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Opera d'arte di Dolci Giovan Battista (notizie 1766-1777), a Firenze

L'opera d'arte di Dolci Giovan Battista (notizie 1766-1777), - codice 09 00135116 di Dolci Giovan Battista (notizie 1766-1777), si trova nel comune di Firenze, capoluogo dell'omonima provincia sita in palazzo, statale, Palazzo Pitti, Palazzo Pitti, P.za Pitti, 1, Galleria Palatina e Appartamenti Reali, Gabinetto Ovale
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bene culturaleconsole, serie
tipo schedaOA_3.00
codice univoco09 00135116
localizzazioneItalia, Toscana, FI, FirenzeP.za Pitti, 1
contenitorepalazzo, statale, Palazzo Pitti, Palazzo Pitti, P.za Pitti, 1, Galleria Palatina e Appartamenti Reali, Gabinetto Ovale
datazionesec. XVIII ; 1766 - 1767 [bibliografia]
autoreDolci Giovan Battista (notizie 1766-1777),
materia tecnicalegno/ intaglio/ doraturamarmo
misurealt. 90, largh. 107, prof. 67,
condizione giuridicaproprietà Stato, Ministero per i Beni e le Attività Culturali
dati analiticiconsolle stile Luigi XV di legno riccamente intarsiato e dorato. Tutta la fascia alta dei tavoli è un ricco lavoro di traforo e di intarsio e rappresenta fogliami, volute fiori e conchiglie; da detta fascia partono le quattro zampe ritorte che al loro punto di appoggio a terra danno al tavolo una base più piccola della sua dimensione massima. Anche le zampe sono intarsiate e dorate ed in basso partono quattro traverse ritorte che al loro punto di congiuntura formano una conchiglia ed alcuni fiori la prima, e fiori e farfalle la seconda. Le tavole hanno il piano di marmo rettangolare.NR (recupero pregresso)
notizie storico-critichenel gennaio del 1760 Giuseppe Zocchi venne pagato 200 ducati 'per aver dipinto in olio un quadro alto un braccio e tre soldi e largo un braccio e diciassette soldi quale deve servire di modello per un tavolino da farsi in pietre dure, il fondo figura di lapislazzuli sopra del quale sono sparsi con alquanta dissimetria buon numero di nicchi, o siano conchiglie rare, copiate dal vero, con la maggior esattezza, e sono frammezzate da varie branche di coralli e fili di perla'. Nello stesso tempo si acquista il lapislazzuli necessario e nel mese di aprile lo Zocchi forniva il 'disegno tocco a penna del tavolino dei nicchi e dei disegni dei medesimi ciascun separato' Nel novembre dello stesso anno si pagava 'al Rubini scultore in legno per aver fatto il piede che deve servire al tavolo de' nicchi, qual piede rappresenta una sirena sopra uno scoglio, sul quale vi è come nel fregio che ricorre sotto alla cornice, e vi sono molti nicchi e conchiglie imitati al naturale, il tutto lavorato con la maggior diligenza'. Qualche mese dopo si ha il pagamento per il doratore del piede, Gaetano Corsani, e per il doratore della cornice bronzea del piano in pietre dure, il Bombicci (che aveva dorato la maggior parte delle cornici dei quadri dello Zocchi). Nell'aprile del 1761, infine, il tavolino col suo piede partiva per Vienna. Ed, infatti, là ancora si trova, alla Hofburg, dove è stato recentemente identificato da Alvar Gonzales Palcios. Purtroppo, però, del sostegno ligneo originale resta solo il fregio con conchiglie e rami di corallo, splendidamente intagliato e dorato. Qualche anno dopo, nel 1764, si pensa di dare un compagno al tavolino dell'imperatore e nel mese di gennaio del 1765 Giuseppe Zocchi viene pagato 'per valuta di un quadro dipinto a olio ed un disegno colorito fatto di d° quadro, quale è alto br. 1.17 e largo br. 1.3 q° deve servire di modello ad un tavolino che deve farsi per accompagnare q.llo di nicchi, che fu mandato ultimamente a Vienna; questo sarà in fondo di alabastro, che rappresenta una ghirlanda di fiori, e molte farfalle di diverse speci' Pochi mesi più tardi, però, Francesco Stefano moriva a Innsbruck e nel trono di Toscana gli succedeva il figlio Pietro Leopoldo. Il tavolino con fiori e farfalle (ovvia allegoria dell'aria mentre quello delle conchiglie lo era dell'acqua) venne terminato ma rimase a Firenze: si pensò piuttosto di rifare quello con i nicchi per il palazzo di residenza e Giuseppe Zocchi fu pagato nel febbraio del 1766 'per aver variato il disegno e ridipinto un quadro che servì di modello ad un tavolino da farsi sugli stesso gusto'. Non è stato possibile per il momento rintracciare i pagamenti per i piedi di questi due nuovi piani ma tutto farebbe pensare che gli artefici che li eseguirono furono gli stessi che avevano intagliato e dorato quello di Vienna, il Rubini e il Corsani. I modelli pittorici dei due piani si trovano nel Museo dell'Opificio di Firenze (danneggiati dall'alluvione del 1966) dove A.G. Palacios ha anche identificato, dello Zocchi, il disegno acquerellato per quello con fiori e farfalle (nello stesso museo si trovano dei disegni al tratto si aper il primo sia per il secondo tavolo dei nicchi che forse sono di mano dello stesso Zocchi). La storia dei piani in pietre dure è ancora più complessa: essi si trovavano a Palazzo Pitti nel tardo Settecento ma furono portati via dai francesi nel 1799. Contrariamente alla maggior parte delle pietre dure granducali, che fecero ritorno a Firenze dopo la caduta di Napoleone, questi non furono resi; quello dei nicchi, leggermente ingrandito e risistemato da Jacob su una consolle di mogano e bronzo dorato, era alla Malmaison alla morte dell'imperatrice Giuseppina nel 1814. Oggi si trova all'Ermitage di Leningrado, probabile acquisto dello zar Alessandro I che, come si sa, comprò molte opere d'arte appartenute alla sovrana. Il secondo piano con fiori e farfalle è invece al Louvre, sorretto da un piede in legno dorato certamente non fiorentino. E i piedi originali che reggevano i piani in origine a Palazzo Pitti? Rimasero a Firenze e sono certamente questi. Ciò è dimostrato sia dalle misure (che bene si adeguano alle dimensioni dei mosaici), sia dall'altissima qualitò di intaglio e doratura, sia dalla iconografia adottata per l'ornato: fiori per il primo, conchiglie e coralli per il secondo. D'altra parte le somiglianze di quest'ultimo piede con ciò che resta di quello oggi a Vienna escludono ogni dubbio. Ci troviamo dunque in possesso di quelli che possono ritenersi i capolavori del mobile intagliato fiorentino dell'epoca. E' infine importante ricordare che nel Palazzo Reale di Madrid esiste un piano rettangolare (e non sagomato come quelli che ci occupano) che segue quasi alla lettera il modello di Zocchi con le conchiglie: non abbiamo notizie documentarie di questo mosaico, ma potrebbe forse trattarsi di un dono di Pietro Leopoldo al suocero Carlo III.
bibliografiaCuriosità reggia( 1979)p. 97, n. 21
definizioneconsole
regioneToscana
provinciaFirenze
comuneFirenze
indirizzoP.za Pitti, 1
ente schedatoreS17
ente competenteS417
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Worsdale D.; Funzionario responsabile: Meloni S.; Trascrizione per informatizzazione: ARTPAST/ Morena F. (2006); Aggiornamento-revisione: Reggioli C. (2000), Referente scientifico: NR (recupero pregresso); ARTPAST/ Morena F. (2006), Re
anno creazione1975
anno modifica2000; 2006
latitudine43.765656
longitudine11.249350

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