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Opera d'arte incoronazione di Cristo e di Maria di Bembo Bonifacio (1420 ca./ notizie fino al 1477), a Cremona

L'opera d'arte incoronazione di Cristo e di Maria di Bembo Bonifacio (1420 ca./ notizie fino al 1477), - codice 03 00077853 di Bembo Bonifacio (1420 ca./ notizie fino al 1477), si trova nel comune di Cremona, capoluogo dell'omonima provincia sita in palazzo, museo, Palazzo Affaitati, NR (recupero pregresso), Museo Civico Ala Ponzone
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bene culturaledipinto, opera isolata
soggettoincoronazione di Cristo e di Maria
tipo schedaOA_3.00
codice univoco03 00077853
localizzazioneItalia, Lombardia, CR, CremonaNR (recupero pregresso)
contenitorepalazzo, museo, Palazzo Affaitati, NR (recupero pregresso), Museo Civico Ala Ponzone
datazionesec. XV ; 1443 (ca.) - 1464 (ca.) [analisi stilistica]
autoreBembo Bonifacio (1420 ca./ notizie fino al 1477),
materia tecnicatavola/ pittura a tempera
misurecm., alt. 104, largh. 68,
condizione giuridicaproprietà Ente pubblico territoriale, Museo Civico
dati analiticiIl Bembo si ispira qui al tema dell'Incoronazione della Vergine, frequentissimo al suo tempo, trasformandolo però iconograficamente ne "l'Incoronazione del Cristo e della Vergine da parte dell'Eterno", cioè in un tema non altrimenti riscontrabile.Soggetti sacri: incoronazione di Cristo e di Maria.
notizie storico-criticheLa tavola è uno dei più preziosi dipinti del lascito Ponzone. Per primo la pubblicò il Toesca mettendola in relazione con l'arte degli Zavattari. Il Longhi trovò che il dipinto è la parte centrale di un trittico ai cui lati sono affiancabili, per rispondenza di stile e di misure. Altre due tavole nelle quali continuano le sporgenze laterali del trono centrale e che rappresentano a sinistra "l'Incoronazione di Gioacchino ed Anna", a destra "l'Adorazione dei Magi" (Denver, Museum of Art, Cat. E. 463). Ricomposto il trittico, il Longhi lo attribuì a Bonifacio Bembo, datandolo al 1460, periodo particolarmente felice dell'attività bembesca. L'attribuzione longhiana fu successivamente accettata dalla critica senza riserve; recentemenete, poi, S. Bandera è riuscita a identificare attarverso l'analisi iconografica l'ancona con quella ricordata in un documento di pagamento riferito al 1463-1464. L'opera stilisticamente rappresenta il convergere di esperienze culturali tardogotiche tipicamente bembesche con conoscenze rinascimentale toscane (v. l'ambientazione spaziale) probabilmente desunte dai contatti coi maestri di Castiglione Olona, "contatti che non mutano il carattere lombardo di questa pittura, appena si riconoscano gli elementi comuni del Codice Palatino 556, coi Tarocchi, con le storie bibliche, o, nei monocromi della base marmorea, l'impronta così 'cremonese' ".
bibliografiaToesca P.( 1912)ed Torino, 1966, p. 229; Longhi R.( 1928)pp. 79-87; Gualazzini U.( 1939)p. 561; Puerari A.( 1951)pp. 41-42; Baroni/ Samek Ludovici( 1952)pp. 98-99, 101-102; Salmi M.( 1953)pp. 11-12; Salmi M.( 1955)p. 843; Puerari A.( 1957)p. 24; Longhi R.
definizionedipinto
regioneLombardia
provinciaCremona
comuneCremona
indirizzoNR (recupero pregresso)
ente schedatoreS23
ente competenteS23
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Maccabelli A.; Funzionario responsabile: Toesca I.; Trascrizione per informatizzazione: ARTPAST/ Guerra E. (2007); Aggiornamento-revisione: Bazzotti U. (1982), Referente scientifico: NR (recupero pregresso); ARTPAST/ Guerra E. (2006),
anno creazione1977
anno modifica1982; 2006
latitudine45.140943
longitudine10.029543

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