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Opera d'arte putto dormiente di Cacciatori Benedetto (1794/ 1871), a Agliè

L'opera d'arte putto dormiente di Cacciatori Benedetto (1794/ 1871), - codice 01 00036275 di Cacciatori Benedetto (1794/ 1871), si trova nel comune di Agliè nella provincia di Torino sita in castello, museo, Castello Ducale, NR (recupero pregresso), Primo piano nobile, Cappella di S. Massimo, Sacrestia: parete sinistra
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bene culturalescultura, opera isolata
soggettoputto dormiente
tipo schedaOA_3.00
codice univoco01 00036275
localizzazioneItalia, Piemonte, TO, AglièNR (recupero pregresso)
contenitorecastello, museo, Castello Ducale, NR (recupero pregresso), Primo piano nobile, Cappella di S. Massimo, Sacrestia: parete sinistra
datazionesec. XIX metà; 1843 - 1843 [data]
autoreCacciatori Benedetto (1794/ 1871),
materia tecnicamarmo bianco/ scultura
misurealt. 36, largh. 56, prof. 31,
condizione giuridicaproprietà Stato, Ministero per i Beni e le Attività Culturali
dati analiticiIl bimbo è disteso su un cuscino in una culla con i fianchi ornati da motivi vegetali. Ha la testa leggermente reclinata verso la spalla destra e la bocca appena aperta.Divinità: Cupido.
notizie storico-criticheNella piccola sacrestia della cappella di San Massimo si conserva un Putto dormiente firmato nel 1843 da Benedetto Cacciatori (cfr. E. Gabrielli, Le decorazioni e gli arredi, in D. Biancolini, E. Gabrielli, Il Castello di Agliè. Gli Appartamenti e le Collezioni, Torino 2001, pp. 61, 97 nota n. 332) per il quale si può riconoscere un confronto puntuale nel modello in gesso raffigurante lo stesso soggetto conservato presso l'Accademia di Belle Arti di Carrara, dove è identica persino la postura delle braccia e del volto nonchè il modo di tracciare i riccioli del bambino; l'unica variante è costituta dal fatto che il putto di Carrara è adagiato fra due ginocchia mentre il nostro è steso su una culla (per questa scultura vedi AA.VV. Sculture a Carrara. Ottocento, Carrara 1993, pp. 169-170, figg. 146-147). L'opera proviene probabilmente dalle collezioni dei Duchi di Genova, come si deduce dal "Catalogo di quadri ed oggetti d'arte esistenti nel R. Castello di Agliè..." compilato in quell'anno dal pittore Sampietro, nel quale può forse essere identificata con il numero <<(350) 1 Puttino coricato nella culla di marmo bianco di c.tri 55 p. 16 del Cacciatori 500>> collocato nella Galleria delle Arti N. 34 dell'Appartamento Reale. Nello stesso anno l'"Inventario estimativo dei mobili, oggetti fissi e semoventi esistenti nel Castello..." lo registra nello stesso ambiente indicato però come "Galleria del Teatro" al numero 34. In questa collocazione la scultura è ancora ricordata nelle successive inventariazioni del 1908 e del 1927, rispettivamente ai numeri 593 e 2950. Nel 1964 è ormai registrato nella cappella di San Massimo con il numero 628. Avviato agli studi dal padre Lodovico, professore di architettura e ornato, Benedetto prosegue la sua formazione all'Accademia di Carrara sotto la guida di Lorenzo Bartolini e quindi a Milano dal 1810, all'Accademia di Brera, dove è allievo di Camillo Pacetti, di cui sposerà la figlia. Dal 1813 vince ogni anno un premio ai vari concorsi accademici (cfr. H. Honour, Cacciatori, in Dizionario Biografico degli Italiani, Roma 1973, v. XVI, pp. 16-17; A. Panzetta, Dizionario degli Scultori Italiani dell'Ottocento e del primo Novecento, v. I, Dizionario, Torino 1994, pp. 67-68). Con il padre Ludovico e con i fratelli Pietro, Candido e Carlo, dal 1826, su commissione di Carlo Felice, esegue il complesso dei monumenti funerari dei Savoia nell'Abbazia di Altacomba. Le commissioni ricevute dai Savoia iniziano con il completamento di una statua di "Apollo", commissionata a Pacetti da Maria Cristina per il Castello di Agliè e lasciata incompiuta. Riceve il favore di Carlo Alberto per il quale esegue la "Madonna col Bambino" nella cappella del castello di Racconigi e il monumento di "Amedeo VII" (1842) nella cappella della Sindone nel Duomo di Torino. E' quindi attivo nella Fabbrica del Duomo di Milano dal 1823 al 1861 dove realizza le statue dei santi "Apollonia", "Massimiliano" e "Ilario vescovo". Nella stessa città, dal 1826, lavora nel cantiere dell'Arco della Pace dove scolpisce due Vittorie, modellate da Camillo Pacetti e le figurazioni del "Ticino" e del "Po". Dal 1853 al 1860 insegna all'Accademia di Brera, succedendo a Pompeo Batoni.
bibliografiaBiancolini D./ Gabrielli E.( 2001)pp. 61, 97 n. 332; Sculture a Carrara( 1993)pp. 169-170
definizionescultura
regionePiemonte
provinciaTorino
comuneAgliè
indirizzoNR (recupero pregresso)
ente schedatoreS67
ente competenteS67
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Assandria V.; Funzionario responsabile: Ragusa E.; Trascrizione per informatizzazione: Manchinu P. (2002); Aggiornamento-revisione: Manchinu P. (2002), Referente scientifico: NR (recupero pregresso); ARTPAST/ Rocco A. (2006), Referente
anno creazione1990
anno modifica2002; 2006
latitudine45.366166
longitudine7.775800

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