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Opera d'arte Presentazione di Maria Vergine al tempio di Gagliardi Bernardino (1609/ 1660), a Città di Castello

L'opera d'arte Presentazione di Maria Vergine al tempio di Gagliardi Bernardino (1609/ 1660), - codice 10 00075846 di Gagliardi Bernardino (1609/ 1660), si trova nel comune di Città di Castello nella provincia di Perugia
immagine - immagine non disponibile -
bene culturaledipinto, complesso decorativo
soggettoPresentazione di Maria Vergine al tempio
tipo schedaOA_3.00
codice univoco10 00075846
localizzazioneItalia, Umbria, PG, Città di Castello
datazionesec. XVII ; 1641 - 1643 [bibliografia]
autoreGagliardi Bernardino (1609/ 1660),
materia tecnicaintonaco/ pittura a fresco
misurealt. 200, lungh. 270,
condizione giuridicaproprietà Ente pubblico territoriale
dati analiticiNR (recupero pregresso)Personaggi: sacerdote; Maria Bambina; uomini; donne; bambino. Architetture: scalini; balaustra. Animali: cane.
notizie storico-criticheIl dipinto fa parte del complesso decorativo che decora le lunette dell'Or atorio, riferito dalla storiografia locale ( Andreocci, 1829; Mancini, 183 2; Mannucci, 1878; ) opera di Bernardino Gagliardi (Città di Castello 1609 -Perugia 1660), pittore tifernate tra i più prestigiosi della pittura umbr a e romana del suo tempo. Operò a lungo a Roma dove nel 1656 fu eletto pri ncipe dell'Accademia di San Luca, acquistando fama e ricchezza in quanto e bbe incarichi prestigiosi da committenti illustri quali il Barberini, i ca rdinali Fabio Chigi e Fabrizio Veralli Spada, Carlo Emanuele I di Savoia, l'ambasciatore francese Alphonse de Richelieu, fratello del cardinale, che lo stimava tanto da volerlo condurre in Francia. Frequentò la bottega di Avanzino Nucci, ma la sua pittura, nonostante i numerosi viaggi e l'adesio ne ai modi 'colti' del classicismo reniano, "resta connotata da un tono so stanzialmente anedottico e riduttivo, stilisticamente bloccata in una sort a di impaccio formale" (Barroero). A volte poi l'imitazione delle maniere si spinse fino alla copia vera e propria tanto da essere esercitazioni 'a' la maniere' de', come il "Martirio di Sant'Agata" (Perugia, Vescovado), c ontrassegnato da un luminismo caravaggesco. A Perugia aprì anche una scuol a pubblica di pittura che ricevette molti consensi e frequentata anche dal Montanini, scuola che avrà una corrente continuità fino al primo Settecen to con Giacinto Boccanera (RU 2). Il Casale (1984) afferma poi "che il meg lio della prolifica produzione del Gagliardi non è da ricercare nelle pale d'altare, generalmente impettite e inamidate da preoccupazioni classicist e, ma nelle 'storie' che arricchiscono cappelle, oratori, chiostri. Libero da preoccupazioni di 'decoro' il professore cede il posto al narratore, c he libera una vena fresca ed arguta, attenta anche a notazioni ambientali e d'arredamento". La commissione ad eseguire i dipinti dell'Oratorio gli a rrivò nel 1641 dalla Compagnia della Madonna delle Grazie, lavoro che term inò nel corso del 1643. Eseguì a fresco le lunette "che attorno vi girano, e della Madonna vari fatti rappresentò...; quindi nei voltoni che al di s opra della volta a ciascuna di dette lunette corrispondono diversi Profeti lavorò, e Profetesse con motti, e sentenze appropriate a Nostra Signora; e fra le finestre i quattro Evangelisti, ed i quattro Dottori della Chiesa . Finalmente in mezzo al voltone di un gran medaglione di dorati stucchi o rnato, e di puttini che scherzano colorì un'Assunta con gloria d'Angeli. Q uesta che fu una delle più magnifiche opere del Gagliardi, riuscì poi ezia ndio la più sfortunata" in quanto queste, tranne le lunette di destra e si nistra, " a terra furono gettate dal terremoto del 1789" (Mancini, 1832). Aveva eseguito anche il dipinto per l'altare maggiore raffigurante 'la Pur ificazione di Maria Vergine', "uno de' più belli, ed istudiati dipinti ch' ei si facesse mai"(Mancini). Da qui venne poi trasferito in Cattedrale e s istemato in una delle cappelle laterali da dove però venne trafugato (Manc ini). Il Gagliardi, sempre secondo il Mancini, dipinse inoltre nel timpano del detto altare un 'Dio Padre' tuttora presente "e due altri quadri che tutta la facciata riempivano" (Mancini), forse andate perdute in seguito a l sisma del 1789.
bibliografiaPittura Seicento( 1976)pag. 68; Pittura Seicento 2( 1980)pag. 77; Casale V.( 1984)pp. 114-118; La Pittura in Italia.Il Seicento( 1989)pag. 750; G.Andreocci( 1841)pag. 30; Mancini G.( 1832)vol. I, pp. 106-107; vol. II, pp. 155-156
definizionedipinto
regioneUmbria
provinciaPerugia
comuneCittà di Castello
ente schedatoreS38
ente competenteS38
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Migliarini M.; Funzionario responsabile: Rossi G.; Trascrizione per informatizzazione: ARTPAST/ Buzzi L. (2006); Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Buzzi L. (2006), Referente scientifico: NR (recupero pregresso);
anno creazione1999
anno modifica2006

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