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Opera d'arte processione di Biasi Giuseppe (1885/ 1945), a Sassari

L'opera d'arte processione di Biasi Giuseppe (1885/ 1945), - codice 20 00148229 di Biasi Giuseppe (1885/ 1945), si trova nel comune di Sassari, capoluogo dell'omonima provincia
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bene culturaledipinto
soggettoprocessione
tipo schedaOA_3.00
codice univoco20 00148229
localizzazioneItalia, Sardegna, SS, Sassari
datazionesec. XX primo quarto; 1919 (ca.) - 1919 (ca.) [analisi stilistica]
autoreBiasi Giuseppe (1885/ 1945),
materia tecnicatela/ pittura a olio
misurecm., alt. 173.5, largh. 174,
condizione giuridicaproprietà Ente pubblico territoriale
dati analiticiIntorno ad un Cristo crocefisso ligneo sono disposti i fedeli, i membri di confraternita e due sacerdoti in piviale. Nello sfondo un centro abitato.Abbigliamento religioso: piviali.
notizie storico-criticheFirmato in basso a destra "G. Biasi - Teulada". Già appartenuto alla collezione di Giuseppe Chierichetti, passata all'asta a Milano, alla galleria Pesaro, nel 1926, il dipinto è riapparso tre anni fa sul mercato antiquario ed è stato per la prima volta pubblicato in Altea, Magnani 1995, con un riferimento agli anni Venti. In precedenza era noto attraverso una foto dell'Archivio Storico delle Arti Contemporanee della Biennale di Venezia, pubblicata in Ciusa, Cao Volpi 1985 col titolo Cristo in croce e con la data del 1913 circa. Di recente, ricognizioni più approfondite del percorso di Biasi, e in particolare dei suoi anni giovanili, culminate nella grande antologica tenuta nel 1998 in varie sedi sarde, hanno permesso di precisarne la datazione: per confronto con dipinti come Teresita (collezione privata, Sassari), esposto nel 1920 alla Biennale di Venezia, la tela va ricondotta a un momento tra il 1919 e il 1920. L'opera è stata sottoposta nel 1997 a restauro, condotto da Tonino Delogu, che ha permesso di apprezzarne meglio alcuni particolari (ad esempio la nube d'incenso che si sprigiona dal turibolo in primo piano, e che prima poteva essere scambiata per una zona opaca di sporco) e ha messo inluce inoltre la presenza della firma. La tela raffigura un sacerdote e un vescovo, circondati da confratelli e da donne del popolo, in preghiera davanti a un rustico crocefissoo di legno, sullo sfondo di un villaggio sardo. Il tema della processione al crocefisso campestre compare nell'opera dell'artista fin dai primi anni Dieci, con lavori come la Processione del Cristo esposta nel 1914 alla Biennale di Venezia (Venezia, Galleria d'Arte Moderna di Cà Pesaro), e ne riflette l'interesse per le manifestazioni della religiosità popolare, con la loro suggestiva aura di misticismo e di ingenuità "primitiva". La tela, vicina a un'altra dello stesso soggetto documentata da una foto nell'archivio Biasi (Capena), rispecchia il momento di sviluppo subìto dalla ricerca del pittore tra il 1919 e il 1920, subito dopo la sua partecipazione alla collettiva alla galleria Pesaro con Ambrogio Alciati, Aroldo Bonzagni, Guido Cinotti e Adolfo Wildt. Già nella mostra da Pesaro il Ritratto di Donna Javotte Bocconi Manca di Villahermosa manifestava il passaggio dal risentito grafismo degli anni precedenti a un più accentuato pittoricismo, con l'adozione di paste cromatiche spesse e pesanti. Sulla stessa strada Biasi avrebbe proseguito con Teresita, dipinto con ogni probabilità nel 1919, durante un soggiorno in Barbagia, e con questa Processione del Cristo; opere nelle quali rafforza la tendenza a un deciso effetto materico, forse alimentata anche dalla suggestione di Marco Cavaglieri, artista molto presente verso la fine degli anni Dieci nel contesto milanese. In alcuni dettagli la Processione (le vesti del sacerdote, la litria del vescovo) l'artista ha ottenuto effetti particolari incidendo, forse col manico del pennello, i forti spessori del colore. Il dipinto manifesta, nelle gamme accese, incentrate sulle terre e su tonalità arancio e dorate, il crescente interesse di Biasi per l'eredità della grande pittura iberica, che qualche tempo dopo lo avrebbe condotto in Spagna; l'iconografia riecheggia Il Cristo del Sangue di Ignacio Zuloaga (1911; oggi al Centro Reina Sofia, Madrid), artista il cui esempio contò molto per il pittore sassarese nella fase iniziale della sua carriera. La caratterizzazione espressionistica dei tipi, che (con tipico procedimento gauguiniano: si pensi al Cristo giallo e al Cristo verde) sembra estendere al complesso della rappresentazione le linee rigide e la stilizzazione primitivista propria del crocefisso ligneo, si ritrova in altre opere dell'artista di questi anni.
bibliografiaAltea G./ Magnani M.( 1998)
definizionedipinto
regioneSardegna
provinciaSassari
comuneSassari
ente schedatoreS59
ente competenteS59
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Magnani M.Compilatore scheda: Altea G.; Funzionario responsabile: Casula A.; Trascrizione per informatizzazione: ARTPAST/ Ponzeletti A. (2006); Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Ponzeletti A. (2006), Referente scientifico: NR (recupero
anno creazione1998
anno modifica2006

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