Invernomuto.net

Ho realizzato questo sito per rendere disponibile alla consultazione questa mole enorme di dati altrimenti difficilmente consultabili :)

Opera d'arte Annunciazione a Firenze

L'opera d'arte Annunciazione - codice 09 00654259 si trova nel comune di Firenze, capoluogo dell'omonima provincia sita in monastero, benedettino femminile, Monastero di S. Niccolò di Cafaggio ora Galleria dell'Accademia, via Ricasoli, 58/60, Galleria dell'Accademia, Teca VIII
immagine - immagine non disponibile -
bene culturaleicona
soggettoAnnunciazione
tipo schedaOA_3.00
codice univoco09 00654259
localizzazioneToscana, FI, Firenzevia Ricasoli, 58/60
contenitoremonastero, benedettino femminile, Monastero di S. Niccolò di Cafaggio ora Galleria dell'Accademia, via Ricasoli, 58/60, Galleria dell'Accademia, Teca VIII
datazionesec. XVIII secondo quarto; 1725 (post) - 1749 (ante) [analisi stilistica]
ambito culturaleambito moscovita(analisi stilistica)
materia tecnicatavola/ pittura a tempera
misurecm, alt. 32.1, largh. 27.6,
condizione giuridicaproprietà Stato, Ministero per i Beni e le Attività Culturali
dati analiticiTavola unica con due listelli a incastro, senza incavo. Non si rileva la presenza della tela preparatoria. Levkas.Soggetti sacri. Personaggi: Gabriele arcangelo; Vergine. Abbigliamento:all'antica. Architetture. Oggetti: libro.
notizie storico-criticheL'iconografia dell'Annunciazione si basa, oltre che sul testo del Vangelodi Luca, sugli apocrifi e sui testi dei canoni della festa. La raffigurazione tradizionale dell'arcangelo Gabriele, che reca la sacra notizia alla Madre di Dio, seduta, è stata reinterpretata nell'icona in esame, per influsso delle incisioni pubblicate in edizioni del XVII secolo nell'Europa occidentale e, probabilmente, in Ucraina. Come nel caso di alcune altre composizioni, è difficile stabilire il vero prototipo di questa opera. Evidentemente, l'icona in esame riunisce i caratteri delle varie stampe che circolavano nell'ambiente dei pittori russi nella seconda metà del XVII - primametà del XVIII secolo. Sebbene l'iconografia propria dell'Europa occidentale sia stata modificata in senso abbastanza tradizionale nell'icona in esame, come in altre icone raffiguranti l'Annunciazione, tuttavia la differenza resta profonda rispetto a opere bizantine e anticorusse. Così manca laraffigurazione del fuso nelle mani della Madre di Dio, Gabriele invece deltradizionale scettro ha per attributo un fiore, i vestiti dei personaggisono trattati secondo la maniera occidentale. Nell'icona in esame, a differenza di molte opere dei secoli XVI-XVIII, manca la raffigurazione di DioPadre: al di sopra della figura dello Spirito Santo che esce dallo splendore luminoso c'è l'iscrizione "DIO". Quest'ultimo particolare è dovuto, evidentemente, all'influsso dell' incisione della Bibbia di Piscator, nellaparte superiore della quale, tra le nuvole, è posta l'iscrizione ebraica come raffigurazione simbolica di Dio Padre, che non si può raffigurare. Laraffigurazione del libro che la Madre di Dio, secondo il Vangelo apocrifodello pseudo-Matteo, stava leggendo nel momento dell'Annunciazione è un particolare largamente diffuso nella pittura russa dalla seconda metà del XVII secolo, ed è legato non solo all'imitazione delle stampe occidentali daparte degli artisti russi, ma anche alla sua presenza nella pittura postbizantina dei secoli XV-XVII. Nell' icona in esame, come in molte opere russe, il testo della profezia di Isaia (Is. VII, 14) è stato sostituito conil testo dei versi detti dalla Madre di Dio nel Vangelo di Luca. Questoparticolare si trova anche in un'altra icona dell'Annunciazione della collezione fiorentina (inv1890/9345). L. Marcucci ha pubblicato l'icona comeopera tarda della scuola Stroganov del XVIII secolo ma l'icona non ha alcun rapporto con la scuola Stroganov. La sua datazione si può riportare almassimo al secondo quarto del XVIII secolo, periodo al quale risale l'esecuzione della maggior parte delle icone della collezione. Fa parte del gruppo delle icone delle feste, nel quale rientrano le icone della Trasfigurazione e della Trinità dipinte dal medesimo artista (inv. 1890/9362 e 1890/9352), come testimonia la vicinanza dei modi pittorici e l'uso dei colori.Affini ad essa sono le icone di San Giorgio (inv. 1890/6175), Giovanni Battista (inv. 1890/9366), Giovanni Teologo (inv. 1890/9322), Giovanni il Guerriero (inv. 1890/9361). Elemento caratteristico di tutte queste opere èla forte vicinanza alla pittura barocca, che si rivela nel tentativo di costruire lo spazio secondo le regole della prospettiva diretta, nella pesantezza delle forme, nella dinamicità dei gesti, nella maniera affine di porre complesse lumeggiature dorate sui vestiti. Pertanto da esse, se pur affini, si distinguono le icone delle feste per il carattere alquanto semplificato del tratto pittorico, che si può spiegare con la diverse proporzioni delle figure e con la partecipazione di vari maestri che lavoravano inmodi affini alla realizzazione delle icone. Manifestano la maggiore vicinanza alle icone delle feste le raffigurazioni di Giovanni Teologo, Giovanni Battista e San Giorgio, mentre l'icona di Giovanni il Guerriero occupaun posto alquanto particolare.
bibliografiaMarcucci L.( 1958)p. 111-112, n. 91; Bettini S.( 1940)pp. 38, 91, n. 15; Oriente Occidente( 2004)pp. 58
definizioneicona
regioneToscana
provinciaFirenze
comuneFirenze
indirizzovia Ricasoli, 58/60
ente schedatoreS156
ente competenteS156
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Preobraženskij A.Sacco A. M.; Funzionario responsabile: Parenti D.Sframeli M.; Trascrizione per informatizzazione: Sacco A. M. (2011)
anno creazione2006
latitudine43.777035
longitudine11.258756

oppure puoi cercare...

  • opere d'arte nel comune di Firenze
  • opere d'arte nella provincia di Firenze
  • opere d'arte nella regione Toscana