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Opera d'arte motivi decorativi a panoplie di Baglioni Bartolomeo detto Baccio d'Agnolo (1462/ 1543), a Firenze

L'opera d'arte motivi decorativi a panoplie di Baglioni Bartolomeo detto Baccio d'Agnolo (1462/ 1543), - codice 09 00293080 di Baglioni Bartolomeo detto Baccio d'Agnolo (1462/ 1543), si trova nel comune di Firenze, capoluogo dell'omonima provincia sita in palazzo, comunale, Palazzo Vecchio o della Signoria, NR (recupero pregresso), Museo di Palazzo Vecchio, sala dei Dugento
immagine - immagine non disponibile -
bene culturalemostra di portale
soggettomotivi decorativi a panoplie
tipo schedaOA_3.00
codice univoco09 00293080
localizzazioneItalia, Toscana, FI, FirenzeNR (recupero pregresso)
contenitorepalazzo, comunale, Palazzo Vecchio o della Signoria, NR (recupero pregresso), Museo di Palazzo Vecchio, sala dei Dugento
datazionesecc. XV/ XVI ; 1497 (ca.) - 1502 (ca.) [bibliografia]
autoreBaglioni Bartolomeo detto Baccio d'Agnolo (1462/ 1543),
materia tecnicamarmo/ scultura/ intaglio
misurealt. 431, largh. 276, prof. 70,
condizione giuridicaproprietà Ente pubblico territoriale, Comune di Firenze
dati analiticiStipiti, piedistallo, plinto, tori, scozia, fusto a sezione circolare, calato, echino, volute, abaco, architrave, fregio, cornicione, timpano.Soggetti profani. Oggetti: scudi; funi; cannoni; ruote; mazze; alabarde; elmi; drappi; corazze; cartella; scudi araldici. Decorazioni: modanature; foglie d'acanto; volute; fiore; cartella; nastri; conchiglie; listelli; fiore dell'abaco.
notizie storico-criticheSucceduto ad Antonio da Sangallo nel 1499 come capomastro dell'Opera di Palazzo, Baccio d'Agnolo si occupo' dell'arredo della sala del Consiglio Maggiore, ma compromesso insieme ad altri in una frode fu sospeso dall'incarico per un certo periodo. Riabilitato, riebbe la carica il 23 aprile 1502. Quello stesso anno vennero realizzate su suo disegno e messe in opera le mostre marmoree per due porte che fu necessario aprire nel nuovo assetto del palazzo per stabilire un collegamento fra la vecchia sala del consiglio, poi Salone dei Dugento, e la nuova, cioe' il futuro Salone dei Cinquecento. Una veduta della sala dei Dugento - come fu chiamata nel 1532, dopo la riforma del duca Alessandro, dal numero dei componenti il consiglio che vi si riuniva - come appariva tra la fine del XV secolo e l'inizio del XVI e' offerta da una tavola ottagonale del soffitto del Salone dei Cinquecento raffigurante Antonio Giacomini che parla a favore della guerra contro Pisa vinta nel 1509. Il dipinto, opera del Vasari e dello Stradano, documenta la sistemazione della parete maggiore, lato sud, dove e' visibile al centro una porta trecentesca, attualmente tamponata e inglobata nella muratura, per mezzo della quale probabilmente si accedeva direttamente alla scala arnolfiana che partiva dal cortile sottostante. All'estrema destra della stessa parete compare il portale marmoreo senza fregio istoriato che ancora oggi incornicia la porta di accesso agli ambienti destinati da Cosimo I, dopo il suo ingresso a palazzo nel 1540, al proprio appartamento. L'altro portale, quello col fregio intagliato, non e' visibile nel dipinto ma era sicuramente collocato in origine sulla parete breve orientale della sala e permetteva il passagggio dal nucleo trecentesco del palazzo ad i nuovi ambienti ed in particolare verso la Sala Grande, poi dei Cinquecento. Nell'ottagono vasariano e' inoltre visibile l'orientamento longitudinale della sala dato dall'arredo disposto per il verso delle pareti maggiori. Nel "Diario fiorentino" di Luca Landucci e' ricordato come il 21 aprile 1497 "fu fornito di porre quelle colonne di marmo a l'andito che va di palagio nella Sala Grande, di verso la Mercatantia". Le colonne suddette, che provenivano da Palazzo Medici e furono ordinate nel dicembre del 1495 per essere consegnate agli Operai di Palazzo, sono ricordate dal Vasari come opera dello stesso Baccio d'Agnolo. I due portali furono completati da un fregio, ma soltanto uno dei due fu intagliato con motivi derivanti dai rilievi romani simili a quelli che, come suggerisce Nicolai Rubinstein, piu' tardi nel XVI secolo giunsero nelle collezioni granducali e che oggi sono conservati agli Uffizi. *** L'iscrizione S.P.Q.F. incisa su una delle basi delle colonne si scioglie in "Senatus Populusque Florentinus" ed allude alle origini romane della citta' particolarmente propagandate in epoca repubblicana. La sistemazione attuale della sala e la collocazione della porta maggiormente intagliata sulla sinistra della parete lunga meridionale risale ad una ristrutturazione del tardo Ottocento (1865), quando si opto' per una sistemazione simmetrica delle due porte di Baccio d'Agnolo. Si sposto' allora il portale dall'angolo destro della parete orientale - dove gia' era stato trasferito quando il Vasari ridusse la Sala degli Otto per costruire la 'scala piana' (1561) cambiando l'assetto degli ambienti circostanti - alla parete meridionale verso l'angolo sinistro.
bibliografiaAllegri E./ Cecchi A.( 1980)pp. 392-393
definizionemostra di portale
regioneToscana
provinciaFirenze
comuneFirenze
indirizzoNR (recupero pregresso)
ente schedatoreL. 41/1986
ente competenteS128
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Corti C.; Funzionario responsabile: Damiani G.; Trascrizione per informatizzazione: Reggioli C./ Orfanello T. (1998); Aggiornamento-revisione: Reggioli C. (1998), Referente scientifico: NR (recupero pregresso); Orfanello T. (1999), Ref
anno creazione1988
anno modifica1998; 1999; 2006
latitudine43.779926
longitudine11.245030

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