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Opera d'arte a Venezia

L'opera d'arte colonna, frammento - codice 05 00577474 si trova nel comune di Venezia, capoluogo dell'omonima provincia
immagine - immagine non disponibile -
bene culturalecolonna, frammento
tipo schedaOA_3.00
codice univoco05 00577474
localizzazioneITALIA, Veneto, VE, Venezia
datazionesec. XVI prima metà; 1511 (post) - 1521 (ante) [analisi storica]
ambito culturaleambito veneziano(contesto)
materia tecnicapietra d'Istria
misurecm, alt. 100, diam. 30,
condizione giuridicaproprietà Ente pubblico territoriale
dati analiticifusto di colonna liscio sormontato da capitello con corpo circolare alla base, terminante superiormente con abaco quadrato e con foglie grasse rovesciate agli angolielementi architettonici
notizie storico-critichei caratteri tipologici e morfologici del capitello in esame sono riconoscibili in una foto di inizio secolo scorso, proveniente dall'Archivio Fotografico Zangirolami (Venezia) e pubblicata da Zucchetta (1995), nella quale viene riprodotta la fase di demolizione del chiostro Cinquecentesco della Chiesa degli Ognissanti, per erigere una casa di ricovero per malati cronici, l'attuale Ospedale Giustinian, di cui l'opera in esame è oggi di proprietà. Sebbene l'attuale chiostro sia stato ricostruito, ad un semplice esame visivo, sembra che le colonne del chiostro cinquecentesco siano state riutilizzate, probabilmente ad eccezione di quelle che presentavano uno stato di degrado compromesso. Le stesse lacune sulla parte superiore e laterale del capitello in esame confermerebbero l'uso ed il posizionamento dei tiranti in ferro visibili all'epoca della demolizione. È di conseguenza possibile affermare, secondo lo studio pubblicato da Santostefano (1993) sui tagliapietra del monastero di Ognissanti, che l'opera in esame è databile con precisione, tra il 1511 ed il 1521, date dei pagamenti effettuati dalle benedettine del monastero di Ognissanti a Giovanni Buora (fino al 1513, data della sua morte) ed al figlio Andrea (fino al 1521) per la realizzazione di opere lapidee tra cui proprio le colonne del chiostro. Lo stesso Santostefano ritiene che il nucleo centrale del monastero fosse stato completato entro la fine del 1520 e che non subì alterazioni significative fino alla totale demolizione del secolo scorso (data della fotografia di cui sopra). Nella sua descrizione, ipotizza che la scelta progettuale della forma irregolare del chiostro è da ricondurre ad un riutilizzo delle fondazioni di edifici preesistenti. Dal confronto tra le planimetrie dei Combatti (1847-1855), infatti, e quella dello stato di fatto del convento nel 1900, il chiostro presentava la medesima forma quadrangolare con tre lati di sette campate e uno di otto (quello a sud). Secondo la bibliografia i Buora avevano una bottega, in campo Santo Stefano, non lontano dal monastero, e sembra che oltre al lavoro artigianale vendessero anche pietre. Mc Andrew (1983), scrive che Giovanni Buora giunse a Venezia in giovane età, durante i primi anni del primo rinascimento, dove lavorò per tutta la vita, collaborando con i maestri più conosciuti. Lo stesso riscontra che nei contratti lo scultore compare sempre con mansioni relative all'esecuzione di capitelli, cornici di porte o altri pezzi decorativi come nel caso del monastero di Ognissanti. Si ricorda che nel 1900 il Comune di Venezia donò l'intero complesso all'opera pia Gio Batta Giustinian, senatore, già podestà e sindaco di Venezia tra il 1866-68 ed il 1877- 78, istituita, per volere testamentario dalla vedova Elisabetta Michiel nel 1888. Il 2 aprile 1904 fu posta la prima pietra del nuovo fabbricato, progettato dall'ingegner Attilio Cadel, a tre piani e pianta quadrangolare sull'area dei vecchi edifici già abbattuti. I lavori furono ultimati nel 1908.
bibliografiaMcAndrew J.( 1983)V. -; pp. 453-466, n. 31; Santostefano P.( 1993); Zucchetta G.( 1995)V.-; p. 319
definizionecolonna
regioneVeneto
provinciaVenezia
comuneVenezia
provvedimenti tutelaDLgs n. 42/2004, artt. 10 e 13, comma 1, NR
ente schedatoreS161
ente competenteS161
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Ongaretto, Michela; Funzionario responsabile: Fumo, Grazia; Trascrizione per informatizzazione: Ippolito, Enrica (2015)
anno creazione2012

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