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Opera d'arte compianto sul Cristo morto con San Pietro martire e donatore di Ingoni Giovan Battista (1528/ 1608), a Modena

L'opera d'arte compianto sul Cristo morto con San Pietro martire e donatore di Ingoni Giovan Battista (1528/ 1608), - codice 08 00286325 di Ingoni Giovan Battista (1528/ 1608), si trova nel comune di Modena, capoluogo dell'omonima provincia sita in palazzo, Palazzo Coccapani, Corso Vittorio Emanuele, 95, Galleria Estense, sala I
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bene culturaledipinto
soggettocompianto sul Cristo morto con San Pietro martire e donatore
tipo schedaOA_3.00
codice univoco08 00286325
localizzazioneItalia, Emilia Romagna, MO, ModenaCorso Vittorio Emanuele, 95
contenitorepalazzo, Palazzo Coccapani, Corso Vittorio Emanuele, 95, Galleria Estense, sala I
datazionesec. XVI ; 1572 - 1572 [fonte archivistica]
autoreIngoni Giovan Battista (1528/ 1608),
materia tecnicatela/ pittura a olio
misurealt. 180, largh. 117,
condizione giuridicaproprietà Stato, Soprintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico di Modena e Reggio Emilia - Galleria Estense
dati analiticiNR (recupero pregresso)Personaggi: Gesù Cristo; Madonna; Santa Maria Maddalena; San Pietro martire; Cervi Nicolò.STEMMI, EMBLEMI, MARCHI: Classe di appartenenza: arme, Qualificazione: gentilizia, Identificazione: Cervi, Posizione: in basso a sinistra, Descrizione : cervo rampante in campo azzurro-verde con tre stelle,
notizie storico-criticheIl dipinto è stato riferito per oltre tre secoli a Bernardino Cervi sulla base delle fonti che ab antiquo mal interpretarono l'iscrizione posta sul cartiglio, collocato in basso a sinistra vicino allo stemma nobiliare, allora non ancora identificato. Dal Vedriani in poi, infatti, il nome "Cervis" citato nel cartiglio venne riconosciuto come quello dell'autore della tela che, sempre seguendo la lacunosa iscrizione, l'avrebbe donata alla compagnia di San Pietro Martire, presso la quale la vide il Vedriani. Il Tiraboschi (1854), recuperando la testimonianza del Vedriani, riferisce inoltre che, "essendo stata logorata dal tempo", l'opera fu posta in vendita, lasciando intendere che al tempo della compilazione delle sue "Notizie", non fosse più in loco. Secondo Venturi, fu durante le conquiste napoleoniche che il "Compianto" entrò a far parte della quadreria dell'Accademia di Belle Arti di Modena che riunite presso di sé, a scopo di tutela, le opere delle collezioni estensi scampate fino a quel momento alle rapine francesi, incrementò il nucleo dei dipinti delle raccolte ducali con l'acquisizione di altri provenienti dalle corporazioni soppresse (Venturi 1882). Con la Restaurazione la pala entrò nel Palazzo Ducale, dal quale pervenne alla Galleria Estense. Il riferimento a Bernardino Cervi della tela venne avallata da tutte le guide e pubblicazioni relative alla Galleria successive a quella del Venturi (Ricci 1925; Zocca 1933; Pallucchini 1945). A. Ghidiglia Quintavalle (1962) per prima mise in dubbio in qualche misura la tradizionale attribuzione, considerando quest'opera come un "esordio passerottiano e tardo - manierista" del Cervi. A. Lugli (in Arte Estense 1986) mostrava perplessità riguardo l'autografia dell'opera sulla base dell'analisi stilistica, rilevandone, infatti, la matrice culturale tardo manierista, distante dal linguaggio reniano caratteristico del Cervi. Inoltre la studiosa adombrava che il Cervi cui faceva riferimento l'iscrizione sul cartiglio potesse indicare il committente dell'opera e non necessariamente il suo autore. Il vaglio dei documenti di archivio condotto da O. Baracchi e C. Giovannini (1988) rivelava che nel 1572 la Compagnia di San Pietro aveva effettuato pagamenti a favore del pittore Giovanni Battista Ingoni, confratello di questa Compagnia, per un dipinto, identificato da G. Mancini (1997) con il "Compianto" della Galleria Estense. La tela, che fu oggetto di disaccordo tra l'artista e i suoi confratelli, fu acquisita dal massaro Niccolò Cervi che la pagò, destinandola, per volontà testamentaria, all'oratorio della compagnia, presso la quale l'opera giunse, dopo la sua morte, nel 1576. Pertanto, come sottolineato da G. Mancini, lo stemma e il cartiglio iscritto furono aggiunti in un secondo momento. Il dipinto, in mediocre stato di conservazione "ab antiquo", come suggeriscono le parole del Tiraboschi, venne sottoposto a pulitura nel 1894. Nel 1983 è stato sottoposto a restauro, completato poi nel 1985. L'intervento è consistito nella foderatura, nella sostituzione del telaio, nella pulitura, nella rimozione dei vecchi ritocchi e nell'integrazione pittorica delle lacune. Lungo i bordi l'integrazione è stata eseguita con colore neutro, steso a livello della pellicola pittorica originale. Le tracce evidenti del supporto sulla pellicola pittorica, molto svelata, sembrerebbero essere l'effetto di una foderatura piuttosto aggressiva.
altra localizzazioneluogo di provenienza: Emilia Romagna, MO, Modena; luogo di provenienza: Emilia Romagna, MO, Modena; luogo di provenienza: Emilia Romagna, MO, Modena
altre attribuzioniCervi Bernardino
bibliografiaVedriani L.( 1662)p. 116; Tiraboschi G.( 1786)p. 158; Castellani Tarabini F.( 1854)pp. 119-120, n. 423; Venturi A.( 1989)p. 372; Ricci S.( 1925)p. 32, n. 59; Zocca E.( 1933)p. 19; Pallucchini R.( 1945)p. 68, n. 101; Ghidiglia Quintavalle A.( 1962)pp. 109-
definizionedipinto
regioneEmilia Romagna
provinciaModena
comuneModena
indirizzoCorso Vittorio Emanuele, 95
ente schedatoreS28
ente competenteS28
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Tommaselli D.; Funzionario responsabile: Giordani N.; Trascrizione per informatizzazione: Tommaselli D. (2007)
anno creazione2007
latitudine44.650801
longitudine10.930868

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