Invernomuto.net

Ho realizzato questo sito per rendere disponibile alla consultazione questa mole enorme di dati altrimenti difficilmente consultabili :)

Opera d'arte lettera K di Primo Maestro di S. Eugenio (notizie 1330-1340), Secondo Maestro di S. Eugenio (notizie 1330-1340), a Firenze

L'opera d'arte lettera K di Primo Maestro di S. Eugenio (notizie 1330-1340), Secondo Maestro di S. Eugenio (notizie 1330-1340), - codice 09 00344767 - 2.60 di Primo Maestro di S. Eugenio (notizie 1330-1340), Secondo Maestro di S. Eugenio (notizie 1330-1340), si trova nel comune di Firenze, capoluogo dell'omonima provincia sita in chiesa, conventuale carmelitana, Chiesa di S. Maria del Carmine, chiesa e convento di S. Maria del Carmine, piazza del Carmine, dietro l'altar maggiore
immagine - immagine non disponibile -
bene culturaleminiatura, c. 135v
soggettolettera K
tipo schedaOA_3.00
codice univoco09 00344767 - 2.60
localizzazioneItalia, Toscana, FI, Firenzepiazza del Carmine
contenitorechiesa, conventuale carmelitana, Chiesa di S. Maria del Carmine, chiesa e convento di S. Maria del Carmine, piazza del Carmine, dietro l'altar maggiore
datazionesec. XIV ; 1330 (ca.) - 1340 (ca.) [analisi stilistica]
autorePrimo Maestro di S. Eugenio (notizie 1330-1340), Secondo Maestro di S. Eugenio (notizie 1330-1340),
materia tecnicapergamena/ pittura a tempera/ doratura
misuremm., alt. 62, largh. 50,
condizione giuridicaproprietà Stato, possesso perpetuo Comune di Firenze
dati analiticiLettera K decorataNR (recupero pregresso)
notizie storico-criticheL'iscrizione apposta sul recto della prima carta del primo fascicolo ci informa che il codice apparteneva originariamente al monastero senese di S. Eugenio, dei monaci benedettini cassinesi.Il codice del Carmine presenta sia nelle lettere a penna che in quelle a pennello, affinità stilistiche con l'opera di due miniatori senesi rimasti anonimi ma studiati da F. Bologna e C. De Benedictis, che operano nello stesso monastero di S. Eugenio, il primo e il secondo maestro di S. Eugenio. F. Bologna aveva studiato un codice conservato a Cava dei Tirreni ma proveniente dall'abbazia senese di S. Eugenio, secondo quanto recita una iscrizione quasi identica a quella leggibile sul codice del Carmine. Si tratta di un antifonario (ms. B) risalente al XVI secolo, sul quale erano state incollate alcune miniature ritagliate da un codice più antico. Secondo lo studioso le miniature appartengono a due autori diversi, anche se accumunati da una medesima formazione. I due miniatori appartengono alla fase della miniatura senese posta tra la fine dell'attività di memmo di Filippuccio e poco prima (o contemporaneamente) alla comparsa sulla scena artistica di Niccolò di Ser Sozzo. Il primo miniatore, denominato dal Bologna 'Primo Maestro di S. Eugenio' mostra evidenti rapporti con l'arte di Pietro Lorenzetti, pur conservando echi dell'arte di Duccio. Il secondo maestro, chiamato 'secondo maestro di S. Eugenio', mostra invece modi meno arcaici e si accosta allo stile di Niccolò di Ser Sozzo e Lippo Vanni. Questo secondo miniatore è l'autore delle miniature degli antifonari LXVIII.2 e LXVIII.3 del Museo d'arte sacra di S. Gimignano, attribuite in un primo momento dalla De Benedictis a Niccolò di Segna. Lo stesso Bologna atribuisce al primo maestro la miniatura con Santa benedettina della collezione Cini di Venezia e quella con la Natività del Museo di Cleveland. La Chelazzi Dini aggiunge al catalogo del Maetsro anche il S. Michele Arcangelo della collezione di K. Clark. Al secondo maestro, invece, sono attribuite, oltre alle decorazioni dei due corali di S. Gimignano già citati le miniature raffiguranti S. Agostino della collezione Cini a Venezia, la Natività del Battista e la Pentecoste e l'Annunciazione del Louvre, l'apparizione di Cristo agli apostoli del Museo Bonnat di Bayonne(tutte opere in precedenza attribuite a Lippo Vanni). Il Bologna riferisce l'attività dei due maestri senesi in un lasso di tempo tra il 1335 ed il 1340. Un confronto stilistico tra le opere riferite a questi due anonimi miniatori e quelle del graduale conservato al Carmine evidenzia come in quest'ultimo si possa vedere l'attività di entrambi. Infatti le iniziali figurate di questo libro corale raffiguranti l'Assunzione della vergine, la Madonna con il Bambino, tre santi e la figura maschile di profilo, risultano molto simili nello stile a quelle con le Maria al sepolcro, S. Lucia e la santa in preghiera, tutte riferite dal Bologna al 'Primo Maestro'. Anche la maniera di incorniciare le iniziali e di trattare i loro elementi vegetali risultano analoghi nel confronto tra il codice del Carmine e le miniature di Cava dei tirreni. È pertanto plausibile che anche le iniziali decorate del codice fiorentino siano da riferire al 'Primo maestro di S. Eugenio' anche se i confronti risultano più difficili, non essendo disponibili negli altri casi iniziali decorate. Assieme a questo primo Maestro nel codice del Carmine sembra attivo anche il 'Secondo Maestro', la cui mano appare nella splendida figura di S. Cirino. Questa appare straordinariamente vicina alla figura del S. Agostino della collezione Cini. Analogo è il modo di impaginare la figura entro l'edicola gotica, il volto largo e morbido, il modo in cui il santo regge lo splendido piviale rosso, il cui motivo decorativo, addirittura, è presente sul fondo dell'edicola del S. Agostino. Allo stato attuale non è possibile spiegare per quale motivo sia dato questo rilievo a S. Cirino (che risulta l'unico santo illustrato nel codice) anche se è noto che all'interno della chiesa di S. Eugenio si trovava un dipinto raffigurante questo santo riferito a Francesco Vanni. Le iniziali decorate, che possono essere riferite al 'primo maestro del S. Eugenio' e quelle filigranate richiamano il repertorio umbro senese della fine del Duecento e degli inizi del Trecento, circostanza che avvalora (almeno per quanto riguarda le decorate) l'attribuzione ai modi sottilmente arcaizzanti del 'Primo Maestro' e pertanto, una datazione del codice al quarto decennio del XV secolo, nell'ambito della produzione senese. Invece le numerose iniziali filigranate sembrano appartenere ad una tipologia piuttosto diffusa della miniatura dell'Italia centrale del XIV secolo. Fra di esse spicca l'iniziale H a c. 152v che, per le maggiori dimensioni, per il disegno più raffinato e naturalistico, appare eseguita da una mano diversa.
altra localizzazioneluogo di provenienza: Toscana, SI, Siena
bibliografiaDe Benedictis C.( 1976)pp. 87-95; Bologna F.( 1977)pp. 47-54; Gotico Siena( 1982)pp. 222-228 nn. 76-80
definizioneminiatura
regioneToscana
provinciaFirenze
comuneFirenze
indirizzopiazza del Carmine
ente schedatoreS17
ente competenteS128
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Pinelli M.; Funzionario responsabile: Damiani G.; Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Bellini F. (2006), Referente scientifico: NR (recupero pregresso);
anno creazione1995
anno modifica2006
latitudine43.768439
longitudine11.243872

oppure puoi cercare...

  • opere d'arte nel comune di Firenze
  • opere d'arte nella provincia di Firenze
  • opere d'arte nella regione Toscana