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Opera d'arte di Vasari Giorgio (1511/ 1574), Francesco da Sangallo detto Margotta (1494/ 1576), a Firenze

L'opera d'arte di Vasari Giorgio (1511/ 1574), Francesco da Sangallo detto Margotta (1494/ 1576), - codice 09 00283039 di Vasari Giorgio (1511/ 1574), Francesco da Sangallo detto Margotta (1494/ 1576), si trova nel comune di Firenze, capoluogo dell'omonima provincia sita in chiesa, basilica francescana conventuale, Chiesa di S. Croce, chiesa e convento di S. Croce, piazza S. Croce, navata destra, sesto altare
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bene culturalealtare, altare Serristori
tipo schedaOA_3.00
codice univoco09 00283039
localizzazioneItalia, Toscana, FI, Firenzepiazza S. Croce
contenitorechiesa, basilica francescana conventuale, Chiesa di S. Croce, chiesa e convento di S. Croce, piazza S. Croce, navata destra, sesto altare
datazionesec. XVI ; 1571 - 1581 [documentazione]
ambito culturalebottega fiorentina, esecuzione(analisi stilistica)
autoreVasari Giorgio (1511/ 1574), Francesco da Sangallo detto Margotta (1494/ 1576),
materia tecnicapietra serena/ scultura/ doratura
misurem., alt. 10, largh. 6,
condizione giuridicaproprietà Stato, Ministero dell'Interno, Fondo Edifici di Culto (F.E.C.)
dati analiticiPedana a due gradini; colonne: base, corpo liscio, capitelli corinzi; lesene: base, corpo liscio, capitelli corinzi; intradosso decorato, trabeazione,frontone centinato, mensa con colonnine a balaustrino, cornici.Araldica: scudi. Oggetti: festoni. Frutti. Simboli: (San Bernardino) trigramma cristologico entro sole raggiato. Decorazioni: modanature; ovoli; dardi; dentelli; rosette; cherubino.STEMMI, EMBLEMI, MARCHI: Classe di appartenenza: arme, Qualificazione: gentilizia, Identificazione: Serristori, Quantità: 2, Posizione: sull'architrave, Descrizione : d'azzurro alla fascia d'argento accompagnata da tre stelle a otto punte d'oro poste 2, 1, Capo d' Angiò, ; STEMMI, EMBLEMI, MARCHI: Classe di appartenenza: emblema, Qualificazione: religioso, Identificazione: San Bernardino, Posizione: sul frontone, Descrizione : IHS entro sole raggiato e fiamme,
notizie storico-criticheIn seguito alle disposizioni dettate dal Concilio di Trento, su commissione del duca Cosimo I de' Medici che ambiva al titolo granducale, il cui conferimento e' papale, fu elaborato da Giorgio Vasari un progetto di ristrutturazione delle due maggiori chiese conventuali fiorentine, S. Maria Novella e S. Croce. Quest'ultima si presentava allora, nel 1566, nella sua struttura originaria: a meta' chiesa sorgeva un tramezzo, costituito da muro e cancellate, che separava la parte accessibile ai laici da quella riservata ai frati. Il tramezzo, oltre a svolgere questa funzione, serviva da appoggio alle diverse cappelle che via via erano state costruite dalle maggiori famiglie del Quartiere, generalmente insieme alla sepoltura del committente capostipite e della sua famiglia. All'interno della zona riservata ai frati sorgeva il coro ligneo, rettangolare, nel quale trovavano posto i frati per assistere alle funzioni religiose. Alle pareti delle navate si appoggiavano altri altari privati, decorati con affreschi che seguivano, come tema di raffigurazione, i Misteri della Passione di Cristo. Vasari, per prima cosa, fece rimuovere tramezzo e coro, rendendo unitario lo spazio interno della chiesa, in seguito rimosse gli altari delle navate, ne coprì la decorazione ad affresco -nel caso di opere di alta qualità staccò la pittura e il muro di sostegno-infine riedificò una serie di altari, molto più esigua della precedente, secondo un progetto unitario che desse alla chiesa un aspetto ordinato. Quanto al progePOo per gli altari, che Vasari si sttribuisce nelle 'Vite', alcuni documenti recentemente pubbliocati dalla Hall, allargano a Francesco da San Gallo, direttore dei lavori in chiesa, la sua esecuzione e applicazione. La studiosa ha inoltre identificato, fra i disegni della collezione di Giorgio Vasari il Giovane, il progetto di mano del San Gallo per uno degli altari della basilica, quello della famiglia Biffoli, a conferma della attendibilità dei documenti trovati. Per le pale degli altari, Vasari seguì lo stesso programma iconografico del ciclo precedente, i Misteri della Passione di Cristo, destinando all'esecuzione dei dipinti i pittori dell'Accademia del Disegno, attivi con lui in molte altre opere di commissione medicea, quali la decorazione di Palazzo Vecchio e l'esecuzione dei pannelli dello Studiolo di Francesco I. Il patronato degli altari fu, nella maggior parte dei casi, assegnato alle famiglie che avevano già avuto un altare nelle navate o sul tramezzo, le quali davanti all'altare a loro allogato posero la sepoltura di famiglia. La famiglia Serristori non aveva mai avuto una cappella, ma solo un'altare in corrispondenza di una tomba di famiglia del Quattrocento. Per questo motivo Ristoro Serristori come volere testamentario lascio', nel 1559, 300 fiorini per l'edificazione della cappella. Con il progetto vasariano di rimodernare la chiesa, pero', la spesa preventiva ammontava a tre volte tanto la cifra lasciata da Ristoro e gli eredi non furono piu' d'accordo nel compiere l'opera. Pare che la responsabilita' dell'edificazione sia stata assunta da un altro ramo della famiglia, facente capo ad Averardo Serristori, amico del duca Cosimo I e suo ambasciatore a Roma. Infatti, nel 1568 Vasari scrive che sta per iniziare a dipingere la pala raffigurante l'Ultima Cena, per Averardo Serristori e, secondo il programma iconografico, all'altare di inizio del ciclo pittorico, proprio quello Serristori, doveva trovare posto un' Ultima Cena. Averardo mori' poco dopo e gli Operai dovettero rivolgersi ad un terzo ramo della famiglia. Ludovico di Francesco Serristori accetto' volentieri di provvedere alla costruzione della Cappella, ma richiese il permesso agli eredi diretti di Ristoro. Tale permesso ancora due anni dopo, nel 1570, non era stato concesso. Nel 1571, dopo numerose pressioni da parte degli Operai, la cappella fu iniziata col concorso di tutti i rami della famiglia, ma la costruzione fu interrotta per dei dissensi sulla ripartizione delle schede. Dopo altre minacce da parte degli Operai, nel 1581 la cappella risulta finita, ma priva della pala d'altare che manchera' ancora nel 1591. Per al costruzione di questa cappella fu necessario rimuovere l'altare di della Casa, che trovava posto accanto al monumento Bruni, e che fu collocato dove ora e' il sepolcro di Rossini.
committenzaSerristori Ristoro (1559)
bibliografiaRicha G.( 1754-1762)v. I p. 98; Moisé F.( 1845)p. 142; Vasari G.( 1878-1885)v. VII p. 711; Literarische nachlass( 1923-1940)v. II pp. 407; Bagni M.( 1924)p. 57 n. 133; Mencherini S.( 1929)p. 27 n. 6, p. 40 n. 3; Kirchen Florenz( 1940-1954)v. I pp. 552-553
definizionealtare
denominazionealtare Serristori
regioneToscana
provinciaFirenze
comuneFirenze
indirizzopiazza S. Croce
ente schedatoreL. 41/1986
ente competenteS128
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Alfonsi M. S.; Funzionario responsabile: Damiani G.; Aggiornamento-revisione: Orfanello T./ Rosseuau B./ Romagnoli G. (1999), Referente scientifico: NR (recupero pregresso); ARTPAST/ Rensi A. (2006), Referente scientifico: NR (recupero
anno creazione1988
anno modifica1999; 2006
latitudine43.768963
longitudine11.260609

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