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Opera d'arte deposizione di Cristo dalla croce di Giordano Luca (1634/ 1705), a Venezia

L'opera d'arte deposizione di Cristo dalla croce di Giordano Luca (1634/ 1705), - codice 05 00401622 di Giordano Luca (1634/ 1705), si trova nel comune di Venezia, capoluogo dell'omonima provincia sita in convento, Convento dei Canonici Lateranensi, ex Convento dei Canonici Lateranensi, Dorsoduro, 1050, Gallerie dell'Accademia, Quadreria
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bene culturaledipinto, opera isolata
soggettodeposizione di Cristo dalla croce
tipo schedaOA_3.00
codice univoco05 00401622
localizzazioneItalia, Veneto, VE, VeneziaDorsoduro, 1050
contenitoreconvento, Convento dei Canonici Lateranensi, ex Convento dei Canonici Lateranensi, Dorsoduro, 1050, Gallerie dell'Accademia, Quadreria
datazionesec. XVII ; 1664 (ca.) - 1674 (ca.) [NR (recupero pregresso)]
autoreGiordano Luca (1634/ 1705),
materia tecnicatela/ pittura a olio
misurealt. 440, largh. 243,
condizione giuridicaproprietà Stato, Ministero per i Beni e le Attività Culturali
dati analiticiNR (recupero pregresso)Soggetti sacri: La Deposizione.
notizie storico-criticheFu restaurata nel 1830 da L. Querena, pulita nel 1895 da L. Gavagnin, nuov amente foderata da A. Lazzarin nel 1961-62. Si trovava originariamente sul l'altar maggiore della chiesa veneziana di Santa Maria del Pianto, alla cu i soppressione nel 1810 passò nel deposito di San Giovanni Evangelista (El enco 1832, n. 384), venendo consegnata all'Accademia il 17 maggio 1829 (Mo schini Marconi 1970). La chiesa di Santa Maria del Pianto, una chiesa di S tato, venne costruita per voto del senato veneziano dopo la guerra di Cand ia, in seguito a un decreto del 21 giugno 1646. La posa della prima pietra avvenne l'anno successivo. Sulla fine del 1650 i lavori erano ancora a me tà e si chiedevano aiuti al Magistrato al Sal per finirli (F. Scolari, "La Chiesa di S. Maria del Pianto", Venezia 1851). Come ricorda il Gradenigo (in Livan 1942), l'erezione dell'altar maggiore avvenne a spese della fami glia Zanardi. Mentre il Martinioni (1663) annota che si andavano realizzan do "gli altari di fini marmi con rimessi affricani, verdoni e rossi di Fra ncia, paragoni et altre pietre vedendo terminato quello di Pier'Antonio Zo n e Fratelli con la tavola dipinta eccellentemente da Francesco Ruschi". I l Boschini nel 1664 nomina tutte le pale degli altari laterali: del Mazzon i, del Ricchi, del Ruschi, del Liberi e del Vecchia; mentre ricorda quella di Luca Giordano nell'edizione del 1674. Quindi l'opera fu realizzata pri ma di questa data e dopo il 1664, probabilmente nel corso del secondo sogg iorno veneziano dell'artista del 1665, confermato dal Baldinucci (Ferrari, Scavizzi 1992). Non sembra invece sostenibile l'opinione della Moschini M arconi, condivisa da Pallucchini (1981), che il dipinto fosse stato commis sionato ed eseguito quando ancora la chiesa era in costruzione, venendo co llocato in situ molti anni più tardi, probabilmente in coincidenza con l'a ggregazione nobiliare dei committenti dell'altar maggiore, avvenuta il 19 marzo 1653. Certo il dipinto col suo drammatico gioco chiaroscurale, "la g randiosa scala di corpi umani", il frantumarsi della forma, degna dell'ult imo Tiziano dovette destare sconcerto e ammirazione nell'ambiente artistic o veneziano. Lo testimoniano infatti la grande quantità di copie esistenti . Già il Moschini ne ricordava una nella chiesa di Santa Maria Formosa (18 19). Sono note copie nella chiesa di San Lorenzo a Vicenza, di misure quas i uguali all'originale attribuita al Desubleo (Magagnato 1956); nella parr occhiale di Sant'Antonio Abate a Membro (Lonno Ber- gamo) (Pinetti 1931), che Ferrari, Scavizzi (1966) ritengono opera veneta seicentesca. Ne esisto no ancora all'Accademia Carrara di Bergamo (Bologna 1958), a San Pellegrin o, nell'omonima chiesa (Noris 1988), in collezione privata inglese, ritenu ta originale da Hermann (1960); altra già a Francoforte, vendita Bangel de l 17 ottobre 1928 (Ferrari, Scavizzi 1992); infine a Roma già collezione R egina Toso (inedito). Mentre il bozzetto (cm 130 x 65), proveniente da un' antica raccolta veneziana, acquistato dall' Art Museum di Worcester nel 19 69 (Milkovich 1969) e secondo Ferrari, Scavizzi (1966, 1992) autografo e p reparatorio per la pala stessa. Da ultimo un disegno settecentesco con la copia di un particolare esiste al Rijkmuseum di Amsterdam (K.G. Boon in Mo schini Marconi 1970).
bibliografiaMoschini Marconi S.( 1970)pp. 141-142, n. 313; Zorzi A.( 1972)II, pp. 530-531; Sponza S.( 1978)pp. 92-93; Pallucchini R.( 1981)p. 239; Noris F.( 1988)pp. 164, 171-172; Ferrari O./ Scavizzi G.( 1992)I, pp. 50, 279; Mason S.( 1995)pp. 13-30; Nepi Scire' G.(
definizionedipinto
regioneVeneto
provinciaVenezia
comuneVenezia
indirizzoDorsoduro, 1050
ente schedatoreS472
ente competenteS472
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Nepi Scirè G.; Funzionario responsabile: Spadavecchia F.; Aggiornamento-revisione: Rizzo P. (2004), Referente scientifico: NR (recupero pregresso); ARTPAST/ Bergamo M. (2006), Referente scientifico: NR (recupero pregresso);
anno creazione1995
anno modifica2004; 2006
latitudine45.431402
longitudine12.328676

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