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Opera d'arte Annunciazione di Vannucci Pietro detto Perugino (1450 ca./ 1523), a Fano

L'opera d'arte Annunciazione di Vannucci Pietro detto Perugino (1450 ca./ 1523), - codice 11 00246804 di Vannucci Pietro detto Perugino (1450 ca./ 1523), si trova nel comune di Fano nella provincia di Pesaro Urbino sita in chiesa, Chiesa di S. Maria Nuova, via Da Serravalle, secondo altare a sinistra
immagine - immagine non disponibile -
bene culturaledipinto
soggettoAnnunciazione
tipo schedaOA_3.00
codice univoco11 00246804
localizzazioneItalia, Marche, PU, Fanovia Da Serravalle
contenitorechiesa, Chiesa di S. Maria Nuova, via Da Serravalle, secondo altare a sinistra
datazionesec. XV ; 1490 - 1490 [analisi stilistica]
autoreVannucci Pietro detto Perugino (1450 ca./ 1523),
materia tecnicatavola/ pittura a tempera
misurealt. 212, largh. 172,
condizione giuridicaproprietà Stato, NR (recupero pregresso)
dati analiticiLa scena si svolge al di sotto di un porticato che, mentre inquadra e delimita lo spazio in primo piano, media il paesaggio tra quest'ultimo ed il paesaggio che si dilata in lontananza. La Vergine in piedi a destra alza le mani nel ricevere l'annuncio assumendo un tipico, aggraziato, ritmo peruginesco. L'Angelo inginocchiato è raffigurato di profilo e rivolge una mano verso la Vergine mentre con l'altra sorregge il giglio. Tra i due, in posizione leggermente arretrata è una panca sulla quale si trova il libro di Maria; sul fianco è visibile una scritta. Nella parte superiore della tavola entro un disco dorato circondato di teste di putti alate è raffigurato il busto dell'Onnipotente, mentre la Colomba che scende verso Maria si stacca dallo sfondo del cielo. La struttura architettonica è grigia, gli abiti di Maria e dell'Angelo hanno tinte staccate e tradizionali (rosso e blu per la prima, rosso verde e azzurro per il secondo). Rosso e blu sono ancora i colori usati per la veste dell'Onnipotente.Personaggi: Maria Vergine; Sant'Arcangelo Gabriele; Dio Padre. Simboli: colomba dello Spirito Santo. Mobilia: panca. Oggetti: libro. Fiori: giglio. Paesaggi.
notizie storico-criticheIl dipinto, proveniente dalla chiesa di S. Maria Nuova in S. Lazzaro (Battistelli 1974 e 1977), è citato in tutte le guide settecentesche. Già Tomani Amiani (1853), apprezzando le molteplicità compositive unite alla grazia dell'insieme, il tocco raffinato e la felice degradazione delle tinte, riscontrava la parziale compromissione ad opera di un incauto restauro, della scritta sulla panca. Pellegrini (1926) descrivendo il dipinto lo considerava tra le opere migliori del pittore, Serra (1934), interpretando la data scritta sulla panca, riferiva il dipinto al 1488, Talamonti ne sottolineava la luminosità del paesaggio e la compostezza e grazia dei personaggi. Selvelli (1943) considerava l'opera uno dei capolavori del Perugino, mentre Battistelli (1974, 1977) rilevava il fatto che la cappella per la quale il dipinto presumibilmente venne dipinto per la chiesa di S. Lazzaro, era terminata nell'89, data che però non confutava nessuna delle due possibilità già prospettate dalla critica, ossia che il dipinto fosse stato realizzato verso il 1488 (come hanno sostenuto Canuti, Venturi e Gnoli) oppure verso il 1498 come hanno voluto, per ragioni stilistiche, Berenson, Cavalcaselle, Bombe, Camesasca. Secondo Gualdi Sabatini (1983) il dipinto risale agli anni in ui l'artista fu operoso a Fano e Senigallia, la studiosa inoltre ravvisa una notevole somiglianza tra le figure di questa tavola e quelle della tavoletta dell'Annunciazione Ranieri. A questo proposito Scarpellini (1984) ritiene che la vicinanza tra le figure non basta a sostenere l'analogia, essendo completamente diversi intonazione pittorica ed ambientazione scenica. Lo stesso, sulla base dei lacunosi ma sufficienti indizi offerti dall'iscrizione e sostenuti da altri riscontri documentari, accoglie l'ipotesi già prospettata dal Canuti (1931) che la committente fu una certa Donna Fiumana figlia di Galeotto Piccione pontiniere. Scarpellini, che ritiene che entrambi i dipinti di Fano vennero eseguiti con una certa lentezza, riscontra un livello non molto alto nell'opera, considerandola esempio di produzione di serie. Scarpellini definisce la pulitura a cui fa riferimento Tomani Amiani "brutale", avendo essa intaccato la superficie pittorica nella figura della Vergine, nel cielo e nella parte bassa del dipinto. Il dipinto è stato restaurato ancora nel 1891 dal Fiscali e di nuovo ad opera dell'Istituto Centrale del Restauro nel 1953. In questa occasione è stato risanato e raddrizzato il supporto ligneo e sono state reintegrate ad acquerello le desquamazioni del colore. Il dipinto dovrebbe essere sottoposto a nuova pulitura.
altra localizzazioneluogo di provenienza: Marche, PU, Fano, San Lazzaro
bibliografiaSerra L.( 1934)p. 359; Talamonti A.( 1961)pp. 140, 179; Battistelli F.( 1973)p. 98; Tomani Amiani S.( 1981)p. 138
definizionedipinto
regioneMarche
provinciaPesaro Urbino
comuneFano
indirizzovia Da Serravalle
ente schedatoreS70
ente competenteS70
autori della catalogazioneCompilatore scheda: De Blasi E.; Funzionario responsabile: Valazzi M. R.; Trascrizione per informatizzazione: ARTPAST/ Vanni L. (2006); Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Vanni L. (2006), Referente scientifico: NR (recupero pregresso);
anno creazione1990
anno modifica2006
latitudine43.841605
longitudine13.016404

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