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Opera d'arte Cristo crocifisso con Santa Maria Maddalena di Raggi Antonio (1624/ 1686), a Firenze

L'opera d'arte Cristo crocifisso con Santa Maria Maddalena di Raggi Antonio (1624/ 1686), - codice 09 00189471 di Raggi Antonio (1624/ 1686), si trova nel comune di Firenze, capoluogo dell'omonima provincia sita in palazzo, statale, Palazzo Pitti, Palazzo Pitti, P.za Pitti, 1, SBAA, Cappella
immagine - immagine non disponibile -
bene culturalecrocifisso
soggettoCristo crocifisso con Santa Maria Maddalena
tipo schedaOA_3.00
codice univoco09 00189471
localizzazioneItalia, Toscana, FI, FirenzeP.za Pitti, 1
contenitorepalazzo, statale, Palazzo Pitti, Palazzo Pitti, P.za Pitti, 1, SBAA, Cappella
datazionesec. XVII ; 1650 (ca.) - 1685 (ante) [analisi storica]
autoreRaggi Antonio (1624/ 1686),
materia tecnicabronzo/ doraturalegnoavorio
misurealt. 200, largh. 73, prof. 61,
condizione giuridicaproprietà Stato, Ministero per i Beni e le Attività Culturali
dati analiticiLa Maddalena in bronzo dorato è raffigurata mentre si protende in un impeto di appassionato dolore ad abbracciare la croce di legno pietrificato listata in bronzo e sorreggente il corpo eburneo di Gesù raffigurato secondo la tipologia del 'Cristo vivo' in voga nella seconda metà del Seicento. Il cartiglio anch'esso in avorio presenta secondo l'uso barocco iscrizioni in ebraico, greco e latino. Le realistiche erbette che compaiono sulla base rocciosa furono fatte ramare dopo la fusione del bronzo.Soggetti sacri. Personaggi: Cristo crocifisso; Santa Maria Maddalena.
notizie storico-criticheIl crocefisso trasferito dagli appartamenti granducali nella nuova cappella al pianterreno di Palazzo Pitti tra il 1766 e il 1785, fu menzionato dall'inventario fiorentino del 1785 e dal Richa (1761) come opera di Balthasar Permoser. Il Lankheit (1962), riconoscendo delle disuguaglianze stilistiche fra il Cristo e la Maddalena, ricondusse il bronzo al Foggini e accettò per il Cristo l'attribuzione delle fonti collocando l'opera intorno al 1698 durante il secondo soggiorno dell'artista tedesco a Firenze. Questa opinione, confermata dalla Asche (1966) e dalla Piacenti (1974), è stata invece avversata dalla Schlegel (1976) che vede nell'intero gruppo la mano di Antonio Raggi avvalorando la sua tesi sia con argomenti stilistici come la somiglianza della Santa con la Maddalena del "Noli me tangere" nella Chiesa dei Ss. Domenico e Sisto a Roma e con la S. Cecilia nella Chiesa di S. Agnese in Piazza Navona sia con l'ausilio dei documenti, già pubblicati dal Golzio e dal Donati, che confermano che il Raggi aveva realizzato nel 1672 il modello per una Maddalena e un Cristo in avorio. Le dimensioni del gruppo corrispondono all'esemplare fiorentino. I raffronti stilistici con l'analogo crocefisso di Bamberga del Permoser, ispiratosi probabilmente alla scultura di Pitti durante la sua permanenza a Firenze, non permettono di vedere nell'opera fiorentina una copia di Parmoser da Raggi e confermano quindi l'ipotesi della Schlegel che la "Maddalena adorante il Crocefisso" fosse creata dal raggi per i Chigi a Roma e poi, forse in regalo, fosse inviata ai Medici. Il nome di Parmoser, limitatamente all'esecuzione del Crocefisso, continua ad essere sostenuto dalla Mosco (1986). Dall'impressione che suscitò il gruppo in ambiente toscano ancora restio a condividere il gusto barocco di matrice romana è testimonianza il disegno del Foggini raffigurante la "Maddalena inginocchiata" (Firenze, raccolta privata) e la copia in avorio del Parmoser a Bamberga. I gesti enfatici della Maddalena del Raggi, la sua veste increspata drammaticamente, lo svolazzante perizoma del Cristo ancora vivo torturato dagli spasmi di dolore raffigurano il momento cruciale del dogma cristiano, quando Gesù CRisto sofferente, rivolto al Padre nell'ultimo grido disperato, sta morendo per la salvezza di un'umanità sgomenta, attanagliata dalle morse della colpa e del peccato originale. L'iconografia del 'Cristo vivo', comune in età baraocca grazie anche al proliferare dei modelli algardiani da cui indirettamente deriva anche l'esemplare del Raggi, va fatta comunque risalire alla scuola bolognese che nella precoce pala dei Cappuccini del Reni e nella "Crocifissione" del Guercino a Reggio Emilia diffuse tale tipologia così congeniale allo spirito enfatico e declamatorio del Barocco.
bibliografiaRicha G.( 1754-1762)p. 94; Lankheit K.( 1962)pp. 168-169; Asche S.( 1966)pp. 287-293; Museo argenti( 1967)pp. 24, 39; Ultimi Medici( 1974)p. 384, n. 219; Schlegel U.( 1976)pp. 81-87; Maddalena sacro( 1986)pp. 109-111
definizionecrocifisso
regioneToscana
provinciaFirenze
comuneFirenze
indirizzoP.za Pitti, 1
ente schedatoreS17
ente competenteS417
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Civai A.; Funzionario responsabile: Meloni S.; Trascrizione per informatizzazione: ARTPAST/ Morena F. (2006); Aggiornamento-revisione: Reggioli C. (2000), Referente scientifico: NR (recupero pregresso); ARTPAST/ Morena F. (2006), Refer
anno creazione1986
anno modifica2000; 2006
latitudine43.765656
longitudine11.249350

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