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Opera d'arte figura di soldato in combattimento di Butti Enrico (1847/ 1932), a Viggiù

L'opera d'arte figura di soldato in combattimento di Butti Enrico (1847/ 1932), - codice 03 03254307 di Butti Enrico (1847/ 1932), si trova nel comune di Viggiù nella provincia di Varese sita in percorso viario, Via Roma, Via Roma, 37, davanti alla scuola media
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bene culturalemonumento ai caduti, a lapide, opera isolata, Monumento ai caduti della prima e della seconda guerra mondiale
soggettofigura di soldato in combattimento
tipo schedaOA_3.00
codice univoco03 03254307
localizzazioneITALIA, Lombardia, VA, Viggiù, VIGGIU'Via Roma, 37
contenitorepercorso viario, Via Roma, Via Roma, 37, davanti alla scuola media
datazionesec. XX ; 1919 - 1919 [analisi stilistica; documentazione]
autoreButti Enrico (1847/ 1932),
materia tecnicabronzo/ fusionepietra/ scultura
misurecm, alt. 520, largh. 395, prof. 195,
condizione giuridicaproprietà Ente pubblico territoriale, Comune di Viggiù
dati analiticiMonumento dedicato ai caduti della prima e della seconda guerra mondiale; compare la lista dei caduti. Realizzato in pietra locale e bronzo; in primo piano, posta su un basamento, è presente una scultura in bronzo raffigurante un soldato con fucile. L’espressività del monumento è tutta concentrata nella figura del Milite, caratterizzata da “un forte impianto plastico, animato da continue e sapienti vibrazioni superficiali che accentuano la torsione della figura e la dinamicità ascendente del fucile”. Nella sua fertile carriera, Butti affrontò in più occasioni una tipologia specifica di monumento, molto diffusa negli anni compresi tra le due guerre: il monumento ai caduti. Le testimonianze di come lo scultore abbia voluto restituire queste simboliche immagini sono nella sua terra, a Viggiù, Gallarate e Varese.Figure maschili: soldato. Abbigliamento: divisa militare. Armi: fucile. Figure: putti.
notizie storico-critiche(Gatti Perer Maria Luisa, Storia dell'Arte a Varese e nel suo territorio - 2 volume pp. 383-393, Varese Insubria University Press 2011; Dizionario biografico degli italiani - vol. 15 pp. 616-617, 1972; Casero Cristina, Enrico Butti: un giovane scultore nella Milano di fine Ottocento - Milano Angeli 2013; Cavalloni Marina, Studi su Enrico Butti scultore - tesi di laurea, relatore G.A. Dell'Acqua - Milano Università Cattolica del Sacro Cuore facoltà di Lettere e Filosofia 1980; AA.VV., Picasass: storia del mestiere e degli uomini che hanno fatto la storia di Viggiù - Azzate Macchione 1995; Gattoni Gianpiero, Viggiù, Saltrio, Clivio: i ricordi più belli - Varese Macchione 2002). Enrico Butti (Viggiù, 3 aprile 1847 - Viggiù, 31 gennaio 1932) Nasce il 3 aprile 1847 da Bernardo e Anna Giudici, una famiglia di marmorini per tradizione. Il padre è intagliatore mentre lo zio Stefano e il cugino Guido, sono entrambi scultori. Butti si reca a Milano nel 1861 per frequentare l'Accademia di Belle Arti di Brera dove segue i corsi di Pietro Magni. Nello stesso tempo fa fronte alle difficoltà economiche traducendo in marmo opere di altri scultori, come Francesco Barzaghi, Ugo Zannoni, e lo stesso Magni, acquisendo un'elevata abilità nel lavorare la materia. Negli anni della Scapigliatura, espose alla Mostra Nazionale del 1872 una delle sue prime opere, il marmo del Raffaello Sanzio e a Brera, due anni dopo, la Eleonora d'Este che si reca a trovare il Tasso in carcere, oggi a San Pietroburgo. Di poco posteriori opere come Caino, Le smorfie, Stizze, San Gerolamo (1875), Il mio garzone e Santa Rosa da Lima per il Duomo di Milano (1876). Nei successivi monumenti l'esempio di Achille D'Orsi e soprattutto di Vincenzo Vela lo spinge ad uno stile più sobrio ed essenziale. Esemplari L'angelo dell'evocazione per la tomba Cavi-Bussi al Cimitero Monumentale di Milano, il Guerriero lombardo Alberto da Giussano per il monumento di Legnano, e Il minatore che gli fece guadagnare il Grand Prix e la medaglia d'argento all'Esposizione Internazionale di Parigi del 1889. Opera intessuta del realismo populista che andava diffondendosi in quegli anni. Molti altri sono i monumenti celebrativi, come quello per il Generale Sirtori, nei Giardini Pubblici di Milano, e funerari sempre per il cimitero milanese, tra i quali spicca La morente del 1891 per l'edicola Casati. Dal 1893 al 1913 Butti è docente di scultura a Brera. Riceve nuove commissioni importanti come I minatori del Sempione e il gruppo de La tregua, entrambi del 1906 e il frontalino con L'Unità d'Italia per il Vittoriano (1909). Nel 1913 si stabilisce nel paese natio a causa di sempre più gravi problemi polmonari, ma non abbandona il lavoro. Dopo l'edicola Erba, con la scultura Mater consolatrix, ed il coevo monumento Besenzanica (1912) per il Monumentale di Milano, realizza ancora varie opere funerarie, il monumento a Giuseppe Verdi, in piazza Buonarroti a Milano (1913) e quelli per i caduti di Viggiù (1919), di Gallarate (1924), di Varese (1925). Dal 1928 Butti si dedica anche alla pittura. Muore il 31 gennaio 1932 nella sua villa di Viggiù, il cui parco ospita l'attuale Museo, secondo il desiderio dello scultore.
georeferenziazionelocalizzazione fisica: x: 8.9074297718; y: 45.871808477; metodo di georeferenziazione: punto esatto; tecnica di georeferenziazione: rilievo da foto aerea con sopralluogo; base di riferimento: ICCD1004366_OI.ORTOI; 10-10-2014; (2055064) -ORTOFOTO 2006- (ht
definizionemonumento ai caduti, a lapide
denominazioneMonumento ai caduti della prima e della seconda guerra mondiale
regioneLombardia
provinciaVarese
comuneViggiù
localitaVIGGIU'
indirizzoVia Roma, 37
ente schedatoreS27
ente competenteS27
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Basilico, Andrea; ; Funzionario responsabile: Referente scientifico: Bentivoglio, RaffaellaBentivoglio, Raffaella
anno creazione2014
latitudine45.871808
longitudine8.907430

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