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Opera d'arte cena in casa di Simone il fariseo di Santi di Tito (1536/ 1603), a Firenze

L'opera d'arte cena in casa di Simone il fariseo di Santi di Tito (1536/ 1603), - codice 09 00298980 di Santi di Tito (1536/ 1603), si trova nel comune di Firenze, capoluogo dell'omonima provincia sita in convento, servita, Convento della S.ma Annunziata, Chiesa e convento della SS. Annunziata, piazza SS. Annunziata, refettorio, parete destra entrando dalla cucina
immagine - immagine non disponibile -
bene culturaledipinto
soggettocena in casa di Simone il fariseo
tipo schedaOA_3.00
codice univoco09 00298980
localizzazioneItalia, Toscana, FI, Firenzepiazza SS. Annunziata
contenitoreconvento, servita, Convento della S.ma Annunziata, Chiesa e convento della SS. Annunziata, piazza SS. Annunziata, refettorio, parete destra entrando dalla cucina
datazionesec. XVI ; 1573 - 1573 [data]
autoreSanti di Tito (1536/ 1603),
materia tecnicaintonaco/ pittura a fresco
condizione giuridicaproprietà Stato, possesso perpetuo Comune di Firenze
dati analiticiNR (recupero pregresso)Personaggi: Cristo; Fariseo; Maddalena; sette Santi fondatori; Madonna; apostoli. Figure: astanti; servitori; angeli. Abbigliamento: all'antica; contemporaneo. Attributi: (Maddalena) vasetto per unguenti. Interno. Paesaggi: colline; cielo. Fiumi. Fenomeni metereologici: nubi. Elementi architettonici: balaustra; loggia serliana. Architetture: Montesenario: convento. Architetture: Firenze: chiesa e convento dei Servi di Maria. Architetture: chiesa; Pantheon. Mobilia: sedie; tavoli. Oggetti: tovaglie; vivande; piatti; bacili; vassoi; vasi; anfore. Araldica: scudo. Animali: gatti; cane. Frutti. Piante: erba; alberi; fiori. Decorazioni: foglie d'acanto; motivi geometrici; mascheroni; statue.STEMMI, EMBLEMI, MARCHI: Classe di appartenenza: emblema, Qualificazione: religioso, Identificazione: Ordine dei Servi di Maria, Posizione: in alto al centro della lunetta, Descrizione : azzurro, oro, naturale, S, giglio naturale,
notizie storico-criticheIl Casalini ipotizza che l'affresco di Santi di Tito abbia sostituito "L'ultima cena" di Taddeo Gaddi citata da Vasari. Lo studioso inoltre ha individuato nel paesaggio di fondo la presenza di edifici riconoscibili: al centro il convento di Montesenario, a destra la chiesa e il convento dell' Annunziata e a sinistra una chiesa identificabile con S. Marcello al Corso a Roma (altra sede importante dei Servi) e altri edifici fra cui il Pantheon. Interessante e' notare che davanti al convento di Montesenario sono inginocchiati i Sette Santi Fondatori rivolti verso la Madonna che, dal cielo, consegna lo scapolare. Questa, secondo il Casalini, e' la prima raffigurazione del convento di Montesenario. Stilisticamente nella loggia dello sfondo sono state individuate derivazioni dall'architettura degli Uffizi (Berti) e da quelle presenti nei quadri del Veronese. Nell'affresco, come ha infatti evidenziato la critica (Spalding, Berti), e' rilevabile nell'impianto compositivo una notevole influenza del Veronese; in particolare esistono somiglianze con "La cena di S. Gregorio Magno" (Vicenza, Monte Berico) (1572) e con il "Convito in casa di Levi" (1573) (Venezia, Galleria dell'Accademia). Queste opere dovevano essere note a Santi di Tito che probabilmente le vide durante un viaggio a Venezia effettuato tra il 1571 e il 1572. Il pittore tuttavia interpreta lo stile veronesiano secondo stilemi personali. Lo Spalding nota inoltre che esiste anche un'opera del Veronese con la Cena in casa del Fariseo databile al 1567-70 ca., ora conservata a Brera. Il quadro di Veronese e' comunque piu' rigido iconograficamente e stilisticamente rispetto a quello di Santi di Tito. Lo Spalding aggiunge che anche le figure dietro la balaustra sul fondo sono una citazione dal Veronese ("Nozze di Cana", 1562-63, Parigi, Louvre). Per queste caratteristiche e per l' impianto monumentale l'opera e', secondo lo Spalding, unica nell'attivita' di Santi di Tito. Il pittore nella stretta adesione al racconto sacro si mostra attento alle disposizioni riguardo l'arte del sinodo provinciale fiorentino del 1573 (Lecchini Giovannoni S. /Collareta M., 1985). Questo fatto e' testimoniato anche dalle varianti apportate rispetto al disegno preparatorio: il grande tavolo con i personaggi e i servi in movimento e' sostituito da tre piccoli tavoli, di cui soltanto il centrale e' occupato dai personaggi principali; inoltre i servi e la folla dietro la loggia hanno movimenti piu' lenti. Nella versione definitiva quindi l'azione e' piu' concentrata e tutta la composizione ruota intorno ai quattro personaggi centrali. Dell'affresco esiste un disegno preparatorio al Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi (n. 759F).
committenzaPoccianti, Michele (1572)
bibliografiaKirchen Florenz( 1940-1954)v. I, p. 120; Berti L.( 1952)pp. 353-54; Spalding J.( 1982)pp. 149-150; Tradizione fiorentina( 1997)pp. 184-186
definizionedipinto
regioneToscana
provinciaFirenze
comuneFirenze
indirizzopiazza SS. Annunziata
ente schedatoreL. 41/1986
ente competenteS128
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Giorgi R.; Funzionario responsabile: Damiani G.; Aggiornamento-revisione: Orfanello/ Romagnoli/ Rousseau (1999), Referente scientifico: NR (recupero pregresso); ARTPAST/ Querci R. (2006), Referente scientifico: NR (recupero pregresso);
anno creazione1988
anno modifica1999; 2006
latitudine43.776699
longitudine11.260923

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