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Opera d'arte Erodiade suona il liuto di Mariani Antonio detto della Cornia (1584 ca./ 1654), a Torino

L'opera d'arte Erodiade suona il liuto di Mariani Antonio detto della Cornia (1584 ca./ 1654), - codice 01 00373303 di Mariani Antonio detto della Cornia (1584 ca./ 1654), si trova nel comune di Torino, capoluogo dell'omonima provincia sita in palazzo, Manica Nuova, Palazzo Reale, via XX Settembre, 86, Galleria Sabauda
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bene culturaledipinto, opera isolata
soggettoErodiade suona il liuto
tipo schedaOA_3.00
codice univoco01 00373303
localizzazioneITALIA, Piemonte, TO, Torinovia XX Settembre, 86
contenitorepalazzo, Manica Nuova, Palazzo Reale, via XX Settembre, 86, Galleria Sabauda
datazionesec. XVII secondo quarto; 1635 (ca) - 1635 (ca) [bibliografia]
autoreMariani Antonio detto della Cornia (1584 ca./ 1654),
materia tecnicatela/ pittura a olio
misurecm, alt. 81, largh. 109,
condizione giuridicaproprietà Stato, Ministero per i Beni e le Attività Culturali
dati analiticiNRSoggetti sacri. Personaggi: Erodiade; Erode; San Giovanni Battista decollato. Figure: figure maschili. Strumenti musicali: liuto.
notizie storico-criticheL’autore dell’opera Antonio Mariani Della Cornia, pittore e conoscitore d’arte di origine lombarda, è documentato a partire dal 1625 a Roma. Egli si fece apprezzare in ambiente barberiniano grazie soprattutto alla mediazione di Agostino Tassi che lo introdusse presso personaggi di rilievo della corte francese e della corte sabauda, come il cardinal Maurizio di Savoia per il quale il Tassi stava lavorando, forse in collaborazione con lo stesso Mariani, ai teleri della chiesa di Sant’Eustachio (Di Macco 1994; ead. 1995, pp. 350 ss.). In veste di estimatore d’arte Della Cornia aveva redatto già il catalogo della collezione Ludovisi e nel 1635 l’ambasciatore sabaudo presso la Santa Sede Ludovico San Martino di Agliè, su consiglio del legato di Francia Charles I duca de Crequi, lo segnalò a Vittorio Amedeo I per la redazione dell’inventario della collezione dei Savoia (Di Macco 1994). Nel 1635 quindi Antonio Della Cornia soggiornò per alcuni mesi a Torino e attese alla schedatura della collezione sabauda, seguendo un metodo topografico ma funzionale al riconoscimento della qualità delle opere e all’individuazione delle lacune al fine di indirizzare i futuri acquisti del duca. La classificazione dei dipinti e dei pittori è ispirata alle teorie classiciste espresse nelle Considerazioni di Giulio Mancini che guidavano anche la produzione pittorica romana degli anni Trenta del Seicento. Il Mariani arricchì la raccolta di Vittorio Amedeo con tredici tele, in parte portate da Roma, nelle quali erano individuabili due serie tematiche e due opere isolate, vale a dire una Madonna che allatta il bambino e l’Erodiade che suona il liuto. La prima serie era costituita da due Muse in successione con una Santa Caterina di Antiveduto Grammatica e la seconda prevedeva nove Sante e un Salvatore allestiti nella Camera Reale, prossima alla Stanza della Muse dov’erano conservate le dieci tele di Antiveduto raffiguranti le nove Muse ed Apollo, in modo che la serie sacra di Della Cornia fosse simbolicamente corrispondente alla serie profana del Gramatica (Di Macco 1994; De Bosio 2007, schede 9.16-9.21 in Castelnuovo, a cura di, vol. II, pp. 174-177; Goria 2009, scheda 4.5 in Spantigati, a cura di, pp. 138-140). La tela con l’Erodiade dimostra nella composizione un’impostazione lombarda ma soprattutto incarna un programmatico riferimento al neocinquecentismo veneto tipico della cultura romana degli anni Venti e Trenta del Seicento e sostenuto dal venetismo di Poussin, Sacchi e Pietro da Cortona. Questa ispirazione è evidente nei cromatismi, nella conduzione pittorica, nel taglio delle figure e anche nelle scelte iconografiche che, secondo Michela Di Macco, sono debitrici in particolare dell’opera di Giorgione, con un riferimento esplicito nella figura di Erode al Doppio ritratto di Palazzo Venezia già in collezione Ludovisi che della Cornia aveva inventariato nel 1633. L’uso del tonalismo doveva essere del resto congeniale al Mariani che, essendo di origine lombarda, poteva aver studiato le opere di Giovanni Paolo Lomazzo il cui Autoritratto in veste di accademico (Milano, Pinacoteca di Brera) sembra citato nella figura maschile che tiene il bacile con la testa del Battista (Di Macco 1994). L’Erodiade che suona il liuto nel 1932 venne concessa in deposito al Senato del Regno ed è tornata alla Galleria Sabauda il 24 Aprile 1990.
altra localizzazioneluogo di esposizione: ITALIA, Piemonte, TO, Torino; luogo di esposizione: ITALIA, Piemonte, TO, Torino; luogo di deposito: ITALIA, Piemonte, TO, Moncalieri
bibliografiaGuide brevi della Galleria Sabauda. Secondo settore. Collezioni dinastiche: da Vittorio Amedeo I a Vittorio Amedeo II 1630 - 1730( 1991)p. 37; Di Macco, Michela( 1994)pp. 192-217; Di Macco, Michela( 1995)pp. 350-374; Castelnuovo, Enrico (a cura di)( 2007)
definizionedipinto
regionePiemonte
provinciaTorino
comuneTorino
indirizzovia XX Settembre, 86
ente schedatoreS67
ente competenteS67
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Fabbri, Francesca; ; Funzionario responsabile: Referente scientifico: Gabrielli, EdithFabbri, Francesca
anno creazione2014
latitudine45.073139
longitudine7.684548

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