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Opera d'arte Danae e la pioggia d'oro di Contarini Giovanni (1549/ 1605), a Torino

L'opera d'arte Danae e la pioggia d'oro di Contarini Giovanni (1549/ 1605), - codice 01 00350746 di Contarini Giovanni (1549/ 1605), si trova nel comune di Torino, capoluogo dell'omonima provincia sita in palazzo, Manica Nuova, Palazzo Reale, via XX Settembre, 86, Galleria Sabauda
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bene culturaledipinto, opera isolata
soggettoDanae e la pioggia d'oro
tipo schedaOA_3.00
codice univoco01 00350746
localizzazioneITALIA, Piemonte, TO, Torinovia XX Settembre, 86
contenitorepalazzo, Manica Nuova, Palazzo Reale, via XX Settembre, 86, Galleria Sabauda
datazionesecc. XVI/ XVII ultimo quarto; 1570 (post) - 1605 (ante) [analisi stilistica; bibliografia]
autoreContarini Giovanni (1549/ 1605),
materia tecnicatela/ pittura a olio
misurecm, alt. 113, largh. 145,
condizione giuridicaproprietà Stato, Ministero per i Beni e le Attività Culturali
dati analiticiCornice del XIX secoloPersonaggi: (Danae) figura nuda distesa. Metamorfosi: Giove/ pioggia d'oro. Interno: alcova.
notizie storico-criticheFu acquistato nel 1879 da Carlo Doglia di Genova con attribuzione a Paolo Veronese. La qualità del dipinto veniva lodata da Jacobsen (1897), che la riteneva addirittura la migliore dell’intera collezione, e la paternità dell’opera confermata da Baudi di Vesme (1899 e 1909) e da von Hadeln (1911), da Pacchioni (1932) rivolta invece in direzione di un seguace del Caliari e da Adolfo Venturi (1934) conferita ad Alessandro Varotari detto il Padovanino. Dello stesso parere Allievo-Bandini (1959), Golzio (1960), Gamulin (1960) e Prijatelj (1960) e la Guida del Museo del 1991. Soltanto Noemi Gabrielli, sulla base di un’imbeccata di Rodolfo Pallucchini, avanzava il nome di Palma il Giovane (1971), mentre recuperando una brillante intuizione espressa oralmente da Giuseppe Fiocco, Annalisa Bristot (1980) non escludeva la possibilità che potesse trattarsi di un’opera del tardo manierista Giovanni Contarini, collocandola però soltanto tra le opere incerte. La studiosa nota infatti non ci siano elementi sicuri per proporre una sicura attribuzione ma rileva altresì alcune caratteristiche che si accordano ai modi del pittore del periodo “veronesiano”, vale a dire tra il David della Querini e il Cristo portato al sepolcro della chiesa veneziana dei Tolentini. Zimmer (1988) invece non esitava a riconoscervi pienamente l’elegante cifra stilistica “rudolfina”, derivata dal soggiorno praghese dell’artista, per contro negata con fermezza dalla Bristot (2007). Ulteriori indizi a favore della sua paternità si rivelerebbero nei tratti del volto, nella plastica solida e liscia della pelle, nella morbidezza delle linee e infine nella semplificazione volumetrica delle forme e nel paesaggio tizianesco. Stupiscono però “la raffinata fattura dei gioielli, le preziosità dei panneggi e delle stoffe e la posa, di una insolita audacia, mai riscontrata nel Contarini e che meglio si accorderebbe al fare del Padovanino” (Bristot, 1980). L’originale iconografia scelta, di grande raffinatezza inventiva, favorisce anche il confronto con una Danae di collezione privata parigina, pubblicata e attribuita a Palma il Giovane da Pallucchini (1969, p. 208; Gabrielli, 1971; Bristot, 1980), ma soprattutto con un gruppo di opere come la Danae del veronese Marcantonio Bassetti e del romano Giovanni Baglione, che entro gli anni quaranta del XVII secolo si dimostrano curiosamente concordi nel reinterpretare la figura femminile distesa volgendola da tergo, secondo cioè la categoria iconografica della cosiddetta Callipigia (Dal Pozzolo, 2009). Nel gesto insolito della Danae torinese di utilizzare un lembo della cortina del letto per schermarsi dalla pioggia d’oro e nel velo trasparente posto intorno ai generosi lombi si ravvisa anzi un’interpretazione ironica del soggetto, non di rado utilizzata dal tardo manierismo europeo come risposta alla tematica erotica tizianesca e veronesiana (cfr. Aikema - Martin, 2009, p. 368).
altra localizzazioneluogo di provenienza: ITALIA, Liguria, GE, Genova; luogo di esposizione: ITALIA, Piemonte, TO, Torino; luogo di deposito: ITALIA, Piemonte, TO, Moncalieri
altre attribuzioniVarotari Alessandro detto il PadovaninoCaliari Paolo detto VeroneseCaliari Paolo detto Veronese (seguace di)Negretti Jacopo detto Palma il Giovane (seguace di)ambito veneto tardo manierista
bibliografiaJacobsen, Emil( 1897)p. 134; [Baudi di Vesme, Alessandro]( 1899)p. 150, n. 564; [Baudi di Vesme, Alessandro]( 1909)p. 155; Hadeln, Detlev : von( 1911)p. 397; Venturi, Adolfo( 1929)IX/7, pp. 292-295; Pacchioni, Guglielmo( 1932)p. 27; Pacchioni, Guglielmo(
definizionedipinto
regionePiemonte
provinciaTorino
comuneTorino
indirizzovia XX Settembre, 86
ente schedatoreS67
ente competenteS67
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Accornero, Chiara; ; Funzionario responsabile: Referente scientifico: Gabrielli, EdithMoratti, Valeria
anno creazione2012
latitudine45.073139
longitudine7.684548

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