizi dello Zacchiroli, dove si legge "Portrait du prelat Louis Beccadelli boulonnois,tenant dans les mains un bref du pape Jules II. Plus que demi-figure". Alcune lettere conservate presso l'Archivio di Stato di Firenze illuminano sull'occasione dell'ingresso del quadro nella collezione di Leopoldo de' Medici;si tratta della corrispondenza intercorsa tra Leopoldo ed il frate francescano Bonaventura Bisi, pittore miniaturista, agente artistico dei duchi d'Este, ed attivissimo procuratore di opere d'arte per la famiglia Medici, che nello svolgimento delle trattative di acquisto fu aiutato dal Marchese Ferdinando Cospi, intenditore d'arte e fedele amico dei Medici. Il 12 luglio 1653 l'affare e' concluso ed il Cospi puo' scrivere a Leopoldo: "Con grandissimo contento ho sentito dalla favoritissima di V.A.S. come li sia comparso il ritratto di Tiziano ben conditionato". Dall'esame di questo carteggio si evidenziano testimonianze dell'alta qualita' del dipinto ma niente di specifico riguardo all'identita' del personaggio raffigurato, né si nomina il suo proprietario: infatti chi metteva in vendita opere di un certo valore, privandone così la propria città, era oggetto di critica e preferiva rimanere nell'anonimato. A questa regola non sfuggirono i Beccadelli che nel 1671-72 entrarono in trattative con i Medici per un lotto di disegni e raccomandarono all'intermediario, il frate Giuseppe Mario Casarenghi, nipote del Bisi, la discrezione sul proprio nome. Dalla prima citazione inventariale il quadro è sempre stato ritenuto un autografo tizianesco, ma nel 1952 il Salvini, ritenendo la resa coloristica non all'altezza del Tiziano, suggeriva di vedervi una copia antica dell'opera citata dall'Aretino, ipotesi ripresa in tempi più recenti dal Berti.
altra localizzazioneluogo di provenienza: ITALIA, Emilia-Romagna, BO, Bologna; luogo di provenienza: Toscana, FI, Firenze; luogo di provenienza: Toscana, FI, Firenze
altre attribuzionicopia da Tizianocopia antica
bibliografiaCrowe J. A.( 1877-1878)v. II pp. 170-171 n. p. 170; Berenson B.( 1894)p. 141; Gronau G.( 1904)p. 170; Suida W.( 1933)pp. 94, 165, 188; Tietze H.( 1949)pp. 42, 373; Salvini R.( 1952)p. 63; Dell'Acqua G. A.( 1955)p. 116; Aretino P.( 1957-1960)v. II pp. 411-
definizionedipinto
regioneToscana
provinciaFirenze
comuneFirenze
indirizzopiazzale degli Uffizi
ente schedatoreS156
ente competenteS156
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Chiarini M.; Funzionario responsabile: Damiani G.; Trascrizione per informatizzazione: Pilati E. (1989); Aggiornamento-revisione: Romagnoli G./ Rousseau B. (2002), Referente scientifico: NR (recupero pregresso); ARTPAST (2006), Referen
anno creazione1979
anno modifica2002; 2006; 2015
latitudine43.768826
longitudine11.255744

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