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Opera d'arte elementi araldici di Gherardi Cristoforo (1508/ 1556), a Città di Castello

L'opera d'arte elementi araldici di Gherardi Cristoforo (1508/ 1556), - codice 10 00012006 di Gherardi Cristoforo (1508/ 1556), si trova nel comune di Città di Castello nella provincia di Perugia sita in palazzo, museo, Palazzo Vitelli alla Cannoniera, Città di Castello, 06012 ( PG), Pinacoteca Comunale, piano terra, sala V, parete est ed ovest.
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bene culturaledipinto, opera isolata
soggettoelementi araldici
tipo schedaOA_3.00
codice univoco10 00012006
localizzazioneItalia, Umbria, PG, Città di CastelloCittà di Castello, 06012 ( PG)
contenitorepalazzo, museo, Palazzo Vitelli alla Cannoniera, Città di Castello, 06012 ( PG), Pinacoteca Comunale, piano terra, sala V, parete est ed ovest.
datazionesec. XVI prima metà; 1500 - 1549 [analisi stilistica]
autoreGherardi Cristoforo (1508/ 1556),
materia tecnicaintonaco/ pittura a fresco
misurealt. 150, largh. 230,
condizione giuridicaproprietà Ente pubblico territoriale, proprietà del Comune di Città di Castello.
dati analiticiNR (recupero pregresso)Personaggi: putti; figure allegoriche. Animali: vitelli; aquila. Elementi architettonici: fontana.
notizie storico-critichesecondo il Ronen( 1975, p. 61) la presenza del giglio, elemento araldico della famiglia Fernese, circoscrive l'opera in oggetto tra gli anno 1537-1538 anno in cui Alessandro Vitelli entrò al servizio di Paolo III Farnese. Il Vasari annota nelle sue vite( 1927, pp. 1024-1025) che l'esecuzione della suddetta stanza, di quella adiacente e alcuni partimenti di una stufa furono eseguiti, su disegno proprio, da Battista da Città di Castello e da Cristoforo Gherardi. Gli spazi centrali delle due sale originariamente occupati da tele o tavole, come asserisce il Mancini( 1832, p. 255) ora risultano vuoti. Considerazioni di ordine stilistico, come il disegno sottile e minuzionso su fondo bianco, e la corposità degli elementi vegetali su fondo scuro, fanno pensare alla collaborazione del Doceno e del Battista, ricionocibili singolarmente per i motivi stilistici a cromatici sopracitati. La classica raffigurazione dell'allegoria di fiume è interpretata dal Corbucci( 1931, p. 15) come il padre Tevere che versa le sue acque sulla pianura, raccolte da una fanciulla su una ciotola. Lo schema compositivo, quasi geometrico, si adatta alla disposizione naturale delle figure, circoscrivendole in uno spazio limitato che offre possibilità di sfondo. Nell'opera in oggetto la presenza dell'aquila bicipite coronata è interpretata dal Corbucci ( 1931, p. 16) come una testimonianza delle imprese di Alessandro Vitelli nelle guerre di Germania e quindi risponde ad una funzione celebrativa oltre che decorativa.
bibliografiaMancini G.( 1832)vol. I, p. 255; Vasari G.( 1568)vol. II, p. 1025; Corbucci V.( 1931)pp. 15-16; Ronen A.( 1875)p. 61; Mancini G.( 1832)pp 82-83; Magherini Graziani G.( 1897)p. 98; Bombe W.( 1931)11, pp. 143-144; Rosini C.( 1961)p. 32; Mancini F. F.( 1987)
definizionedipinto
regioneUmbria
provinciaPerugia
comuneCittà di Castello
indirizzoCittà di Castello, 06012 ( PG)
ente schedatoreR10
ente competenteR10
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Franchi F.; Funzionario responsabile: Valentino D. A.Montella M.; Trascrizione per informatizzazione: ARTPAST / Buzzi L. (2006); Aggiornamento-revisione: Teza L. (1984), Referente scientifico: NR (recupero pregresso); ARTPAST / Buzzi L
anno creazione1981
anno modifica1984; 2006
latitudine42.517512
longitudine14.057213

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