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Opera d'arte a Novara

L'opera d'arte mobile a due corpi, opera isolata - codice 01 00042554 si trova nel comune di Novara, capoluogo dell'omonima provincia
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bene culturalemobile a due corpi, opera isolata
tipo schedaOA_3.00
codice univoco01 00042554
localizzazioneItalia, Piemonte, NO, Novara
datazionesec. XIX seconda metà; 1850 - 1899 [analisi stilistica]
ambito culturalebottega novarese(analisi stilistica)
materia tecnicalegno di noce/ intaglio
misurealt. 550, largh. 500, prof. 121,
condizione giuridicaproprietà Ente pubblico territoriale
dati analiticiIl mobile, collocato nel locale biblioteca, è costituito da due parti. La superiore è ad otto ante suddivise in tre scomparti da cornici aggettanti, decorate da pannelli dal profilo sagomato. L'inferiore è più sporgente, posta su una pedana ed anch'essa suddivisa in otto ante decorate da pannelli dal profilo sagomato.NR (recupero pregresso)
notizie storico-criticheIl mobile (che si completa con un altro, identico nella forma, nelle dimensioni e nel materiale) è attualmente collocato nel locale definito "Biblioteca", al piano terra del cortile porticato, eretto dal Soliva con il primo nucleo della fabbrica ospedaliera, a partire dal 1628. Le dimensioni e la solidità della struttura fanno ritenere il mobile già realizzato per arredare un ambiente ampio e di rappresentanza, forse il Museo o l'Archivio o il deposito della farmacia: nella sistemazione operata presso l'Ospedale della Carità dopo l'intervento antonelliano (1856-1864) non compare infatti la destinazione un locale a biblioteca (ASN, Fondo AOMAC, ctl. 34 casa di residenza, fotografie di Piantanida e Portioli, 1883). Per la solidità della struttura, la sobrietà dei decori, girali d'acanto e fronde a festone, e per la rigorosa suddivisione delle ante, l'armadio può essere considerato un buon esempio di artigianato locale, anche se il modello di riferimento è molto diffuso e i motivi decorativi seriali e poco fantasiosi. Le ragioni della continuità nei riferimenti formali e decorativi, che a Novara si ritrova non solo nelle opere architettoniche e negli importanti cicli plastici urbani del secolo XIX, ma anche negli arredi domestici e negli oggetti sacri, sono da rintracciarsi nel costante rimando ad un gusto culturale legato alle produzioni accademiche, particolarmente apprezzato dalla classe borghese della città. (AA.VV., Museo Novarese, Novara, 1987, pp. 352-430). Ma non solo: la diffusione omogenea dei modelli dei prodotti artigianali, a cui anche questo armadio è da collegarsi, dipende, in gran parte, dall'apertura in Novara dell'Istituto d'Arte e Mestieri, fondato dalla contessa Giuseppina Tornielli Bellini, vedova del conte Marco Bellini. (Ad essa la città dedicherà una statua di marmo perlino di Carrara, scolpita da Giuseppe Dini, da esporsi nella biblioteca dell'istituto, ma fino al 1906 collocata nell'atrio). La scuola è fondata con testamento redatto in data 30 novembre 1832 ed inaugurata nel 1837, in un edificio appositamente costruito (A. Lizier, Le scuole di Novara, Novara 1908, pp. 234-236). Le finalità di questa istituzione sono dichiaratamente espresse dal Giovannetti (consigliere della contessa) in una lettera del 14 luglio 1833, inviata al civico Consiglio di Novara. "Conosceva (la contessa) che il maggior bisogno della città era quello di promuovere, insieme alla buona educazione dei poveri figli, la loro abilità, destrezza ed intelligenza nell'esercizio delle arti: notava che si aveva in ciò grandissimo difetto e che quindi era mestiere di provvedere al di fuori di ogni minima cosa, mentre le braccia del minuto popolo rimanevano improduttive, ed i capitali provenienti dalla feracità del suolo non potevano impiegarsi in sussidio dell'industria indigena...tra le industrie non dovevansi favori e più l'agricoltura che le manifatture, perchè l'una e l'altra debbonsi dar mano se hanno da prosperare" (ASN, Fondo ACIBAM, ctl.25 Relazioni, regolamenti, inventari). Nel regolamento, la cui forma più completa viene redatta nel 1852, compaiono, accanto alle scuole Teoriche Maschili, anche le Scuole Pratiche Maschili e gli articoli riferiti all'artigianato sono molto significativi. Recitano infatti gli articoli 29,30,34 che tali scuole "tendono a fare meccanici, tintori, intagliatori, armajuoli, e a sussidiare le arti del cesellatore, del fonditore, del vasajo e simili. Tendono anche a formare dei pittori ornatisti, degli agenti di campagna". Inoltre ad essa è stata e sarà unita una scuola pratica di plastica ed intaglio e "che potrà essere approntata un'officina anche per un solo allievo quando sia per secondare la sua inclinazione o quella dei parenti" (ASN, Fondo ACIBAM, ctl.25 Relazioni, regolamenti, inventari). La presenza degli iscritti alle scuole pratiche diventa sempre più cospicua, anche per il settore dei falegnami e degli intagliatori, a partire dalla metà del secolo XIX fino ai primi anni del nostro secolo: infatti i 19 falegnami e stipettai del 1881-1882 diventano 37 falegnami e 11 tornitori nel 1906-7. In città e nel contado si diffondono perciò i modelli recepiti dagli inagliatori durante la loro formazione scolastica sotto la guida di insegnanti che mantengono, all'interno dei propri corsi, omogenee direttive culturali ed artistiche, anch'esse di matrice accademica. Per citare qualche nome: il valsesiano Francesco Sella, insegnante in queste scuole dal 1853, il milanese Costantino Gianni, lo scultore novarese Giuseppe Rossi (dal 1859), il valsesiano Achille Rosario (dal 1886), Rinaldo Lampugnani, lo scultore Giandomenico Pecora. Anche a Novara perciò, come sottolinea la Griseri (A. Griseri, Persistenze di cultura fra arti e mestieri dell'Ottocento in Piemonte, in Studi Piemontesi, v. XVI, fasc. 1, marzo 1987, pp. 12-127) per altri centri piemontesi, si assiste ad un continuo rimando, però personalizzato e rimeditato, degli artigiani locali (Continua al campo OSSERVAZIONI).
bibliografiaMuseo Novarese( 1987)pp. 352, 430; Lizier A.( 1908)pp. 234-236; Griseri A.( 1987)pp. 121-127
definizionemobile a due corpi
regionePiemonte
provinciaNovara
comuneNovara
ente schedatoreS67
ente competenteS67
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Mongiat E.; Funzionario responsabile: Venturoli P.; Trascrizione per informatizzazione: ARTPAST/ Caboni E. (2006); Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Caboni E. (2006), Referente scientifico: NR (recupero pregresso);
anno creazione1987
anno modifica2006

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