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Opera d'arte Ezechiele ha la visione della valle delle ossa inaridite di Naldini Giovanni Battista (1537 ca./ 1591), Balducci Giovanni detto Cosci (1560 ca./ post 1631), a Firenze

L'opera d'arte Ezechiele ha la visione della valle delle ossa inaridite di Naldini Giovanni Battista (1537 ca./ 1591), Balducci Giovanni detto Cosci (1560 ca./ post 1631), - codice 09 00742298 di Naldini Giovanni Battista (1537 ca./ 1591), Balducci Giovanni detto Cosci (1560 ca./ post 1631), si trova nel comune di Firenze, capoluogo dell'omonima provincia
immagine - immagine non disponibile -
bene culturaledipinto murale
soggettoEzechiele ha la visione della valle delle ossa inaridite
tipo schedaOA_3.00
codice univoco09 00742298
localizzazioneItalia, Toscana, FI, Firenze
datazionesec. XVI ; 1580 - 1580 [bibliografia]
autoreNaldini Giovanni Battista (1537 ca./ 1591), Balducci Giovanni detto Cosci (1560 ca./ post 1631),
materia tecnicaintonaco/ pittura a fresco
misurecm, alt. 83, largh. 136,
condizione giuridicaproprietà Stato
dati analiticidipinto murale con scena figurata entro incornciatura dipinta a finto marmo sotto l'altarePersonaggi: Ezechiele. Figure: giovani; scheletri. Elementi architettonici.
notizie storico-criticheIl dipinto raffigura l'episodio biblico della visione di Ezechiele nella valle delle ossa aride (Ezechiele, 37, 1-14): il profeta Ezechiele ebbe la visione di ossa ormai essiccate e sparpagliate nella valle che, mediante il soffio di vita dello spirito di Dio, prima si riassemblarono e poi risorsero come corpi vitali. Brano interpretato come profezia della resurrezione. Il tema è perfettamente in linea con il programma iconografico illustrato nel dipinto sovrastante l'altare raffigurante la Resurrezione di Lazzaro e con la destinazione sepolcrale della cappella della cripta. Le fonti antiche, con l'eccezione del Baldinucci che si pronuncia solo sulla Resurrezione di Lazzaro, attribuendola al Balducci, attribuiscono il dipinto sottostante l'altare a Giovanni Battista Naldini. Anche i documenti di pagamento, integralmente pubblicati nel 1996, confermano tale attribuzione, stilisticamente sostenuta anche dagli studi più recenti. Paola Barocchi notando delle dissonanze esecutive ritiene il dipinto, come del resto quello sopra l'altare opera della collaborazione tra il maestro Naldini e l'allievo Balducci. Il dipinto come quello sovrastante all'altare e quello dell'ingresso alla cripta stessa si può datare intorni al 1580-1581 quando l'ambiente sotterraneo risulta ormai concluso.
committenzaSalviati Averardo; Salviati Antonio (1579)
bibliografiaChiesa convento( 1989-1990)v. II p. 240; Buoninsegni F.T.( 1589)p. 14; Borghini R.( 1967)pp. 617-618; Gori A.F.( 1728)p. XXXXV; Baldinucci F.( 1974-1975)v. III p. 93; Del Migliore F.( 1684)p. 217; Richa G.( 1754-1762)v. VII p. 154; Karwacka Codini E./ Sbr
definizionedipinto murale
regioneToscana
provinciaFirenze
comuneFirenze
ente schedatoreS156
ente competenteS156
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Romagnoli G.; Funzionario responsabile: Sframeli M.Teodori B.
anno creazione2010

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