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Opera d'arte allegoria della Carità a Torino

L'opera d'arte allegoria della Carità - codice 01 00211054 - 4 si trova nel comune di Torino, capoluogo dell'omonima provincia sita in villa, museo, Villa della Regina, Compendio di Villa della Regina, NR (recupero pregresso), Piano secondo, sovra l'Appartamento del Re, Camera, e Camerino sovra l'Anticamera verso Levante - 60: parete est
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bene culturaledecorazione pittorica, elemento d'insieme
soggettoallegoria della Carità
tipo schedaOA_3.00
codice univoco01 00211054 - 4
localizzazioneItalia, Piemonte, TO, TorinoNR (recupero pregresso)
contenitorevilla, museo, Villa della Regina, Compendio di Villa della Regina, NR (recupero pregresso), Piano secondo, sovra l'Appartamento del Re, Camera, e Camerino sovra l'Anticamera verso Levante - 60: parete est
datazionesec. XVII ; 1660 (ca.) - 1680 (ca.) [analisi stilistica]
ambito culturaleambito lombardo-luganese(analisi stilistica)
materia tecnicaintonaco/ pittura a fresco
condizione giuridicaproprietà Stato, Ministero per i Beni e le Attività Culturali
dati analiticiNR (recupero pregresso)Allegorie-simboli: carità. Figure: bambino.
notizie storico-criticheLa decorazione del fregio si compone di due scene sulle pareti nord e sud e di tre sulle pareti est ed ovest per un totale di dieci scene. Le figure femminili a monocromo all'interno delle cornici sembrano alludere alle virtù, per quanto consentono di stabilire gli attributi superstiti: sulla parete ovest (seconda scena) una spada potrebbe alludere alla Fortezza o alla Costanza, sulla parete est (prima scena) un anello alla Fedeltà, mentre è più problematica l'identificazione della figura sulla parete sud (prima scena) che tiene in mano un foglio sul quale paiono raffigurati dei progetti architettonici. Forse bisogna ipotizzare che le raffigurazioni allegoriche includano anche le Arti. In assenza di precise indicazioni documentarie e di una tradizione storico artistica a proposito della decorazione seicentesca di questo ambiente la connotazione al femminile del tema può fornire un primo orientamento in direzione della principessa Lodovica, confermato anche dalla vicinanza agli esiti della sala attinente (61): per entrambe gli ambienti appare plausibile una datazione intorno agli anni settanta del secolo, nell'ambito degli ampliamenti apportati alla fabbrica della Vigna dalla Principessa e registrati nell'inventario dei beni oggetto dell'eredità del cardinal Maurizio del 1677 (ASTo, Corte, Casa Reale, Principi Maurizio e Ludovica di Savoia, m. 3, n. 8). Allo stato attuale degli studi gli unici pagamenti in favore di artisti sono quelli registrati dai libri di conto negli anni 1670-1671(cfr. C. Mossetti, a cura di, Villa della Regina. Diario di un cantiere in corso, Torino 1997, p. 61). Stilisticamente il primo dato che emerge con evidenza è la differenza di questa decorazione rispetto a quelle del piano nobile, per il livello qualitativo più corsivo, l'uso di una cromia variegata nella quadratura ed il tono più accostante, quasi "privato": pur restando nell'ambito delle équipes di frascanti di origine lombardo-luganese i confronti potrebbero essere ricercati fra i cicli eseguiti per sedi decentrate ed in particolare per le residenze di provincia di famiglie vicine agli ambienti di corte. Possibile termine di confronto, sopratutto per le fisionomie femminili, sono gli affreschi di una delle sale di Palazzo Bruni, già Roero di Sanseverino a Chieri (ciclo di Bacco e Arianna), ricondotti per via stilistica da Cecilia Ghibaudi al pittore comasco Antonio Andrietto ed eseguiti intorno al 1663-1673 (cfr. C. Ghibaudi, Amplis et multis picturis ornavit Ecclesias et palatia civitatis, in A. Cottino, a cura di, Aspetti della pittura del Seicento a Chieri. Scoperte e restauri, catalogo della mostra, Chieri 1999, pp. 55-69; in particolare figure a p. 59). Data la difficoltà di distinguere l'operato di singoli artisti all'interno di maestranze composite ed operanti secondo pratiche estremamente omogenee nei risultati non sembra comunque possibile, allo stato attuale delle ricerche, definire in maniera precisa l'autografia del complesso. Il rimando al contesto chierese, non estraneo ad apporti della cultura figurativa saviglianese e cuneese potrebbe spiegare la diversità rispetto alle decorazioni del piano nobile e delle residenze torinesi pur cronologicamente coeve e suggerire possibili aperture verso maestranze miste in cui operano accanto ad artisti lombardi anche personalità piemontesi educate sui modelli di Giovenale Boetto.
bibliografiaCottino A.( 1999)p. 59 di Ghibaudi C.; Mossetti C.( 1997)p. 61
definizionedecorazione pittorica
regionePiemonte
provinciaTorino
comuneTorino
indirizzoNR (recupero pregresso)
ente schedatoreS67
ente competenteS67
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Martinetti S.; Funzionario responsabile: Mossetti C.; Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Manchinu P. (2007), Referente scientifico: NR (recupero pregresso);
anno creazione2007
anno modifica2007
latitudine45.071707
longitudine7.678011

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