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Opera d'arte di Strozzi Zanobi di Benedetto (1412/ 1468), Torelli Filippo (1409/ 1468), a Firenze

L'opera d'arte di Strozzi Zanobi di Benedetto (1412/ 1468), Torelli Filippo (1409/ 1468), - codice 09 00646176 - 0 di Strozzi Zanobi di Benedetto (1412/ 1468), Torelli Filippo (1409/ 1468), si trova nel comune di Firenze, capoluogo dell'omonima provincia sita in convento, domenicano, Convento di S. Marco, Chiesa e convento di S. Marco, P.zza S. Marco, 3, Museo di S. Marco, Biblioteca
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bene culturaleminiatura, insieme, Graduale e Messale I
tipo schedaOA_3.00
codice univoco09 00646176 - 0
localizzazioneItalia, Toscana, FI, FirenzeP.zza S. Marco, 3
contenitoreconvento, domenicano, Convento di S. Marco, Chiesa e convento di S. Marco, P.zza S. Marco, 3, Museo di S. Marco, Biblioteca
datazionesec. XV metà; 1447 (post) - 1453 (ante) [analisi stilistica; documentazione]
autoreStrozzi Zanobi di Benedetto (1412/ 1468), Torelli Filippo (1409/ 1468),
materia tecnicapergamena/ miniaturapergamena/ inchiostropergamena/ pittura a temperagesso/ doratura
misuremm, alt. 624, largh. 467,
condizione giuridicaproprietà Stato, MInistero per i Beni e le Attività Culturali
dati analiticiIl codice è formato da cc. 157 suddivise in 22 fascicoli con richiami saltuari: bifolio (I, XXI), duerno (II, IV, V, XV, XXII), quaterno (XVI-XX), sesterno (III, XIV), quinterno (VI-XIII); scrittura Testualis su 1 colonna con 6 tetragrammi rossi e 6 righe di testo. La numerazione inizia da c. 3 in numeri romani a penna e inchiostro rosso; cc. I-II succ. L'impianto decorativo è costituito da: 33 iniziali rubricate piccole, 2 iniziali rubricate grandi, 555 iniziali filigranate fesse piccole, 12 iniziali filigranate fesse medie, 1 iniziale filigranata fessa grande, 1 iniziale fogliata grande con storia e caudata, 2 iniziali fogliate grandi caudate, 1 iniziale fogliata media caudata. Legatura con piatti in legno ricoperti di cuoio marrone con decorazioni a losanghe ad impressione, quattro rosoni angolari e uno centrale di maggiori dimensioni lavorati a traforo e fermati da borchie centrali, altre due borchie ai lati del rosone centrale, due bindelle e tracce di altre due perdute, 9 nervi; sul piatto posteriore, quattro rosoni angolari e centrale con stemma mediceo d'oro alle sette palle rosse fermati da borchie, due borchie ai lati del rosone centrale, 6 chiodi lungo il piatto anteriore e 5 in quello posteriore. Tracce di rosso sul taglio, sulle controcoperte sono attaccate pagine dan.p.STEMMI, EMBLEMI, MARCHI: Classe di appartenenza: stemma, Qualificazione: familiare, Identificazione: Medici, Posizione: piatto posteriore, recto, Descrizione : d'azzurro alle sette palle rosse,
notizie storico-criticheIl codice è identificabile con il Graduale contenente la messa per la Vergine, il santo rosario, l'officio e la messa per gli angeli, le cui iniziali sono state affidate a Zanobi Strozzi per le figure e Filippo di Matteo Torelli per la parte ornamentale, come ricordato nel passo della Cronaca del convento che documenta i codici (Firenze, Biblioteca medicea Laurenziana, Libro di Ricordanze, Fondo di San Marco, n. 902, Ricordanze A) pubblicato per la prima volta da Mirella Levi D'Ancona (1962, pp. 265-266); il Graduale e Messale T è l'unico, però, di cui non si ha una corrispondenza certa con i documenti pubblicati dalla studiosa. Il testo è stato probabilmente scritto da Frate Giovanni di Santa Croce o frate Gianni di Guido Barbiere intorno al 1450, con iniziali filigranate realizzate da un calligrafo fiorentino, forse della bottega di Filippo di Matteo Torelli, e probabilmente rilegato da Vespasiano da Bisticci come tutti i codici appartenenti alla commissione medicea. Zanobi Strozzi ricevette la commissione per la realizzazione dell'intero ciclo corale per il convento di San Marco tramite l'Angelico, che ne stimò anche il pagamento. Ciò avvenne a conclusione del generale rinnovamento voluto da Cosimo de' Medici e portato avanti, fin dal 1438, da Michelozzo, per quanto riguarda l'architettura, e dall'Angelico per la parte pittorica: lo stemma mediceo, infatti, oltre ad essere presente in molte parti del convento, campeggia nella maggior parte delle legature e in alcune miniature. Questo gruppo di codici si presenta, quindi, particolarmente omogeneo nella scelta delle misure, nelle impostazioni delle decorazioni a piena pagina ornate dai fregi del Torelli, nelle scelte cromatiche e nell'illustrazione delle feste principali, con iniziali istoriate e figurate, tutte riconducibili ai santi legati all'Ordine domenicano. Uno dei primi studiosi che si cimentarono nell'identificazione dei codici fu Paolo D'Ancona (1914, v. I pp. 53-56; v. II pp. 346-356), preceduto soltanto dal Marchese (1869, V. I, pp. 232-252) e dal Rondoni (1876, pp. 34-39) che attribuirono l'intero ciclo a Fra Benedetto dal Mugello, fratello dell'Angelico, fraintendendo, però, i documenti che lo videro coinvolto soltanto come scriba tra il 1445 e il 1448, anno di interruzione a causa della morte per la peste; i testi furono così conclusi nel 1451-1452 da Frate Giovanni da Santa Croce e Frate Gianni di Guido Barbiere, anch'egli di Santa Croce. Attraverso una rilettura dei numerosi documenti (D'Ancona 1908, pp. 94-95; Collobi Ragghianti 1950, pp. 18, 19, 26) e grazie all'opera della Levi D'Ancona (1962, pp. 105-106) è stato possibile datare e attribuire l'intero corpus delle opere realizzate in collaborazione da Zanobi e Filippo. Grazie ai documenti è possibile connotare cronologicamente ciascun codice realizzato tra il 1446 e il 1454, periodo durante il quale sembrerebbe ci sia stato un arresto dei lavori, tra il 1448 e il 1450, durante la realizzazione del Graduale 515. I primi codici ad essere stati miniati sono gli Antifonari (Invv. 522, 517, 518, 520, 521), conclusi entro il 1448; i lavori proseguirono con il ciclo dei Graduali (Invv. 515, 524, 528, 526, 527, 516) fino al 1454. Questi sono gli anni in cui si nota un sostanziale miglioramento delle capacità artistiche del miniatore probabilmente perché lavorò molto costantemente anche in pittura, rimanendo sempre in contatto con l'Angelico. Una certa persistenza dell'iconografia angelichiana è, infatti, documentata nella miniatura a c. 5r con la Vergine protettrice dei domenicani, simile a quella proposta dall'Angelico a c. 156v del Graduale 558, dove la Madonna simbolicamente abbraccia, con il suo mantello, non solo i frati ma, per Zanobi, anche le monache, un papa e un vescovo. Il mantello della Vergine viene qui allargato come un sipario da due angeli che figurano come mediatori tra la Madonna e i devoti. Purtroppo il precario stato di conservazione ha compromesso la leggibilità di questa miniatura che, anche per i lineamenti grossolani della Vergine, lascerebbe pensare più alla mano di uno stretto collaboratore di Zanobi. La parte decorativa dei fregi si deve a Filippo di Matteo Torelli, figlio di uno dei miniatori attivi all'interno della Scuola degli Angeli, che, attraverso animali dal piumaggio variopinto, farfalle, fiori e testine caricaturali, regala un aspetto favolistico ai fregi che deriva dalla tradizione dei bestiari medievali del Duecento (Garzelli 1985).
committenzaCosimo de' Medici il Vecchio
bibliografiaMilanesi G.( 1850)p. 187; Marchese V.( 1869)V. I, pp. 232-252; Rondoni F.( 1876)pp. 32-39 n. 14; Vasari G.( 1878-1885)pp. 505, 521, 528 nota 1; D'Ancona P.( 1914)v. II pp. 352-353 n. 771; Chiarelli R.( 1968)pp. 25-31; Miniatura '400( 2003)pp. 168; Garzell
definizioneminiatura
denominazioneGraduale e Messale I
regioneToscana
provinciaFirenze
comuneFirenze
indirizzoP.zza S. Marco, 3
ente schedatoreS156
ente competenteS156
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Giacomelli S.; Funzionario responsabile: Scudieri M.Sframeli M.
anno creazione2009
latitudine43.778115
longitudine11.258818

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