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Opera d'arte iniziali decorate a Firenze

L'opera d'arte iniziali decorate - codice 09 00645711 - 2 si trova nel comune di Firenze, capoluogo dell'omonima provincia sita in convento, domenicano, Convento di S. Marco, Chiesa e convento di S. Marco, P.zza S. Marco, 3, Museo di S. Marco, Biblioteca
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bene culturaleminiatura, serie, cc. 4r, 27v, 51r, 106r, 131v
soggettoiniziali decorate
tipo schedaOA_3.00
codice univoco09 00645711 - 2
localizzazioneItalia, Toscana, FI, FirenzeP.zza S. Marco, 3
contenitoreconvento, domenicano, Convento di S. Marco, Chiesa e convento di S. Marco, P.zza S. Marco, 3, Museo di S. Marco, Biblioteca
datazionesec. XIV ultimo quarto; 1388 - 1389 [bibliografia; analisi stilistica documentazione]
ambito culturalebottega fiorentina(analisi stilistica)
materia tecnicagesso/ doraturapergamena/ miniaturapergamena/ pittura a tempera
misuremm
condizione giuridicaproprietà Stato, MInistero per i Beni e le Attività Culturali
dati analiticiLe iniziali decorate sono caratterizzate da una decorazione fogliata che si ritrova anche nell'impostazione di quella figurata; tutte hanno il campo in foglia d'oro, il corpo decorato con sottili cirri bianchi e con foglie lanceolate, ombreggiate con il colore di tonalità più scura e con bianco o giallo per le parti in luce, che vanno a formare le code che a volte terminano con un sottile rametto verde dal quale spuntano fiorellini simili a cardi. Il fondo delle iniziali decorate ha una base monocroma, nera o color porpora in alcuni casi decorata con cirri bianchi, alla quale si sovrappone una composizione fogliacea. I colori utilizzati sono gli stessi per le iniziali decorate e per quella figurata e sono il rosa, il verde, l'arancione, l'azzurro, il biffo, il giallo e il nero. Iniziali: E (c. 4r), T (c. 27v), V (c. 51r), I (c. 106r), I (c. 131v). Questa tipologia di lettere si trova all'inizio dei Responsorii.n.p.
notizie storico-criticheIl codice fa parte del gruppo di corali provenienti dalla chiesa di Santa Maria del Carmine di Firenze che, nella seconda metà dell'Ottocento, in seguito alle soppressioni napoleoniche, entrarono a far parte della collezione del Museo di San Marco. L'attribuzione del Rondoni (1876, p. 78 n. 64) a un Ignoto miniatore del secolo XV fu ripresa anche dal D'Ancona (1914, V. II, I, p. 209 n. 248) il quale specificò che l'artista doveva far parte, molto probabilmente, di una equipe di miniatori che sembra essere al lavoro, nei primi decenni del secolo, in tutti i codici del Carmine. Egli, infatti, distingue più mani: una molto raffinata nei libri segnati T (571), Q (572), un'altra più incerta nei libri M (574), H (573), V (575), G (577), R (578), I (579), C (569) e una terza riconducibile a un discepolo di Lorenzo Monaco nel libro E (576). Fu il Salmi, per primo, ad attribuire l'intero gruppo a Don Simone camaldolese (1954, pp. 43-44), attribuzione confermata dalla Levi D'Ancona (1962, pp. 239-240, 422) che identificò parte dei codici provenienti dal Carmine (Invv. 571, 572, 575, 577, 578, 579) con i cinque in cui Don Simone Camaldolese eseguì 30 miniature fra il 23 febbraio del 1388 e l'aprile del 1389 e che furono rilegati da Frate Giovanni Andrea, secondo i documenti da lei pubblicati. La studiosa, inoltre, precisa che attualmente gli originari cinque volumi sono sei poiché quelli segnati 571 e 575 formavano un volume unico prima del 1473. Il miniatore camaldolese, che firma un codice proveniente dal convento di San Pancrazio nel 1381 (Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Cor. Laur. 39) nel quale è scritto che "cum pennello miniavit eum dominus Simon de Senis monachus ordinis camaldulensis", fu, secondo il D'Ancona (1914, V. I, p. 15), "il primo divulgatore di quelle forme, un misto di senese e di fiorentino, alle quali Don Lorenzo Monaco doveva di lì a poco imprimere il suggello della sua alta personalità". Successivamente, Chiarelli (1968(1981), p. 66) attribuisce il gruppo ad un'equipe ruotante intorno a Don Simone e riferisce l'Antifonario R (578) ad un ignoto "miniatore della scuola degli Angeli prossimo a Don Simone camaldolese". Il riferimento del gruppo di codici ad una equipe di miniatori è confermato anche dalla Scudieri (La Miniatura, in La Chiesa e il Convento di San Marco a Firenze, Firenze 1990, V. II, p. 13). Anche Kanter (in Painting an Illumination 1994, p. 188) cita il gruppo di codici realizzati per il Carmine che rappresentano il momento più alto dello stile di Don Simone, caratterizzati da complesse composizioni, da una particolare capacità narrativa, da figure naturalistiche e dall'utilizzo di un'ampia gamma cromatica con forti influenze della scuola dell'Orcagna.
bibliografiaRondoni F.( 1876)p. 78 n. 64; D'Ancona P.( 1914)V. II, I, p. 209 n. 248; Chiarelli R.( 1968)pp. 14, 18, 66; Vasari G.( 1878-1885)V. II, p. 22, note 1, 2; Salmi M.( 1954)pp. 19-21; Levi D'Ancona M.( 1962)pp. 239-240, 422; Boskovits M.( 1972)pp. 35-61; Pain
definizioneminiatura
regioneToscana
provinciaFirenze
comuneFirenze
indirizzoP.zza S. Marco, 3
ente schedatoreS156
ente competenteS156
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Giacomelli S.; Funzionario responsabile: Scudieri M.Sframeli M.
anno creazione2007
latitudine43.778115
longitudine11.258818

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