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Opera d'arte angioletto di Albertoni Giovanni (1806/ 1887), a Agliè

L'opera d'arte angioletto di Albertoni Giovanni (1806/ 1887), - codice 01 00036259 di Albertoni Giovanni (1806/ 1887), si trova nel comune di Agliè nella provincia di Torino sita in castello, museo, Castello Ducale, NR (recupero pregresso), Primo piano nobile, Sala della Deposizione: parete destra
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bene culturalerilievo, opera isolata
soggettoangioletto
tipo schedaOA_3.00
codice univoco01 00036259
localizzazioneItalia, Piemonte, TO, AglièNR (recupero pregresso)
contenitorecastello, museo, Castello Ducale, NR (recupero pregresso), Primo piano nobile, Sala della Deposizione: parete destra
datazionesec. XIX prima metà; 1800 - 1849 [analisi stilistica]
autoreAlbertoni Giovanni (1806/ 1887),
materia tecnicamarmo bianco/ scultura
misurealt. 42.5, largh. 33.5,
condizione giuridicaproprietà Stato, Ministero per i Beni e le Attività Culturali
dati analiticiL'angioletto ha le mani giunte in preghiera e lo sguardo rivolto verso l'alto. Ha capelli ondulati e ricciuti che scendono sulle spalle; porta un manto drappeggiato annodato su una spalla.Figure: angelo.
notizie storico-criticheIl piccolo bassorilievo in marmo bianco raffigurante un Angioletto, opera di Giovanni Albertoni, proviene dalle collezioni dei Duchi di Genova, come indica il "Catalogo di quadri ed oggetti d'arte esistenti nel R. Castello...", compilato nel 1855 dal pittore Francesco Sampietro, che lo registra nella "Sala della deposizione della croce", al numero 69, senza alcuna indicazione riguardo l'autore: <>. La "Ricognizione..." compiuta nel 1857 segnala la scultura nello stesso ambiente, ormai indicato come "Vestibolo della Galleria delle Arti N. XXXIII", al numero 279. Il riferimento all'Albertoni compare solo a partire dal 1908 quando l'opera descritta come <> è ricordata al numero 833 nella stessa sala, ora indicata come "Salotto di seguito alla Galleria del Teatro N. 23". Le successive inventariazioni compilate nel 1927 e nel 1964 lo registrano rispettivamente ai numeri 2861 e 279 (cfr. E. Gabrielli, Le decorazioni e gli arredi, in D. Biancolini, E. Gabrielli, a cura di, Il Castello di Agliè. Gli Appartamenti e le Collezioni, Torino 2001, pp. 48, 95).Lo scultore di Varallo Giovanni Albertoni (1806-1887) dopo aver studiato sotto la direzione di Giovanni Avondo nella scuola di disegno di Varallo, si stabilisce a Milano, dove studia all'Accademia di Brera e quindi a Torino dal 1830 al 1833 e poi a Roma dal 1833 al 1840 come pensionato del Collegio Caccia e della città di Novara, dove fu allievo di B. Thorvaldsen; era certamente conosciuto ed ammirato anche a Torino come conferma l'importante commissione di un "gruppo di famiglia" raffigurante "I principi reali Umberto, Amedeo e Clotilde che scherzano col cane", da parte della regina Maria Adelaide, la cui ammirazione per l'artista era probabilmente legata proprio alle sue capacità di gradevole ritrattista: gli commissionerà infatti anche il ritratto del sesto figlio, Carlo Alberto, duca del Chiablese, nato nel 1850 e morto in giovane età (cfr. C. Debiaggi, Dizionario degli artisti valsesiani dal secolo XIV al XX, Varallo 1968, pp. 3-4; E. Mongiat Babini, I pittori gli scultori i decoratori, in Il Nobile Collegio Caccia e la Formazione del Ceto Dirigente Novarese, Novara 1991, p. 197). I critici contemporanei colsero anche i caratteri peculiari al linguaggio dell'Albertoni, sottolineando la sua capacità di applicare sapientemente misura e regola degli esempi classici alla grazia leggiadra dei soggetti contemporanei, per creare effetti pittorici senza compromettere la fondamentale saldezza della forma. L'attenzione minuziosa, quasi da cesellatore, nella descrizione di particolari come l'abbigliamento può riferirsi in parte all'esperienza artigianale compiuta dall'Albertoni in età giovanile, lavorando per due anni in una fabbrica di bronzi dorati; non è comunque estranea all'artista piemontese l'esperienza delle opere di Thorvaldsen, presente a Roma in anni contemporanei al suo soggiorno in quella città, e dalle quali egli potrebbe aver desunto la cura nel modellare le superfici per ottenere preziosità di particolari e delicati trapassi luminosi (cfr. A. Stella, 1893, p. 154 nota n. 1; B. Cinelli, Giovanni Albertoni (1806-1887), in Cultura figurativa e architettonica negli Stati del Re di Sardegna/ 1773-1861, catalogo della mostra a cura di E. Castelnuovo, M. Rosci, Torino 1980, vol. II, p. 667, scheda n. 737). L'opera è stata sottoposta ad un intervento di pulitura ad opera della ditta Rosellini & Carli nel 1994.
bibliografiaBiancolini D./ Gabrielli E.( 2001)pp. 48, 95 nota 242
definizionerilievo
regionePiemonte
provinciaTorino
comuneAgliè
indirizzoNR (recupero pregresso)
ente schedatoreS67
ente competenteS67
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Assandria V.; Funzionario responsabile: Ragusa E.; Trascrizione per informatizzazione: Manchinu P. (2002); Aggiornamento-revisione: Manchinu P. (2002), Referente scientifico: NR (recupero pregresso); ARTPAST/ Rocco A. (2006), Referente
anno creazione1990
anno modifica2002; 2006
latitudine45.366166
longitudine7.775800

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