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Opera d'arte Madonna appare a San Bernardo, santi di Matteo di Pacino (notizie 1359-1394), a Firenze

L'opera d'arte Madonna appare a San Bernardo, santi di Matteo di Pacino (notizie 1359-1394), - codice 09 00281052 - 0 di Matteo di Pacino (notizie 1359-1394), si trova nel comune di Firenze, capoluogo dell'omonima provincia sita in monastero, benedettino femminile, Monastero di S. Niccolò di Cafaggio ora Galleria dell'Accademia, via Ricasoli, 58/60, Galleria dell'Accademia, piano terreno, sala degli Orcagna e dei loro seguaci
immagine - immagine non disponibile -
bene culturaletrittico
soggettoMadonna appare a San Bernardo, santi
tipo schedaOA_3.00
codice univoco09 00281052 - 0
localizzazioneItalia, Toscana, FI, Firenzevia Ricasoli, 58/60
contenitoremonastero, benedettino femminile, Monastero di S. Niccolò di Cafaggio ora Galleria dell'Accademia, via Ricasoli, 58/60, Galleria dell'Accademia, piano terreno, sala degli Orcagna e dei loro seguaci
datazionesec. XIV ; 1365 (ca) - 1365 (ca) [bibliografia] ;
autoreMatteo di Pacino (notizie 1359-1394),
materia tecnicatavola/ pittura a tempera/ doratura a foglialegno/ intaglio/ doratura a pastiglia
misurecm, alt. 175, largh. 200,
condizione giuridicaproprietà Stato, Ministero per i Beni e le Attività Culturali
dati analiticiTrittico costituito da un pannello centrale unitario e dai laterali suddivisi in due parti centinate con arco acuto; nella cuspide di ciascuno dei tre pannelli è presente un tondo dpinto; suddivisi tra loro da colonnine tortili; predella suddivisa da lesene, in tre scomparti ciascuno con due storie.Decorazioni: dentelli; motivi fitomorfi.
notizie storico-criticheAncora discussa è la provenienza del bel trittico raffigurante l'apparizione della Vergine a San Bernardo tra santi. E' documentata infatti una sua provenienza dal monastero di S. Maria delle Campora, in origine dei frati gerolamini e dal 1434 passato ai monaci benedettini della Badia Fiorentina. Da qui in data imprecisata, ma forse all'inizio dell'Ottocento il trittico entrò alla Badia fiorentina e infine, alla soppressione napoleonica del 1810, all'Accademia.Tuttavia il soggetto tipicamente benedettino, la veste bianca di San Benedetto, legata all'ambito cistercense e la presenza in posizione eminente di San Quintino, hanno fatto supporre al Cohn e successivamente al Guidotti la possibilità della provenienza del trittico dal monastero cistercense di Badia a Settimo. Appare probabile che il dipinto sia stato portato alle Campora solo dopo il trasferimento dei benedettini nel 1434. Il passaggio dalla Badia a Settimo alla Badia fiorentina potrebbe essere avvenuto sotto l'abbaziato di Gomes Ferreira de Silva tra 1415 e 1440 personaggio legato ad entrambi i monasteri. Nell'Ottocento il trittico ebbe una prima attribuzione a Giottino, successivamente ad ambito di Giotto e a Bernardo Daddi. Furono il Crowe e il Cavalcaselle a collocare per primi questo polittico nell'ambito di Andrea di Cione detto l'Orcagna, indicazione che, in sostanza, è stata accolta da tutta la critica successiva ad eccezione del Passerini e del Milanesi che suggerirono di identificare la tavola con quella dipinta da Bernardo Daddi nel 1335 per la cappella di San Bernardo in Palazzo Vecchio e menzionata in un inventario del 1432. Siren e Gombosi accostarono l'opera a Nardo di Cione, Coletti a Iacopo di Cione. Tuttavia spetta all'Offner il merito di avere riconosciuto nel dipinto dell'Accademia la mano del maestro orcagnesco che finì il ciclo di affreschi lasciato incompiuto da Giovanni da Milano nella cappella Rinuccini della chiesa fiorentina di S. Croce. L'ipotesi ha trovato largo consenso tra gli studiosi che hanno arricchito il corpus delle sue opere con nuove attribuzioni. Nel 1973 il Bellosi ha proposto di identificare questo 'Maestro della cappella Rinuccini' con Matteo di Pacino sulla base di confronti con la 'Incoronazione della Vergine' già nella collezione Strogonoff di Roma, opera firmata MACTEUS PACINI e datata il 20 marzo 1361. L' identificazione proposta dal Bellosi è stata accettata sia nella voce biografica della Biagi su Matteo di Pacino, sia nel recente catalogo del Volbach della Pinacoteca Vaticana. La datazione del trittico intorno al 1365 è suggerita dalla Marcucci e accolta dalla critica in generale in base alla stretta vicinanza con gli affreschi di S. Croce.
altra localizzazioneluogo di provenienza: Toscana, FI, Scandicci, Settimo; luogo di provenienza: Toscana, FI, Firenze; luogo di provenienza: Toscana, FI, Firenze
altre attribuzioniGiottinoOrcagna, seguaceDaddi BernardoPseudo-Nardo di CioneJacopo di Cione
bibliografiaColzi C.( 1817)p. 28; Description Académie( 1827)p. 34; Rosini G.( 1839-1847)v. II pp. 131-132; Galleria I.( 1845)s.p.; Description Académie( 1850)p. 10; Uccelli G. B.( 1858)p. 81; Crowe J. A./ Cavalcaselle G. B.( 1864-1866)v. I p. 439 n. 3; Passerini L./
definizionetrittico
regioneToscana
provinciaFirenze
comuneFirenze
indirizzovia Ricasoli, 58/60
ente schedatoreS156
ente competenteS156
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Goldenberg L.; Funzionario responsabile: Damiani G.; Aggiornamento-revisione: Romagnoli G. (2005), Referente scientifico: NR (recupero pregresso); ARTPAST/ Romagnoli G. (2006), Referente scientifico: NR (recupero pregresso);
anno creazione1988
anno modifica2005; 2006
latitudine43.777035
longitudine11.258756

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