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Opera d'arte predicazione della parola divina di Giordano Luca (1634/ 1705), a Firenze

L'opera d'arte predicazione della parola divina di Giordano Luca (1634/ 1705), - codice 09 00306143 - 2 di Giordano Luca (1634/ 1705), si trova nel comune di Firenze, capoluogo dell'omonima provincia sita in chiesa, conventuale carmelitana, Chiesa di S. Maria del Carmine, chiesa e convento di S. Maria del Carmine, piazza del Carmine, cappella Corsini, soffitto
immagine - immagine non disponibile -
bene culturaledipinto, in uno dei pennacchi
soggettopredicazione della parola divina
tipo schedaOA_3.00
codice univoco09 00306143 - 2
localizzazioneItalia, Toscana, FI, Firenzepiazza del Carmine
contenitorechiesa, conventuale carmelitana, Chiesa di S. Maria del Carmine, chiesa e convento di S. Maria del Carmine, piazza del Carmine, cappella Corsini, soffitto
datazionesec. XVII ; 1682 - 1682 [documentazione; data]
autoreGiordano Luca (1634/ 1705),
materia tecnicaintonaco/ pittura a fresco
condizione giuridicaproprietà Stato, possesso perpetuo Comune di Firenze
dati analiticiNR (recupero pregresso)Personificazioni: Predicazione della parola divina. Figure: putti. Oggetti: cartiglio.
notizie storico-criticheSecondo una lettera rintracciata dalla critica Luca Giordano, ingaggiato dai marchesi Bartolomeo e Neri Corsini, eseguì la decorazione ad affresco della volta della cappella nel 1682, data che compare anche nell'affresco. La lettera fornisce indicazioni precise sull'effettivo tempo di esecuzione degli affreschi,iniziati nel febbraio 1682, prima del ritorno del Giordano a Napoli nel dicembre dello stesso anno. Quando il Giordano mise mano al modello ed ai bozzetti dell'affresco, disponeva di un programma iconografico prefissato, legato concettualmente alle tre tavole in rilievo sugli altari e ideato con probabilità da Filippo Corsini, figlio di Bartolomeo, con l'assistenza del padre Scolopio Sigismondo di San Silverio, al quale i marchesi avevano delegato la cura dell'apparato lettereario (cfr. M.C. Fabbri). Il 24 ottobre 1683 venne scoperta la cupola del Giordano, la cui chiave di lettura continua a rimanere ostica poichè non esiste alcun supporto documentario che spieghi la sua iconografia. Si adotta la generica intitolazioni "Gloria di Sant'Andrea Corsini", mentre Sigismondo di San Silverio afferma che il santo è raffigurato nell'atto di venir presentato dalla Madonna "al trono della Santissima Trinità",alla presenza di apostoli, patriarchi e santi fiorentini. L'iconografia non è stata ancora ben studiata poichè i critici si sono soffermati generalmente sulle ripercussioni stilistiche prodotte a Firenze dalla cupola del Giordano (cfr. M.C. Fabbri). Si può affermare che la composizione prende le mosse dal Lanfranco (cupola della Cappella di San Gennaro nel Duomo di Napoli), la cui visione pittorica era nuova ai fiorentini e si struttura in fitti cerchi concentrici arricchita da gruppi sfalsati "in scalata tra l'uno e l'altro" (cfr. Meloni). Nonostante che il recente restauro abbia riportato l'affresco alle sue originali condizioni, ponendo nuovamente allo scoperto tutti i particolari, quali teste e attributi che il pittore Fabbrini aveva cancellato dopo l'incendio del 1771 per sfoltire la composizione, non si può dire che il Giordano si fosse preoccupato, come il Volterrano all'Annunziata, della riconoscibilità dei suoi personaggi. Ha creato bensì uno schema con sfondato paradisiaco dove l'occhio dello spettatore si sentisse libero di risalire lungo l'Empireo, lasciandosi trasportare dal flusso atmosferico, trascurando le pualizzazioni analitiche del Volterrano all'Annunziata. La composizione come suggerisce Maria Cecila Fabbri prende avvio dal gruppo di figure che a sinistra si allineano lungo il cornicione in direzione di Sant'Andrea Corsini. In coda si trova, accompagnata dall'agnello, Sant'Agnese, allusione ad Agnese del Vernaccia che nel 1628 aveva donato ai carmelitani il terreno e il denaro lasciatole in eredità dal marito Cione Tifa per edifiare la chiesa di Santa Maria del Carmine. E' raffigurato anche, esibito da due angioletti e dalle virtù teologali, il modellino della chiesa sul quale punta l'indice la Liberalità nelle sembianze, come vuole il Ripa, di una giovane donna con le braccia aperte vestita di bianco. Presso di lei un anziano orante, forse Bartolomeo Corsini, alla cui liberalità i suoi discendenti dovevano la canonizzazione del santo antenato e l'idea di erigere una cappella in suo onore. Il resto della composizione, con digradare di raggruppamenti concentrici,segue una sorta di ordinamento gerarchico, all'interno del quale il santo, seguito da angeli che ne esibiscono il pastorale e la mitria vescovile, viene accompagnato davanti a Cristo alle cui spalle appare l'Eterno. Dietro a Cristo si distribuiscono quanti ne avevano preceduto la sua venuta sulla terra, i Progenitori, i Patriarchi dell'Antico Testamento. Un ulteriore giro vede riuniti i protagonisti del Nuovo Testamento a cui si uniscono vari santi. Sul cornicione si dispongono altri personaggi tra cui i Fondatori degli ordini monastici. Al centro della cupola, in volo, la Colomba dello Spirito Santo e Dio Padre. Tutti i personaggi creano tra loro dei nessi compositivi che guidano i fedeli alla contemplazione di tutta la popolazione celeste (cfr. M.C. Fabbri).
committenzaCorsini Bartolomeo e Neri (1683)
bibliografiaCappelle barocche( 1990)pp. 150-154
definizionedipinto
regioneToscana
provinciaFirenze
comuneFirenze
indirizzopiazza del Carmine
ente schedatoreS17
ente competenteS128
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Pilati E.; Funzionario responsabile: Damiani G.; Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Bellini F. (2006), Referente scientifico: NR (recupero pregresso);
anno creazione1994
anno modifica2006
latitudine43.768439
longitudine11.243872

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