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Opera d'arte ritratto del cardinale Maurizio di Savoia a Torino

L'opera d'arte ritratto del cardinale Maurizio di Savoia - codice 01 00208738 si trova nel comune di Torino, capoluogo dell'omonima provincia sita in convento, servita, Convento dei Servi di Maria, Reale Basilica di Superga, Strada Basilica di Superga, 73, piano primo/ manica nord/ Biblioteca/ stanza n. 2/ balaustra
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bene culturaledipinto, opera isolata
soggettoritratto del cardinale Maurizio di Savoia
tipo schedaOA_3.00
codice univoco01 00208738
localizzazioneItalia, Piemonte, TO, TorinoStrada Basilica di Superga, 73
contenitoreconvento, servita, Convento dei Servi di Maria, Reale Basilica di Superga, Strada Basilica di Superga, 73, piano primo/ manica nord/ Biblioteca/ stanza n. 2/ balaustra
datazionesec. XVIII metà; 1740 - 1760 [documentazione; analisi stilistica bibliografia]
ambito culturaleambito piemontese(analisi stilistica; documentazione; bibliografia)
materia tecnicatela/ pittura a oliolegno/ intaglio/ verniciaturametallo
misurealt. 56.7, largh. 40.7,
condizione giuridicaproprietà Stato, Ministero per i Beni e le Attività Culturali
dati analiticiIl personaggio è rappresentato a mezzo busto, di tre quarti. Lo sguardo è rivolto verso sinistra, in opposizione al busto. Porta i capelli corti, ricci, babra e baffi appuntiti marroni. Indossa mozzetta abbottonata sul davanti rossa dalla quale fuoriesce il colletto bianco, alto, inamidato. Sulo sfondo una tenda drappeggiata verde. La tela è posta entro cornice di profilo e luce rettangolare. Interamente verniciata in giallo. Battuta liscia; fascia unica liscia. Gancio metallico circolare collocato in alto, posteriormente, per sospensione.Soggetti profani. Ritratti. Personaggi: cardinale Maurizio di Savoia. Abbigliamento religioso: mozzetta. Oggetti: tenda.
notizie storico-criticheIl dipinto raffigurante Maurizio di Savoia (1593-1657), benché di mano e formtato differente, viene ricordato, per la prima volta, unitamente ad una serie di otto ovali, rappresentanti eminenti figure di cardinali legati alla storia sabauda, e ad una tela rappresentante il cardinale Sigismondo Gerdil (Samoëns, 1718-Roma, 1802), datata al 1783, nella riedizione della monografia di Felice Pastore del 1828 (F. Pastore, Storia della Real Basilica e Congregazione di Soperga, Torino, 1828, p. 46) con collocazione nel Refettorio ove oggi sono disposti i ritratti dei pontefici, mentre nell'inventario del 1834 si ricordano nove ritratti di cardinali nella sala attigua al Salone, destinato ai sovrani e alla famiglia reale, al piano terreno. Il primo allestimento è ribadito da buona parte della guidistica ottocentesca sino all'ultimo decennio del secolo quando, in occasione del riallestimento delle sale al primo piano ed al pian terreno per ospitare l'Appartamento reale ed altri ambienti di rappresentanza, i dipinti dei cardinali vennero trasferiti nella Biblioteca, ed appesi alla balaustra della sala n. 3, unitamente a quello di papa Felice V, Tutti a Superga ricordi e impressioni di un visitatore, Torino, 1894, p. 37; L. Selvaggi, La Biblioteca di Superga, in "Accademie e Biblioteche d'Italia", n. 32, Roma, 1982, p. 238. Non sono stati rintracciati ulteriori documenti che certifichino la natura della committenza e la datazione dell'opera, né il possibile trasferimento da altre residenze. Tuttavia, appare notevole l'assonanza, sia per formato e tipologia della cornice, sia per stesura pittorica, con i ritratti di papi ed antipapi trasferiti a Superga dal Palazzo Reale di Torino nel 1820, documentati nelle sedi di Rivoli e Venaria, forse in più serie, nel corso del XVIII secolo. A questo proposito si ricordi che nelle schede Vesme, alla voce, Giovanni Battista Grassi (Baudi di Vesme A., L'arte in Piemonte, Torino, 1966, vol. II, p. 540), figura nel 1717 un grosso pagamento da parte della corte per aver "raccomodato n. 169 quadri vecchi di ritratti di sommi pontefici" e "per altri 118 quadri dè sommi pontefici fatti novi", tutti destinati al castello di Rivoli. Si propone, pertanto, a titolo di ipotesi, che l'opera, di modesta qualità, sia stata realizzata dal Grassi o da altro artista dedito alla copia ed al restauro di esemplari antichi gravitante presso la corte sabauda. Da un punto di vista iconografico, tra le diverse rappresentazioni del principe sabaudo, fra cui, la più celebre è, senza dubbio, il busto in marmo di François Duquesnoy (1635), oggi conservato alla Galleria Sabauda, il dipinto appare una derivazione in controparte dalla stampa di Balthasar Moncornet (Rouen, circa 1660-Parigi, 1668), datata al 1658, sia per l'impaginazione del ritratto con l'ampia tenda di fondo, sia per la veste e l'espressione dell'effigiato, M. B. Failla, Castello di Sarre. Iconografia e storia sabauda dal XVI al XIX secolo nella collezione di stampe, Aosta, 2002, p. 9, fig. 2.
bibliografiaPastore F.( 1828)p. 46; Tutti a Superga( 1894)p. 37; Baudi di Vesme A.( 1966)v. II, p. 540; Accademie e Biblioteche( 1982)p. 238; Failla M. B.( 2002)p. 9
definizionedipinto
regionePiemonte
provinciaTorino
comuneTorino
toponimoSuperga (frazione)
indirizzoStrada Basilica di Superga, 73
ente schedatoreS67
ente competenteS67
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Facchin L.; Funzionario responsabile: Ciliento B.; Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Rocco A. (2007), Referente scientifico: NR (recupero pregresso);
anno creazione2004
anno modifica2007
latitudine45.078413
longitudine7.771648

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